IMPRENDITORIA FEMMINILE

Donne e startup: 16 storie da conoscere e seguire

Perché ci sono così poche donne alla guida di startup? Mancano i role model al femminile, si sostiene spesso. Ecco le storie di 16 donne startupper da cui trarre ispirazione

Aggiornato il 07 Set 2023

fondi per l'imprenditoria femminile

Nel nostro paese come in tutto il mondo c’è ancora molto da fare per valorizzare l’imprenditoria femminile, specialmente sulle startup, dove le donne sono ancora meno che nelle aziende.

Leggi qui tutto quel che c’è da sapere sull’imprenditoria femminile in Italia e nel mondo

Le donne nella scienza e nell’innovazione ci sono sempre state e, seppure non sempre i loro nomi siano noti, molte hanno contribuito a gettare le basi per tecnologie oggi essenziali, come i motori di ricerca e gli smartphone. Anche l’attenzione al mondo delle startupper sta lentamente crescendo: dal 2022 c’è finalmente in Italia un acceleratore dedicato appositamente all’imprenditoria femminile: FoundHer, programma di Plug&Play con Angels4Women, GammaDonna, SheTech e UniCredit Start Lab.

Perché quindi ancora oggi ci sono così poche startup al femminile? Secondo Claudia Pingue, ex general manager di PoliHUB e ora partner Venture Capital SGR – Fondo Nazionale Innovazione, “Mancano i role model al femminile, storie di donne proposte come campionesse dell’imprenditoria in grado di stimolare e supportare l’azione di altre donne”.

Ma queste storie ci sono. Ne abbiamo selezionate 16, 16 storie di donne startupper da cui trarre ispirazione.

Bianca Arrighini e Livia Viganò, Factanza

Cominciamo con due giovani imprenditrici, entrambe Forbes Under 30, dietro al progetto a guida femminile forse più conosciuto tra i giovani in Italia. Bianca Arrighini e Livia Viganò sono le co-founder di Factanza, il brand educational che racconta l’attualità attraverso pillole di informazione sui social, dai giovani per i giovani (e non solo).

Bianca e Livia si laureano all’università Bocconi di Milano. E’ durante la carriera universitaria che si rendono conto di come non ci sia nessuno, tra i media tradizionali, in grado di rivolgersi alla loro generazione.

“Al terzo anno di università io e Livia Viganò, l’altra founder, ci siamo accorte che i media tradizionali non parlavano alla nostra generazione e che i nostri amici non leggevano i giornali, nonostante fossero tutti molto interessati e curiosi sulle tematiche attuali. All’epoca non c’era ancora informazione su un social come Instagram, dedicato per lo più a foto e meme. Per cui abbiamo deciso di portare informazione di qualità, utilizzando il linguaggio che apparteneva a quelle piattaforme, in particolare Instagram,” racconta Bianca in questa intervista.

Factanza, con una pagina Instagram di quattro anni e oltre 600mila follower e una successiva espansione anche su altre piattaforme, tra cui Linkedin e un sito web, racconta tematiche d’attualità anche complesse con linguaggio semplice, diretto e conciso. Una bella avventura imprenditoriale di successo, che ha saputo cogliere con chiarezza un bisogno delle nuove generazioni e offrire una soluzione fresca e al passo con i tempi.

Qui una video intervista alle due founder in occasione dell’evento About Women 2022:

Intervista a Bianca Arrighini e Livia Viganò @factanzamedia - About Women 2022

Intervista a Bianca Arrighini e Livia Viganò @factanzamedia - About Women 2022

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Gaia Salizzoni, Hale

Gaia Salizzoni, Hale

Nata in Italia ma cresciuta all’estero, durante gli anni del liceo Gaia Salizzoni vive in cinque Paesi diversi, senza mai smettere di sperimentare nuove idee. In seguito alla laurea in Scienze Politiche, comprende la politica non è il modo in cui davvero vuole fare “impatto”, quindi si specializza in Impresa e Innovazione e fa esperienza in ambito startup e consulenza come freelance.

A gennaio 2022 decide di mettere a frutto le sue competenze, la sua attitudine e la sua storia personale: assieme a Vittoria Brolis a fonda Hale, un progetto imprenditoriale dedicato alle donne per affrontare un problema medico spesso ignorato. Hale nasce come soluzione digitale di cura integrativa personalizzata per il dolore pelvico cronico, condizione spesso soggetta di tabù di cui una donna su quattro soffre – e condizione che Gaia e Vittoria hanno vissuto in prima persona, con tutte le sue difficoltà. La startup è pensata come community online per co-creare delle soluzioni concrete con l’obiettivo di costruire la prima clinica digitale per il dolore femminile, aiutando le pazienti a navigare la propria condizione dall’inizio alla fine – basandosi su evidenza scientifica, dati e l’integrazione con il sistema sanitario.

