L'APPROFONDIMENTO

Smart road, che cosa sono le strade intelligenti del futuro e a che punto siamo in Italia

Grazie alle nuove tecnologie, le smart road possono dialogare con gli utenti a bordo dei mezzi per fornire in tempo reale informazioni su traffico, incidenti, meteo. Dal 2018 un decreto regola la sperimentazione e diversi progetti sono in cantiere. Da settembre 2020 via libera ai test dei veicoli più innovativi

Pubblicato il 29 Mag 2023

Smart road

Consentire la comunicazione e la connessione con i veicoli che la percorrono. È questo l’obiettivo delle smart road, le strade intelligenti che sono ormai un elemento fondamentale della nuova mobilità. Qualcuno le chiama strade del futuro, ma le smart road stanno già diventando realtà, in quanto tassello fondamentale in un più ampio progetto di smart city e smart mobility. Per questo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel 2018 ha emanato il Decreto Smart Road, indicando quali sono i nuovi servizi smart che riguardano le strade, e dove e quando verranno effettuati. A settembre 2020 il Decreto è stato aggiornato: ora prevede la sperimentazione di “mezzi di trasporto innovativi” che, per esempio, “non dispongono di un volante o di una pedaliera”. In altre parole si apre uno scenario di mezzi totalmente autonomi che cominciano a percorrere le nostre strade, naturalmente sotto la supervisione degli addetti ai lavori.

Anas vuole investire complessivamente 1 miliardo di euro nei prossimi anni per progetti di digitalizzazione, tra cui spiccano i 3000 km di smart road, progetto al quale lavora da tempo. A maggio 2021 ha comunicato che sono già in corso investimenti per 250mila euro.

Il 2022 è stato un anno molto importante anche per lo sviluppo delle smart road in Italia e a livello internazionale: sono stati identificati 190 progetti nel mondo a partire dal 2015, di cui ben 63 nel 2022 (+43% sul 2021). Nel nostro Paese sono state 15 le iniziative attivate nel solo biennio 2021-2022, dalla A35 BreBeMi alla A4 Torino-Milano fino alla A2 Salerno-Reggio Calabria.

Ma vediamo intanto cos’è una smart road e qual è la normativa al riguardo.

Che cosa sono le smart road

Questa la definizione ufficiale di smart road contenuta nel Decreto Smart Road emanato in Italia nel 2018 (vedi sotto):

“Si definiscono Smart Road  le  infrastrutture  stradali  per  le quali è compiuto (…)  un  processo  di  trasformazione  digitale  orientato  a introdurre piattaforme di osservazione e monitoraggio  del  traffico, modelli di  elaborazione  dei  dati  e  delle  informazioni,  servizi avanzati   ai   gestori   delle   infrastrutture,    alla    pubblica amministrazione  e  agli  utenti  della  strada,  nel  quadro   della creazione     di     un     ecosistema     tecnologico     favorevole all’interoperabilità”  tra  infrastrutture   e   veicoli   di   nuova generazione.

In altre parole la smart road è una “strada intelligente” sulla quale i veicoli che la percorrono possono comunicare e connettersi tra di loro. L’obiettivo è agevolare il trasporto grazie all’implementazione di sistemi di rilevazione del meteo e del traffico attraverso i quali i viaggiatori possono richiedere in tempo reale informazioni su condizioni stradali, del traffico o su situazioni particolari. Inoltre le smart road possono fornire servizi di deviazione dei flussi di traffico nel caso di incidenti, suggerimenti di traiettorie alternative, gestione di accessi, parcheggi e rifornimenti, interventi tempestivi in caso di emergenze. Il report Smart Roads presentato a gennaio 2020 da Indra, società internazionale di consulenza e tecnologia specializzata nella smart mobility, stima che le strade intelligenti genereranno nel 2022 un business da oltre 30 miliardi di dollari.

Focus sui big data

Per implementare le smart road sono essenziali i dati. Secondo uno studio diffuso dalla casa automobilistica Ford, grazie all’utilizzo dei big data sarebbe possibile determinare in largo anticipo le aree “più critiche” in termini di traffico e incidenti ogni giorno a Londra e nella sua area metropolitana. In riferimento ai costi diretti ed indiretti legati al traffico, i ricercatori hanno addirittura ricalcolato il danno in quasi 10 miliardi di sterline l’anno. In Italia, a luglio 2017, è stato siglato un accordo tra Roma Servizi per la Mobilità e InfoBlu, società del gruppo Telepass, per sperimentare una piattaforma digitale satellitare integrata per il controllo della mobilità nella capitale. La piattaforma, che integra le informazioni ricavate dai sensori mobili di Infoblu con le informazioni di Roma Servizi, è stata uno dei primi esempi di Internet of Things applicata ai Big Data.

