OPEN INNOVATION

Venture builder: dal Gruppo Sella 3 milioni per 6 programmi di accelerazione

La capogruppo Banca Sella Holding effettuerà l’investimento attraverso il proprio incubatore certificato dpixel. I fondi serviranno per realizzare 6 programmi di accelerazione, ognuno dedicato a una filiera industriale o territoriale. Focus su AI, big data, deep and machine learning, cloud computing, IoT, VR, blockchain

Pubblicato il 20 Mag 2021

Unilever e “l’approccio da startup”

Il Gruppo Sella  intraprende un cammino di venture builder lanciando un programma che prevede l’investimento di 3 milioni di euro per accelerare attraverso il proprio incubatore certificato dpixel 60 startup tecnologiche in tre anni. Il venture builder, lo ricordiamo, è il nuovo modello nato dalle ceneri dei corporate accelerator incentrato sulla scalabilità veloce di un numero selezionato di progetti ad alto impatto strategico. Il Gruppo Sella vuole così sostenere l’open innovation nelle imprese italiane e rafforzare la propria presenza nel comparto dei seed capital, i fondi per lanciare nuove attività.

Come funziona il nuovo programma di open innovation del Gruppo Sella

La capogruppo Banca Sella Holding investe 3 milioni di euro per accelerare attraverso il proprio incubatore certificato dpixel 60 startup tecnologiche in tre anni e metterle in contatto con le imprese di tutti i settori produttivi per sostenere i loro progetti di crescita e sviluppo attraverso l’open innovation. L’obiettivo del programma è di favorire la collaborazione tra startup e imprese per migliorare i processi, realizzare soluzioni e servizi innovativi e definire modelli di business alternativi nei diversi mercati di riferimento.

I fondi verranno impiegati dall’incubatore certificato dpixel per realizzare sei programmi di accelerazione, ciascuno dei quali dedicato a una determinata filiera industriale o territoriale. Tramite questi programmi dpixel selezionerà, investirà e supporterà le startup per perfezionare il loro modello di business e verificare la validità delle tecnologie utilizzate. Al tempo stesso l’incubatore affiancherà le aziende partner nel processo di contatto con le startup.

Le startup selezionate per partecipare al programma nel corso di 16 settimane riceveranno servizi di mentoring, il know-how necessario per affinare il loro progetto e i capitali necessari per svilupparlo fino a 75mila euro. Le imprese partner dell’iniziativa, invece, avranno modo di orientare la fase di scouting delle startup sulla base dei fabbisogni espressi e successivamente potranno avviare collaborazioni con le startup selezionate. Per ciascuna iniziativa verranno selezionati 10 team che accederanno al programma, da cui ne verranno scelti 5 che saranno supportati nelle fasi d’incontro ed eventuale collaborazione con le imprese partner.

I vantaggi per le imprese

Per le imprese partner, dunque, il percorso di accelerazione rappresenta un’opportunità per co-sviluppare una soluzione ad un proprio problema specifico accedendo alle migliori competenze offerte dalle startup. La partecipazione alle diverse fasi del programma, dallo scouting alle selezioni successive, permette inoltre di contribuire a orientare al meglio la ricerca su ambiti di proprio interesse. Il primo dei sei programmi di accelerazione, “Retail for the Future”, ha aperto a marzo la selezione delle imprese partner e ha come obiettivo di individuare e far crescere le migliori startup a livello europeo nel settore retail per accelerarle e sostenerle nello sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative da applicare ad imprese corporate operanti in tale ambito.

“Per le imprese italiane è diventato imprescindibile interagire con le startup e con le soluzioni innovative che esse propongono, per innovarsi costantemente e rimanere competitive anche in periodi complessi e di forte trasformazione” ha detto Andrew Vasko, responsabile Transformation del gruppo Sella. “Il gruppo Sella è impegnato nello sviluppo di un ecosistema dell’innovazione e questo tipo di iniziative servono a supportare le aziende, in un momento così complesso, aiutandole a identificare e validare le opportunità offerte dalle startup, prima di decidere di investire grandi risorse, facendo leva sulla flessibilità e la velocità che rappresentano i punti di forza delle startup”.

Intelligenza artificiale, big data, deep and machine learning, cloud computing, IoT, virtual reality e blockchain – ha sottolineato Stefano Azzalin, CEO di dpixel – sono solo alcuni dei driver che orienteranno la ricerca e la selezione dei team imprenditoriali.  Le startup dovranno dimostrare non solo padronanza nel dominio tecnologico, ma soprattutto la capacità di portare soluzioni in grado di dare risposte reali e concrete ai bisogni di innovazione delle aziende in termini di miglioramento dei processi, individuazione di nuovi prodotti e mercati, stravolgimento del rapporto con i clienti attraverso modelli di business alternativi”.

Open innovation: 8000 imprese italiane interessate alle startup

Secondo i dati dell’Osservatorio Open Innovation e Corporate Venture Capital promosso da Assolombarda, infatti, sono oggi più di 8000 le imprese italiane che guardano sempre più al mercato delle startup, un dato in crescita tanto che le imprese corporate rappresentano la principale fonte di finanziamento per le startup stesse. Tra settembre 2018 e settembre 2020 il numero delle quote dei soci corporate che hanno investito in startup innovative è aumentato dell’83,7%. Se si considerano i dati parziali dei bilanci di esercizio 2019, depositati al momento di redazione dell’Osservatorio da parte delle startup e Pmi innovative, il fatturato generato nel 2019 è stato pari a 2,5 miliardi di euro. Il 57% di questi ricavi, pari a 1,46 miliardi di euro è prodotto da Startup e Pmi innovative nel portafoglio di Corporate Venture Capital. Dati che confermano come l’innovazione delle imprese consolidate passi anche attraverso l’incontro con startup emergenti ad alto contenuto tecnologico.

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