Hale ha subito ottenuto riconoscimenti: è stata selezionata da Plug&Play, Angels4Women e GammaDonna come progetto meritevole nel contesto della prima call italiana dell’acceleratore FoundHer, dedicato all’imprenditoria femminile. A novembre è stata premiata anche da G-Gravity, con l’opportunità di percorso di supporto che comprenderà attività di mentorship, accesso al network e membership.

A luglio 2022 arriva il primo round pre-seed da 350mila euro con la partecipazione di importanti player italiani del venture capital: Vento (il chapter italiano di Exor Ventures, la Holding di
investimento della famiglia Agnelli), assieme a B Heroes, Catalisi, Delirus Capital, Moonstone Fund.

“Il settore sanitario ha bisogno oggi di massimizzare le risorse, affrontare le sue inefficienze e personalizzare i percorsi di salute” spiega Gaia nel raccontare il suo progetto, “Il digitale sarà fondamentale nel decentralizzare la cura grazie all’assistenza domiciliare, il coinvolgimento dei pazienti e il monitoraggio da remoto.”

Qui una TedTalk del 2022 in cui Gaia parla dell’importanza di abbattere i tabù, soprattutto in ambito sessuale

Parlare di cose di cui non si parla mai | Gaia Salizzoni | TEDxUniversitàIULMSalon

Parlare di cose di cui non si parla mai | Gaia Salizzoni | TEDxUniversitàIULMSalon

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Allegra Violante, Fler

Una donna che lavora per le donne: Allegra Violante è il giovanissimo volto dietro Fler, brand di depilazione nato con l’ambizione di sfatare il tabù di una pratica che esiste da sempre, ma di cui non si discute così apertamente.

Laureata all’Università Cattolica di Milano, dopo essere volata in America per seguire un MBA Allegra è entrata a far parte di una startup fitness dove si è occupata del marketing, avendo la possibilità di conoscere il business dall’interno. L’esperienza in America è durata circa tre anni, un periodo prezioso che le ha permesso di sedimentare le conoscenze e, soprattutto, di riflettere sul mercato italiano del beauty e dello skincare. Allegra torna in Italia con l’intenzione di creare qualcosa di nuovo per rivoluzionare il settore, sia per la parte comunicativa che di prodotto.

“La mia esperienza in America è stata illuminante, mi ha permesso di osservare tantissime realtà e brand americani, disruptive e molto in voga nel settore del personal care”  spiega Allegra. “In Italia non ho trovato nulla di simile, per questo sono tornata e ho deciso di fondare Fler, lavorando su tantissimi aspetti, e cercando di creare un prodotto nuovo e riconoscibile che potesse svecchiare questo mercato, perché diciamolo, quale donna non utilizza il rasoio?”

Nel 2021 fonda così a Milano il brand Fler insieme a Francesca Accordi, che mette a frutto la sia esperienza ventennale come Responsabile Controllo di Gestione e Ufficio Acquisti al CENTRO MEDICO DI FONIATRIA assumendo il ruolo di COO.

La mission del brand non è solo quella di creare un prodotto funzionale che risponda a un obiettivo preciso, bensì essere collocato in un immaginario più ampio e un insieme di valori che rendano la depilazione desiderabile. A inizio 2023, la startup attira l’attenzione di un pool di investitori italiani, i lead investors Bonsai Ventures di Michele Padovani e David Erba, accompagnati da Francesco Agostinis, Simone Magazzù e Lorenzo Tombari di Loop Srl e da business angels strategici quali Adriano Battegazzore, Alessandro Fachin ed Elisa Rossi, che decidono di puntare sulla startup con un round da 380.000 mila euro in strumenti finanziari partecipativi convertendi (SFP).

In questo podcast Allegra racconta la sua storia e il suo percorso

Danila De Stefano, UnoBravo

foto di Danila De Stefano, CEO e Founder di UnoBravo

Imprenditore dell’anno nella categoria Startup secondo EY, una dei due professionisti selezionati come nuovi Imprenditori Endeavor. La sua UnoBravo ha ricevuto l’Oscar dell’innovazione di ANGI nella categoria Mind&Training ed è stata insignita del riconoscimento “Storie di Eccellenza” per la categorie psicologia online. Il tutto a valle di un round d’investimento da ben 17 milioni guidato dal fondo americano Insight Partners.