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Il decreto Smart Road in Italia

Nell’aprile 2018 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha emanato il Decreto Smart Road ha dato il via alle strade intelligenti e alla sperimentazione dei veicoli a guida autonoma. La legge – specifica il Mit – scandisce interventi, tempi e tipi di strade interessate. Il decreto individua innanzitutto gli standard funzionali per realizzare strade più connesse e sicure che, grazie alle nuove tecnologie introdotte nelle infrastrutture stradali, possano dialogare con gli utenti a bordo dei veicoli, per fornire in tempo reale informazioni su traffico, incidenti, condizioni meteo, fino alle notizie turistiche che caratterizzano i diversi percorsi.

QUI IL DECRETO 28 FEBBARIO 2018 SULLE SMART ROAD

Secondo quanto riporta una nota del Ministero, i primi interventi “riguarderanno le tratte autostradali o statali di nuova realizzazione oppure oggetto di manutenzione straordinaria. In particolare, in una prima fase, entro il 2025, si interviene sulle infrastrutture italiane appartenenti alla rete europea TEN-T, Trans European Network – Transport, e su tutta la rete autostradale e statale. Progressivamente, i servizi saranno estesi a tutta la rete del Sistema nazionale integrato dei trasporti.

Nel decreto viene poi indicata un’altra data: il 2030. Entro quell’anno “saranno attivati ulteriori servizi: deviazione dei flussi, intervento sulle velocità medie per evitare congestioni, suggerimento di traiettorie, gestione dinamica degli accessi, dei parcheggi e del rifornimento, anche elettrico”. È prevista poi l’installazione di dispositivi per il monitoraggio strutturale della staticità delle opere stradali.

Il decreto Smart Road contiene un allegato tecnico nel quale sono riportate le specifiche funzionali di cui le infrastrutture (esistenti e di nuova realizzazione) dovranno dotarsi entro il 2030 per diventare smart. Domenico Colella e Giulia Loi, avvocati dello Studio Orsingher OrtuAvvocati Associati, lo hanno analizzato punto per punto per EconomyUp. Per accogliere i nuovi veicoli driverless – hanno puntualizzato i legali –  le infrastrutture della TEN-T (Trans-European Networks-Transport), dello SNIT di primo livello (Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti) e le autostrade, dovranno prima diventare “Smart Roads”. Come? Lo riporta appunto l’allegato tecnico del decreto. L’introduzione della connettività V2X – che permette lo scambio di informazioni tra veicoli e tra veicoli e infrastrutture, pedoni e device – darà vita ad un vero e proprio “ecosistema tecnologico”.  A rendere le strade “smart”, poi, l’introduzione di misure per la comunicazione dei dati ad elevato bit-rate, hotspot Wi-Fi dislocati in tutti i parcheggi e aree servizio, servizi di connessione per l’IoT e sistemi di rilevazione del traffico e del meteo in grado di fornire previsioni a breve termine. I costi di tali interventi saranno sostenuti dal concessionario dell’infrastruttura, del servizio o dall’ente gestore.

Decreto Smart Road: l’aggiornamento 2020

A settembre 2020 il Mit ha già predisposto, con l’ausilio dell’Osservatorio tecnico di supporto per le Smart Road e per il veicolo connesso e a guida automaticaun aggiornamento del decreto Smart Road, in fase di ultimazione del suo iter. Con tale Regolamento – si legge nella Relazione – si mira a estendere la sperimentazione su strada pubblica anche ai mezzi di trasporto innovativi, che non hanno uno schema classico rispetto al normale veicolo omologato oggi in circolazione (ad esempio non dispongono di un volante, di una pedaliera, ecc.).

Le sperimentazioni saranno attuate con il possibile contributo – si legge nel documento – di almeno tre soggetti: una startup italiana, la Next Future Transportation con sede a Padova, già attiva a livello internazionale nel settore e interessata a sperimentare i suoi mezzi innovativi anche in Italia; una società francese, Navya, azienda produttrice di mezzi di trasporto autonomi e fornitrice di soluzioni innovative di mobilità intelligente e condivisa; e una startup americana, Local Motors, che ha sviluppato un minibus a guida autonoma.

