CREATOR ECONOMY

340 milioni a Bending Spoons: ecco perché la pmi innovativa ha raccolto una cifra record per l’Italia

L’operazione si suddivide in circa 300 milioni di debito e circa 40 milioni di equity. Hanno contribuito esponenti internazionali della tecnologia e dei media, oltre a Intesa Sanpaolo e Banco BPM. Nell’azionariato Fedez e Agassi. Bending Spoons punta così a diventare una star della “creator economy”. Ecco come

Pubblicato il 27 Set 2022

Luca Ferrari, CEO Bending Spoons

In pista da circa 9 anni, prima come startup, poi come pmi innovativa, un parterre di investitori dai nomi prestigiosi e un forte impegno per la crescita, Bending Spoons, sviluppatore di applicazioni per dispositivi mobili, ha raccolto un totale di oltre 340 milioni di dollari. Una cifra non comune nell’ecosistema italiano dell”innovazione. L’operazione, come riporta Milano Finanza, si suddivide in circa 300 milioni di debito e circa 40 milioni di capitale. Tra gli investitori figurano star internazionali nei settori della tecnologia, dei media, dell’intrattenimento e dello sport, oltre a gruppi bancari come Intesa Sanpaolo e Banco BPM. Con oltre 500 milioni di download e 90 milioni di utenti attivi mensilmente, Bending Spoons è tra i principali sviluppatori al mondo di app e molti suoi prodotti sono destinati alla creazione di contenuti foto e video. La società si è dunque affermata nella “creator economy”, che vale già oltre 104 miliardi di dollari a livello mondiale. Ma vediamo meglio come è nata, cosa fa e perché ha ricevuto un finanziamento così rilevante.

Come è nata Bending Spoons

L’idea di Bending Spoons è nata in Danimarca da quattro giovani italiani: Francesco Patarnello, originario di Padova, Luca Ferrari di Verona, Matteo Danieli di Vicenza e Luca Querella di Torino. Tutti ingegneri, tre laureati all’Università di Padova, uno al Politecnico di Torino. Il quinto componente del team, Tomasz Greber, è polacco.

Dopo la laurea i quattro italiani hanno vinto una borsa di studio per conseguire un master a Copenaghen. Una scelta non casuale: la scholarship era prestigiosa e i ragazzi desideravano fare un’esperienza in una nazione nordica. Lì hanno fondato la loro prima startup, Evertail, che dopo due anni è stata chiusa. L’iniziale fallimento è servito loro per ripartire imparando dagli errori. Hanno poi dato vita, nel giugno 2013 a Bending Spoons, così chiamata da un personaggio del film Matrix, un bambino in grado di piegare i cucchiai. Un riferimento a imprese impossibili, che poi così impossibili non lo sono. E gli startupper di cucchiai ne hanno piegati molti in questi anni di attività.

Nel 2014, da Copenaghen hanno scelto di tornare in Italia, a Milano. Quello stesso anno si sono dati da fare per vincere il pranzo con Riccardo Zacconi proposto da CharityStars, startup specializzata in aste di beneficenza. In quel periodo l’imprenditore italiano, londinese di adozione, era il personaggio del momento, avendo venduto la sua azienda per la cifra record di 5,9 miliardi di dollari al colosso americano di videogiochi Activision. “Con Zacconi vogliamo fare quattro chiacchiere e sentire cosa ha da consigliarci” ebbe a dire a EconomyUp uno dei fondatori di Bending Spoons, Francesco Patarnello.

Probabilmente i consigli di Zacconi sono serviti. Naturalmente da allora è successo anche molto altro.

L’ingresso dei Berlusconi e l’app anti-Covid

A luglio 2019 la startup ha deciso di aprire il capitale in vista di possibili aggregazioni di mercato e di una futura quotazione a Piazza Affari, della quale si parlava in quel momento. Nel capitale della società, con una quota complessiva in quel momento equivalente al 5,7%, sono entrati: H14, il family office di Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi, i tre figli di secondo letto del fondatore di Fininvest e Mediaset; Nuo Capital, la holding di investimenti della famiglia Pao-Cheng di Hong Kong; e StarTip, il veicolo al 100% controllato da Tamburi Investments Partners che concentra tutte le partecipazioni in startup e in società attive nel segmento del digitale e dell’innovazione.