Ci ha raccontato quest’anno una grande storia di imprenditoria femminile Danila De Stefano, CEO e Founder della startup di psicologia online UnoBravo.

Laureata in psicologia alla Sapienza di Roma, l’avventura di Danila comincia nel 2019 a Londra. Sì, a Londra: il progetto nasce infatti sulla base dell’esperienza personale, con l’obiettivo di aiutare gli italiani all’estero a ricevere supporto psicologico tramite uno strumento online. La visione è molto chiara: rendere più accessibili il sostegno psicologico e la psicoterapia grazie alla tecnologia. La scommessa ha successo: grazie al passaparola tra gli utenti il servizio cresce, attira l’attenzione di diversi player del mercato. Nel 2021 UnoBravo viene scelta come vincitrice di UniCredit Start Lab per il settore Impact Innovation. Arriva a luglio 2022 il round: 17 milioni di euro da investitori italiani e internazionali.

Quali gli ingredienti del suo successo? “Oltre alla motivazione e alla caparbietà che mi hanno permesso di fare della mia passione, la psicologia, una vera e propria missione di vita, è stato fondamentale decidere, dal giorno uno, di offrire agli utenti il massimo dell’eccellenza” racconta Danila De Stefano a Economyup, “Selezioniamo tutti i nostri terapeuti, seguendo un attentto programma di recruiting, e li seguiamo con formazioni costanti e supervisioni per essere sicuri di portare il meglio della psicologia nelle case di quante più persone possibili. Abbiamo studiato e implementato il “metodo Unobravo”, elemento che ci contraddistingue e che ci ha permesso di supportare, a oggi, oltre 60.000 pazienti.”

Accessibilità è un’altra parola chiave per Unobravo: dare la possibilità a tutti di usufruire di assistenza psicologica da qualunque posto e a un prezzo calmierato è il nostro obiettivo primario. Basta compilare un semplice questionario e, grazie a un avanzato sistema di matching, essere abbinati al professionista del Team Clinico più adatto in funzione delle proprie necessità, richieste ed eventuali difficoltà.”

“Infine il lavoro di squadra. Per Unobravo abbiamo scelto di selezionare solo i eccellenti professionisti sia in termini di terapeuti, sia per il Core Team. Oltre a grande competenza nel proprio settore, ho la fortuna di aver incontrato persone che condividono gli stessi valori e si mettono in gioco ogni giorno per far sì che la nostra mission abbia un impatto concreto nella vita delle persone.”.

Cosa consiglia alle imprenditrici italiane in erba?

“Farsi trasportare dalla curiosità, non soltanto verso quello che è più affine a ognuno, ma andando oltre il proprio campo di appartenenza. Rischiare e scoprire ciò che si trova fuori dalla propria comfort zone può essere uno stimolo per veder nascere nuove possibilità. Da una forte passione possono infatti derivare tante inedite occasioni non considerate fino a quel momento ma che, al contrario, apriranno le strade a nuovi orizzonti”

Enrica Angelone, Wallife

Ha fatto grande notizia con un round di investimento da ben 12 milioni per la sua startup insurtech Wallife: non si può parlare di donne startupper senza parlare di Enrica Angelone.

Nata a Rieti ma romana d’adozione, laureata in Economia e Commercio alla LUISS Guido Carli, Enrica Angelone è una top manager attiva da oltre 20 anni nel mondo professionale e finanziario, con una carriera della quale spicca, negli anni giovanili, l’assunzione nel 2005 come Chief Financial Officer in Venere.com, che sarebbe forse potuto diventare un colosso del settore se non fosse stato venduto ad Expedia nel 2008. Nel 2010 diventa CFO di Octo Telematics, che nel 2014 viene acquisita da Renova Group, per poi essere rivenduta a settembre di quello stesso anno al gruppo di private equity Pamplona Capital Management. Dopo un tentativo di collocarsi in borsa andato in fumo nel 2018, Enrica esce dall’azienda e si trasferisce a Londra. Qui assume l’incarico di CFO della Suse Linux GMBH, storica società open source.

Nel 2020, trovandosi a dover gestire i lunghi tempi morti dovuti ai lockdown, ha scelto di coltivare una nuova idea imprenditoriale: fonda così Wallife assieme a Fabio Sbianchi (visionario fondatore di Octo Telematics). Wallife ha un l’obiettivo preciso: fornire protezione da rischi ancora sconosciuti, incentrati su tre aree di ricerca: Biometrics, Genetics, Biohacking. Un’insurtech con gli occhi puntati al futuro.