Smart Road: via libera ai test su strada dei mezzi più innovativi, c’è anche una startup italiana

Che cosa fa l’Osservatorio tecnico di supporto per le Smart Road

Per monitorare l’attuazione del provvedimento sulle smart road è stato istituito nel 2018 l’Osservatorio Smart Road presso il Mit. Diversi i compiti del nuovo istituto che, come riporta una nota del Ministero, deve “garantire, da una parte, il coordinamento nazionale tra le diverse iniziative locali presenti e future in ambito smart road e sperimentazione su strada di veicoli a guida automatica e, dall’altra, la promozione e il supporto di studi, ricerche e approfondimenti, con particolare attenzione al tema “sicurezza” e potrà avvalersi di ulteriori soggetti interni ed esterni al Ministero di comprovata professionalità ed esperienza, senza alcun onere per l’Amministrazione”.

Ci avviamo, dunque, verso una trasformazione digitale epocale, volta a garantire una migliore gestione del traffico e maggiore sicurezza. E l’Osservatorio è solo uno dei tanti tasselli che il nostro Paese sta mettendo per raggiungere l’obiettivo.

Le tecnologie per la strada intelligente

Internet of Things (IoT), Big data e intelligenza artificiale (AI), insieme a tecnologie come 5G e Edge Computing, Blockchain, Bim (Building Information Modeling), droni e Das (Distributed acoustic sensing), rivoluzioneranno il settore del traffico stradale guidandolo verso nuovi modelli di sfruttamento delle infrastrutture. In questo contesto, le società tecnologiche acquisiscono sempre maggiore importanza diventando partner delle società di trasporto. Le nuove tecnologie contribuiranno a convertire le strade convenzionali in ecosistemi intelligenti, abilitando una gestione del traffico in tempo reale e automatizzata, più sicura, efficiente e sostenibile. Una nuova mobilità che punta a migliorare l’esperienza del viaggiatore, riducendo le emissioni di Co2 e, nel futuro, puntando a ridurre o addirittura eliminare gli incidenti stradali.

Ma come vengono utilizzate nello specifico queste tecnologie per le smart road?

  • Grazie al continuo monitoraggio in tempo reale delle infrastrutture e della strada attraverso tecnologie IoT, si può rilevare lo stato del traffico e gestire la segnaletica dinamica.
  • ll flusso continuo dei Big data e gli algoritmi che analizzano le informazioni acquisite consentono di prevedere i flussi veicolari in determinate fasce orarie e in giorni specifici, o addirittura di effettuare calcoli probabilistici sui possibili incidenti che potrebbero verificarsi a certe condizioni di traffico.
  • L’Artificial Intelligence (IA) e l’attività di Data analysis contribuiscono a migliorare e ottimizzare la gestione della manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture stradali.
  • La tecnologia 5G offre una connessione a bassa latenza che garantisce nuove funzionalità e quindi un miglioramento delle prestazioni e della quantità di servizi disponibili.
  • L’Edge Computing,  tecnologia legata alla possibilità di trasferire parte dell’intelligenza presente nella rete ai suoi confini,  favorisce il debutto della guida autonoma.
  • La gran mole di dati da analizzare e mettere a sistema, tra cui la gestione dei tempi e l’analisi dei costi, richiede la progettazione BIM, rappresentazione digitale e tridimensionale delle opere infrastrutturali.
  • I droni possono diventare una sorta di occhi volanti per srovegliare viadotti, gallerie e aree non facilmente ispezionabili dai mezzi tradizionali.
  • Tecnologie come DAS (rilevamento acustico distribuito) e DTS (rilevamento termico distribuito) consentono di installare su strada dispositivi intelligenti e fibra ottica, dando l’opportunità di rilevare incidenti in tempo reale.

Come sarà la smart road del futuro: ecco la “foto”

Gli esperti di Indra prevedono un futuro in cui sarà possibile accedere con la realtà virtuale a un centro di controllo del traffico, fisico o in cloud, automatizzato e in grado di prevedere e mitigare un ingorgo, guidare un veicolo autonomo hackerato o rispondere in tempo reale prima di un incidente. Gli incidenti potranno essere rilevati in tempo reale grazie a dispositivi intelligenti e fibra ottica installati sulla strada, con tecnologie come Das (Distributed acustic sensing, rilevamento acustico distribuito), Dts (Distributed temperature sensing, rilevamento termico distribuito) e intelligenza e visione artificiale. Il sistema avrà la facoltà di gestire gli eventi in automatico. In pratica potrà prendere decisioni quali mobilitare droni attivi in prossimità per una valutazione iniziale della situazione, alterare il corso del traffico in previsione di un ingorgo, segnalare il pericolo agli utenti.

