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Corporate venture capital, all’Italia serve un modello partecipativo
«Il nostro tessuto imprenditoriale è fatto di pmi, perciò questa tipologia di venture capital basata sugli investimenti di grandi aziende non è percorribile per tutti» dice Francesco Inguscio, fondatore del venture accelerator Nuvolab. Che suggerisce una forma più diffusa di cvc in grado di coinvolgere anche le piccole realtà
di Redazione EconomyUp
Pubblicato il 22 Feb 2017

“La via italiana al corporate venture nasce dal nostro Dna – dice Francesco Inguscio – il tessuto imprenditoriale italiano è fatto di pmi, per cui il corporate venture puro non è una via percorribile per tutti, perchè richiede una disponibilità di almeno 60 milioni di euro per costituire un fondo come corner investor. Probabilmente ci sarà una forma più diffusa di corporate venture capital. Un corporate venture capital partecipativo, che deve però passare prima da una forma di educazione-attivazione e poi arrivare all’investimento”.
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