L’idea convince gli investitori: il 20 luglio 2022 Wallife ha annunciato di aver completato un round di investimento da 12 milioni di euro guidato da United Ventures, gestore italiano di Venture Capital specializzato in investimenti in startup tecnologiche. Wallife conquista così il settimo posto in Europa nel settore insurtech per valore del round di investimento di Serie A nel 2022, secondo la classifica di Crunchbase.

Qui l’intervista di EconomyUp in occasione del round

Assieme al round, arriva un premio: Enrica Angelone figura tra le dieci professionisti che hanno ricevuto il Premio Internazionale Tecnovisionarie, promosso da Women&Tech, volto a riconoscere il valore di donne che, nella loro attività professionale, hanno testimoniato di possedere visione, privilegiando l’impatto sociale, la trasparenza nei comportamenti e l’etica.

Chiara Rota, My Cooking Box

Già uno dei simboli della donna startupper, ha ottenuto un nuovo grande traguardo quest’anno Chiara Rota, fondatrice e CEO di My Cooking Box: la startup del meal kit italiano si trova ora sugli scaffali di Walmart.

La storia di Chiara Rota comincia dall’Università degli Studi di Bergamo, dove si laurea in Ingegneria Gestionale. Fa esperienza in Parmalat e poi negli Stati Uniti con un’altra multinazionale italiana, ricoprendo ruoli dal controllo di gestione alle operations. Negli Stati Uniti nasce l’idea di My Cooking Box: un modo per valorizzare l’amato patrimonio enogastronomico italiano, proponendo confezioni con gli ingredienti originali, già selezionati e facili da usare.

La startup nasce nel 2015, e colleziona partnership con attori importanti come Cameo, Rizzoli Emanuelli, Eataly, Calvé. Apre nel 2019 il suo primo negozio monomarca a Milano. In risposta all’esponenziale crescita dell’ecommerce in tempi di pandemia, ha in seguito stretto una partnership anche con Edenred, per un ulteriore potenziamento del business e del sito di ecommerce. Nel 2022, un grande traguardo: My Cooking Box è il primo meal kit italiano a entrare in Walmart, il retailer numero uno al mondo.

Nello stesso anno, Chiara Rota è stata uno dei volti della campagna digitale Tech is Woman, lanciata da MediaWorld, in collaborazione con Girl Tech per abbattere i pregiudizi e il gender gap nel settore della tecnologia. E nonostante sia ormai una startup meno giovane, continua a crescere: nel settembre

A chi oggi pensa ad un futuro da imprenditrice, consiglia:

“È meglio partire subito con qualcosa di non perfetto, ma partire. È importantissimo andare a testare, ricevere feedback, e da lì costruire e ricostruire”.

Cristina Angelillo, Marshmallow Games

Cristina Angelillo

La sua startup ha cominciato a prendere forma insieme alla prima figlia: Cristina Angelillo era incinta quando, per problemi legati alla gravidanza, è stata costretta a restare completamente a riposo. Cristina stava dedicando tutte le proprie energie all’azienda, ma voleva qualcosa di più: concentrarsi sulle passioni più autentiche, i bambini e la didattica, e quindi creare qualcosa di veramente suo, come la figlia che stava per generare.

Il 7 agosto 2014 è nata l’applicazione Marshmallow Games, due settimane dopo è venuta alla luce Gaia. Da allora è diventata imprenditrice, oltre che madre. Ha lavorato sull’idea iniziale, l’ha affinata, ha partecipato a bandi, concorsi, premi, ha espanso l’attività, ha assunto persone. Tutto questo restando volutamente al Sud, nella sua città natale, Bari. A giugno 2022 è arrivato per la startup un round di investimento di 2 milioni di euro, guidato da CDP Venture Capital Sgr, attraverso il Fondo Italia Venture II – Fondo Imprese Sud, che porta così il capitale raccolto a 3,5 milioni.

Non solo startupper: nel 2021, all’età di 38 anni, Cristina Angelillo è stata eletta presidente di InnovUp, l’associazione che rappresenta l’ecosistema italiano, per il triennio 2022-2024. Nel frattempo ha avuto un’altra figlia. La conferma che si può essere giovane mamma e imprenditrice innovativa. Un’eccezione nel panorama italiano, dove poco più di una startup su 10 è fondata da una donna? Potrebbe diventare sempre più la regola.