A marzo 2021 il governo italiano, allora guidato da Giuseppe Conte, ha deciso di affidare alla PMI innovativa lo sviluppo di Immuni, app pensata per il contenimento del Covid19. L’applicazione non ha mai davvero funzionato, ma non per responsabilità del team di Bending Spoons, che peraltro aveva offerto la propria collaborazione a titolo gratuito.

Nel frattempo è diventata una delle aziende tecnologiche più note in Europa. Ad oggi conta oltre 350 collaboratori da tutto il mondo e ha ricevuto numerosi riconoscimenti come uno dei migliori luoghi di lavoro in Italia e in Europa. I suoi prodotti sono stati usati da più di mezzo miliardo di persone in tutto il pianeta.

Bending Spoons: la (ex) startup di Immuni tra le aziende cresciute più velocemente nella UE

Cosa fa Bending Spoons: il successo delle app per pubblicare contenuti sul web

Con oltre 500 milioni di download delle sue app, e oltre 90 milioni di utenti attivi al mese, Bending Spoons è oggi uno dei leader globali nello sviluppo e commercializzazione di app per smartphone. In particolare, molti dei prodotti fanno riferimento alla cosiddetta “creator economy”: influencer, appassionati di settori specifici e persone comuni che creano e pubblicano contenuti sul web.

Chi ha contribuito alla raccolta fondi

All’operazione hanno preso parte Intesa Sanpaolo, Banco Bpm e altre banche internazionali, oltre a diversi personaggi della tecnologia, dei media, dell’intrattenimento e dello sport come l’attore Ryan Reynolds e Kerry Trainor, fondatore di Creator Partners ed ex amministratore delegato di Vimeo e SoundCloud. Nell’azionariato di Bending Spoons si trovano poi anche il cantante Fedez, l’ex tennista Andre Agassi, il calciatore Keisuke Honda, l’ex numero uno di Google, Eric Schmidt, e Diego Piacentini, presidente di Exor Seeds, oltre ai già presenti H14, il family office di casa Berlusconi, Tamburi Investment Partners e Nuo Capital. Cherry Bay Capital, a fine 2021, aveva partecipato a un round di investimento di Bending Spoons.

“La nostra missione – ha dichiarato Luca Ferrari, amministratore delegato e co-fondatore di Bending Spoons – è quella di avere un impatto positivo e di lungo periodo sui nostri clienti, sui nostri collaboratori e sulla società in generale. Siamo orgogliosi di lavorare su prodotti che fanno la differenza per milioni di persone”.

“Sono entusiasta di ciò che Bending Spoons sta costruendo nella “creator economy”. Le loro app consentono a chiunque di diventare un genio creativo con il minimo sforzo” aggiunto Ryan Reynolds, attore e produttore di fama mondiale e co-fondatore della casa cinematografica e agenzia Maximum Effort.

“I creatori di contenuti hanno bisogno di tecnologie innovative che ridefiniscano continuamente ciò che è possibile. La passione di Bending Spoons per lo sviluppo di soluzioni creative mobile-first è il futuro e io sono entusiasta di essere parte di questa avventura” ha affermato Kerry Trainor, fondatore di Creator Partners ed ex amministratore delegato di Vimeo e SoundCloud, anche lui tra gli investitori.

Tra le app più note di Bending Spoons troviamo Splice, uno dei primi editor di video al mondo in termini di ricavi, e Remini, un editor di immagini basato su un’innovativa tecnologia di intelligenza artificiale che ha già permesso a decine di milioni di utenti in tutto il mondo di migliorare miliardi di fotografie. I fondi raccolti verranno utilizzati per finanziare innovazioni di prodotto, investimenti in marketing, e potenziali acquisizioni. “È fantastico che la missione di Bending Spoons sia così apprezzata da Ryan, Kerry e tutti i nostri investitori”, ha affermato Ferrari. “Il loro supporto ci rende ancora più entusiasti e fiduciosi verso il futuro di Bending Spoons e dei nostri prodotti”.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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