Cristina Pozzi, Impactscool

donne e startup

Nominata Young Global Leader, Cristina Pozzi è CEO e Co-founder di Impactscool, organizzazione no profit che organizza eventi, conferenze e workshop per la divulgazione delle tematiche legate alle nuove tecnologie quali robotica, blockchain, intelligenza artificiale.

Milanese, laureata all’Università Bocconi ed ora trapiantata a Verona, Cristina Pozzi si definisce “future maker”. È esperta di scenari futuri in relazione alle tecnologie emergenti della quarta rivoluzione industriale (intelligenza artificiale, robotica, biotecnologie, stampa 3D, blockchain), e si impegna ad “educare al futuro” rendendo questi temi complessi accessibili al più vasto pubblico possibile.

Nel 2019 ha ricevuto la nomina di Young Global Leader (2019-2024) dal World Economic Forum, associazione no-profit con sede a Ginevra, un importante riconoscimento internazionale che non veniva assegnato a un cittadino italiano da 5 anni.

Ha fondato nel 2006 con Andrea Dusi Wish Days, venduta poi nel 2016 a Smartbox in una delle exit più importanti in Italia negli ultimi 10 anni, e nel 2017 Impactscool, assieme ad Andrea Dusi e Andrea Geremicca, acquisita da Treccani e diventata Treccani Futura nel 2021.

A luglio 2022, Treccani Futura è cresciuta grazie all’investimento di CDP Venture Capital, che ha portato a una ricapitalizzazione (7,6 milioni di euro) tra le più significative nel settore edtech in Italia. Prosegue così il viaggio intrapreso da ImpactSchool.

Cristina Pozzi è autrice del libro “Benvenuti nel 2050. Cambiamenti, criticità e curiosità”, edito da EGEA.

Maria Cesaria Giornado, HRCoffee

maria cesaria giordano

Maria Cesaria Giordano è un’imprenditrice e mamma fondatrice di HrCoffee, startup innovativa che dal 2018 aiuta le aziende a dar voce ai propri dipendenti coniugando i loro bisogni con quelli dell’azienda, grazie a una tecnologia che favorisce e stimola l’interazione tra i collaboratori creando un ambiente di lavoro, inteso come luogo digitale, fatto di connessioni e condivisione. Non a caso a dicembre 2022, HRCoffee è stata la prima startup italiana ad aver adottato lo Statuto della Persona: un protocollo per la valorizzazione di tutti gli stakeholder dell’azienda e per favorire benessere, produttività, coinvolgimento, crescita, inclusione e rispetto all’interno dell’ambiente di lavoro.

Laureata in Psicologia dell’organizzazione e della comunicazione con Master in Progettazione e Management del Multimedia per la Comunicazione a Torino, è da sempre sostenitrice dell’importanza della comunicazione interna e della valorizzazione del dipendente per un miglior rendimento professionale e aziendale, e ha negli anni ritrovato nei social le dinamiche ottimali a favorire l’engagement dei dipendenti.

“Sono cresciuta in una famiglia dove la mamma è la donna di casa che deve accudire i figli e gestire le faccende domestiche. Il papà è l’uomo/il lavoratore che porta a casa i soldi al fine di fare investimenti per i propri figli e dare la possibilità alla mamma di gestire tutte le attività di casa. Un compromesso tra i due che piaceva e piace ancora oggi. Io, al contrario, ho sempre sentito l’esigenza di superare questa visione dei ruoli ma senza che nessuno me lo facesse pesare. Ho sempre pensato che grazie allo studio sarei stata una donna libera di scegliere la mia strada” racconta Maria Cesaria, “Oggi noi donne, imprenditrici e mamme stiamo superando pregiudizi e sfidando il temuto soffitto di cristallo, ovvero “il senso di colpa”.

“La donna ha un grande super potere che è quello di “partorire” ma non per questo debba esser l’unica in famiglia a sacrificare il suo lavoro. Lasciamo che siano le donne a decidere cosa voler fare se continuare lavorare o accudire i figli. Intanto, spetta al territorio garantire servizi economicamente sostenibili per entrambi i genitori”.

Francesca Gargaglia, Amity

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Una startupper italiana di 29 anni, con esperienze internazionali alle spalle, che fonda una società del deep techAmity, in Thailandia con un altro enfant prodige dell’imprenditoria innovativa, si prepara alla conquista dell’Europa partendo da Londra e poi decide di aprire una sede a Milano: è la storia di Francesca Gargaglia, perugina d’origine, milanese durante gli anni dell’università in Bocconi e poi cittadina del mondo. La dimostrazione che anche l’Italia è in grado di produrre autentici talenti imprenditoriali under 30.

Amity, piattaforma tecnologica per la creazione di social network e comunità digitali, è stata fondata nel 2020, ha sede in UK ma nel 2022 ha deciso di aprire l’headquarter europeo a Milano.

Qui un approfondimento

Gioia Lucarini, Relief

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Gioia Lucarini è ingegnere biomedico e attualmente Post-Doc presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna nel gruppo di Robotica Chirurgica e Tecnologie abilitanti.

Autrice di 12 paper e di più di 24 abstract a conferenze internazionali, ha partecipato attivamente a differenti progetti europei e nazionali fornendo un contributo scientifico e tecnico ed ha collaborato nella scrittura di diversi proposte di progetti nazionali ed internazionali.

“Per un po’ di anni non mi sono mai soffermata troppo a pensare se fosse il percorso che desideravo davvero intraprendere o solo quello che soddisfava le aspettative altrui: laurea con il massimo dei voti e in tempi rapidi, dottorato, periodo negli USA…. ero come un treno che percorre a massima velocità il suo binario senza permettersi nessun deragliamento!” racconta Gioia Lucarini in un’intervista.

“Poi due esperienze mi hanno rallentata. La prima è stata il mio periodo all’estero presso la Harvard Medical School: lasciare tutti per otto mesi e mettere da parte le mie certezze, mi ha insegnato che è giusto fermarsi in qualche stazione per fare “rifornimento”, cosí come è utile ogni tanto cambiare la prospettiva. La seconda è stata avere un figlio: oltre alla miriade di emozioni belle che può generare, mi ha insegnato che la vita è imprevedibile e non si può programmare tutto.”

Insieme a Tommaso Mazzocchi, Leonardo Marziale, Leonardo Ricotti e Novello Pinzi ha fondato lo spin-off della scuola Sant’Anna Relief, diventata a marzo 2019 startup del settore biomedicale, di cui è CEO e Chief Medical Officer. Relief ha sviluppato una soluzione per contrastare l’incontinenza urinaria tramite un innovativo dispositivo brevettato.

Diversi i premi che si è aggiudicata la startup: a partire dalle Borsa ricerca Salerno e dalla Start Cup Toscana che ha dato accesso al Premio Nazionale dell’Innovazione (vinto nella categoria Life Sciences), insieme ad altri premi speciali come Premio Fondazione Golinelli, il premio di Associazione Ingegneria Clinica AIIC, e il premio di Boost Heroes e Mamacrowd e il Pharmintech. E ancora, il Premio dei premi al Senato, e la vittoria del programma di accelerazione di Gaetano Marzotto. Infine, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di vincitore degli Italian Master Startup Award (IMSA) 2021, il premio su base nazionale che va a riconoscere gli effettivi risultati conseguiti dalle startup nate in ambito accademico.

Nel 2022, ha continuato la sua crescita ed è stata tra le 4 startup toscane selezionate nel Premio Cambiamenti di CNA, contest che ha l’obiettivo di scoprire, premiare e sostenere le migliori imprese italiane nate negli ultimi quattro anni, che hanno saputo riscoprire le tradizioni e rinnovare il Made in Italy.

“Molte volte quello che può sembrare una sconfitta, può in seguito rivelarsi un importante alleato per migliorare la visione aziendale o lo sviluppo del prodotto.” commenta Gioia, “È una vita alla continua ricerca della crescita, senza mai raggiungere il completo appagamento, ma come canta Ligabue, chi si accontenta gode…così così“.

Ester Liquori, Ghostwriter AI

donne e startup

Ester Liquori è una donna nata in Sicilia e residente a Torino, fondatrice e CEO di Ghostwriter AI, piattaforma di content marketing basata sull’intelligenza artificiale, capace di analizzare comportamenti di acquisto, interessi e target di audience su tutti i tipi di settori.

Si laurea all’Università degli Studi di Palermo in Communication & Media Studies, e svolge diversi corsi successivi in diverse istituzioni, tra cui IED e Stanford University, e accumula esperienza lavorando in varie aziende, dalla web agency all’organizzazione fiere ed eventi in vari Paesi.

Questo percorso la porta ad essere CEO di You Are My Guide, fondata con Mauro Bennici, CTO, professionista e inventore dei sistemi innovativi che sono alla base di Ghostwriter.

Ghostwriter AI nasce in seno a I3P – Incubatore del Politecnico Torino. Il progetto ha richiesto 4 anni, ma risalgono al 2012 i primi lavori in campo business intelligence e analisi dei dati, quando ancora in Italia si sentiva molto poco parlare di Cloud. Ghostwriter vede la luce nel gennaio 2018, anno in cui Liquori viene nominata tra le 15 donne più influenti da Digitalic Magazine.

E’ uscito a novembre 2020 il suo libro, “Marketing (artificialmente) intelligente. AI, uomo e macchina”.

Imprenditrice e speaker, Ester Liquori ha tenuto un Ted Talk a TedxLegnano nel 2019, oltre ad interventi al Web Marketing Festival e SMAU Milano, sui temi di Digital Trasformation e applicazione dell’AI al marketing. Nel 2022 è stata “ingaggiata” anche dalla multiutility italiana Acea per la realizzazione del suo format di formazione aziendale InnovAction, progetto per introdurre i dipendenti alle tecnologie di oggi.

Qui la sua Ted Talk di Legnano:

Come crescere un’intelligenza artificiale | Ester Liquori | TEDxLegnano

Come crescere un’intelligenza artificiale | Ester Liquori | TEDxLegnano

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Marta Bonaconsa, Nanomnia

donne e startup

Laureata all’Università degli Studi di Padova con dottorato a Verona in Neurobiologia e neuroscienze, Marta Bonaconsa è CEO e co-founder di Nanomnia, startup che ha sviluppato nano-capsule per ridurre la tossicità degli agenti chimici incapsulando i principi attivi.

L’idea di Nanomnia nasce nel Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, nell’ambito di un progetto di ricerca in neurobiologia: lì Bonaconsa conosce Michele Bovi e Pietro Vaccari, che sarebbero diventati gli altri due fondatori della startup. Mentre costruiva la sua carriera professionale, Bonaconsa è diventata mamma di quattro bambini, e le scelte professionali hanno dovuto necessariamente tener conto di quelle personali. Nonostante ciò, è riuscita a creare e sviluppare una realtà innovativa come quella di Nanomnia.

La startup, che utilizza le biotecnologie per la sostenibilità ambientale con campi di applicazione che spaziano dalla biomedicina alla nutraceutica, fino alla cosmesi e all’agricoltura, ha raccolto un primo round in crowdfunding nel 2019 ed ha lanciato una seconda campagna nel 2020.

La storia di successo di Nanomnia raccontata da Marta Bonaconsa, CEO e Co-Founder

La storia di successo di Nanomnia raccontata da Marta Bonaconsa, CEO e Co-Founder

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Nel 2022 un importante riconoscimento della sua ricerca da parte del mondo corporate: la startup è stata premiata da Intesa Sanpaolo e Fondazione Bellisario con la “Menzione speciale Nuova Imprenditoria Femminile”. E’ inoltre tra le realtà innovative selezionate per partecipare al programma Elite Lounge di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Elite di Borsa Italiana, tramite il quale avrà la possibilità di accedere a servizi integrati e a una rete di professionisti e investitori internazionali per agevolare l’accesso al mercato dei capitali, anche alla luce delle risorse messe a disposizione con il Pnrr.

Valentina Menozzi e Alice Michelangeli, Prometheus

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Valentina Menozzi e Alice Michelangeli sono state le uniche italiane selezionate come finaliste dell’EU Prize for Women Innovators 2020, nella categoria Rising Innovators, riservata agli under 35, grazie alla loro startup Prometheus, co-fondata insieme a Riccardo della Ragione.

Michelangeli e Menozzi, entrambe laureate all’Università degli Studi di Parma, sono rispettivamente CSO e CTO della startup startup biotech innovativa che, fondata nel 2017 a Parma, opera nel campo della medicina rigenerativa.

Nello stesso anno della sua fondazione, la startup ha vinto la Start Cup Emilia-Romagna, e nel 2018 il programma Unicredit Start Lab. E la sua storia di innovazione vincente non si è fermata: nel 2021 è finalista del programma B Heroes, ideato da Fabio Cannavale e realizzato in collaborazione con Intesa SanPaolo, e nel 2022 si è distinta tra le vincitrici del contest “Donna Economia & Potere” organizzato dalla Fondazione Bellisario con il sostegno di Intesa Sanpaolo e EY.

Il team di Prometheus ha realizzato un dispositivo automatizzato a Biostampante 3D che, grazie a una tecnologia rivoluzionaria, realizza cerotti riassorbibili ottenuti da un derivato del sangue del paziente, tessuti organici per la cura delle ferite animali di difficile rimarginazione. Una innovazione che verrà potrebbe essere estesa anche alla cura degli esseri umani.

Sara Malaguti, Flowerista

donne e startup

Sara Malaguti, classe 1984, è imprenditrice digitale ed ideatrice del “digitale gentile”: un nuovo modo di fare marketing basato su un percorso di crescita e di consapevolezza di sé, sul postulato che “la chiave per partire e per differenziarsi è scoprire la propria unicità”. Nel 2022 è una delle 50 imprenditrici italiane più innovative secondo GammaDonna.

Dopo aver conseguito a Bologna una prima Laurea in Lettere e una successiva in Gestione e innovazione delle organizzazioni culturali e artistiche, a 24 anni Sara parte alla volta di Milano per avviare la sua carriera nella finanza internazionale a Piazza Affari. Qui lavora 10 anni, durante i quali però non abbandona il sogno di applicare le sue competenze di project management alle industrie creative, però, non sfuma.

Così, dopo una carriera decennale nell’ambito della finanza internazionale, nel 2017 Sara dà le dimissioni da Borsa Italiana e lascia Milano per raccogliere le idee tra le montagne di Varese: qui nasce Flowerista, ecosistema di servizi digitali specializzato in formazione, networking, visibilità, crowdfunding e internazionalizzazione.

“Non ho mai creduto nelle dicotomie assolute” racconta Sara, Il mio sforzo è stato portare i dati, l’organizzazione, il project management e il digital marketing nelle creative industries, il mio primo amore.”

Oltre a Flowerista, Sara è co-founder di Premiato Biscottificio Varese, uno spazio creativo nell’ex biscottificio del centro di Varese, e Vivarium Creative Lab, un’agenzia di comunicazione specializzata in strategie digitali e content marketing per il web. Ha inoltre sviluppato Flip Academy, il percorso semestrale che fornisce un metodo per creare un brand da zero, e Business ’n’Play, un gioco che nasce dalla sua passione per la gamification con lo scopo di condurre i giocatori verso la presa di consapevolezza di sé.

Qui un breve video in cui si racconta

Sara Malaguti Flowerista_video presentazione

Sara Malaguti Flowerista_video presentazione

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Federica Gambel, Coder Kids

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Federica Gambel, madre di tre figli, ha fondato nel 2015 Coder Kids, un centro di sviluppo e ricerca per avviare i ragazzini ai temi del coding e della robotica educativa.

Gambel, figlia di due architetti, sognava da bambina di fare la veterinaria, ma ha presto intuito l’importanza di imparare ad usare il computer. Inizia a lavorare per una web agency, realizzando anche i primi siti web di Alitalia e Pirelli. Passa poi a lavorare a Deloitte, dove si occupa di comunicazione digitale, ma decide nel contempo di completare la sua formazione: così si si iscrive a Scienze e tecnologie della comunicazione e si laurea con una tesi su Internet a misura di bambini.

L’idea di Coder Kids nasce da un video di Code.org in cui comparivano, tra gli altri, Bill Gates e Mark Zuckerberg, e dove si diceva che ai bambini che, qualunque cosa avessero voluto fare da grandi, avrebbero dovuto imparare a programmare.

Nel 2014 vengono creati i primi corsi, e nel 2015 viene ufficialmente fondata la società. Nel 2020, la sua Coder Kids è stata selezionata tra le vincitrici dell’iniziativa MIA – Miss In Action programma di accelerazione dedicato all’imprenditoria femminile, promossa da BNP Paribas Italia e Digital Magics.

Oggi continua a lavorare alla sua missione di diffondere la cultura STEM per i bambini, a partire dalle scuole. Anche grazie al progetto CampBus@School realizzato dal Corriere della Sera per fornire un percorso gratuito sulla cittadinanza digitale per studenti e insegnanti, di cui è coordinatrice didattica.

Le misure più urgenti per fare dell’Italia un Paese (anche) per le donne? Secondo Gambel è un problema endemico che va affrontato alla radice.

“Vorrei che le donne avessero fiducia nelle loro possibilità” spiega, “che avessero la speranza di poter credere di poter fare anche loro quello che fanno gli uomini”.

(Aggiornato: settembre 2023)

Articolo originariamente pubblicato il 08 Giu 2022

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Maura Valentini
Maura Valentini

Laureata in lingue orientali, sono un'amante di Giappone e innovazione. Parte del gruppo Digital360 dal 2020, scrivo per le testate EconomyUp, InsuranceUp e Proptech360.

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