Smart road

Tutti i progetti in cantiere

Le smart road di Anas

Anas investirà complessivamente 1 miliardo di euro per le smart road nei prossimi 10 anni . Attualmente è in corso una prima fase con un investimento di circa 250 milioni euro in corso, anche grazie a contributi europei, nell’ambito del Programma Operativo PON Infrastrutture e Reti 2014-2020 del Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti e del Connecting Europe Facility per le reti Trans Europee TEN-T 2014-2020.

Questo primo step riguarda alcuni dei più importanti assi strategici del Paese: l’itinerario E45-E55 ‘Orte-Mestre’, in Veneto la statale 51 “di Alemagna”, in Sicilia la Tangenziale di Catania e la A19 ‘Autostrada Palermo-Catania’, nel Lazio le autostrade A90 ‘Grande Raccordo Anulare di Roma’, A91 ‘Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino’ e la A2 ‘Autostrada del Mediterraneo’.

Smart Road Cortina 2021

La sperimentazione di Anas, in occasione dei Campionati mondiali di sci alpino 2021 a Cortina d’Ampezzo, ha rappresentato la prima esperienza in Europa di Smart Road. La società ha dotato la statale 51 “Alemagna” di un’infrastruttura tecnologica Smart Road, per un investimento complessivo di circa 27 milioni di euro. Il progetto permette di fruire di una piattaforma integrata per la gestione della mobilità che garantirà la migliore qualità degli spostamenti nella Valle.

La Smart Road Cortina 2021, percorso di circa 80 km, utilizza il controllo e il monitoraggio continuo in tempo reale delle infrastrutture e della strada attraverso tecnologie IoT per migliorare i flussi di traffico e di aumentare i livelli di sicurezza stradale.

“Arena del futuro”: la smart road sull’Autostrada Brebemi

Un gruppo di grandi aziende e università è al lavoro per sperimentare sull’Autostrada Brebemi, nel bresciano, un tratto che consentirà alle auto elettriche di ricaricarsi senza fermarsi. Si chiama Arena del Futuro”. Obiettivo dichiarato: lo sviluppo di un innovativo sistema di mobilità delle persone e delle merci a zero emissioni lungo corridoi di trasporto autostradali. L’iniziativa è infatti incentrata sulle auto elettriche e sulla loro ricarica, in ottica di sostenibilità ambientale.

Smart road in Sardegna: la Sassari-Olbia

Anche la Sardegna dovrebbe avere una smart road. Entro il 2025 la Sassari-Olbia dovrebbe diventare una strada ad alta tecnologia, connessa in rete per lo scambio di informazioni tra automobilisti e tra questi e l’infrastruttura stradale. Un investimento per il quale sono state individuate risorse pari a 30,5 milioni di euro. La Sassari-Olbia sarà dotata di un sistema basato sullo scambio di informazioni tra veicolo e infrastruttura attraverso una serie di sensori. Questi sensori saranno in grado di raccogliere in tempo reale i dati di traffico, strada e ambiente circostante e trasmetterli attraverso la fibra ottica a un apposito sistema di gestione che elaborerà le informazioni raccolte sia per il monitoraggio del traffico  sia per la comunicazione all’utenza.

Autostrade 5G

L’Italia, inoltre, con il Brennero parteciperà al progetto Ue delle “autostrade 5G” per la mobilità connessa e automatizzata: l’iniziativa prevede una prima serie di corridoi di prova su larga scala per lo sviluppo delle tecnologie 5G che consentono tra l’altro la guida automatizzata di mezzi di trasporto pesanti come i camion.

Come funzionerà la smart road a Trieste

Per l’area triestina è stato lanciato nel luglio 2019 il progetto di Smart Road detto anche “Corridoio Meduri” in memoria di Giuseppe Meduri della Società Generale d’Informatica (Sogei), uno dei primi ad aver contribuito all’avvio dell’iniziativa. Smart Road prevede l’installazione di sistemi intelligenti di trasporto lungo il raccordo autostradale RA14 e RA13 e la strada statale 202 “Triestina”.

I sensori e le telecamere, connessi a un apposito software, permetteranno di rilevare ingorghi e code, così come di evitare i controlli doganali per i camion già riconosciuti dal sistema. Un modo, spiega l’Autority, per velocizzare imbarchi e sbarchi, tagliando i tempi morti e l'”errore umano”. Una quantità di dati da elaborare in tempo reale notevole, perché nella zona passano in media 700 veicoli al giorno.

Smart road e UE

Le smart road sono il tassello chiave del piano Cooperative Intelligent Transport Systems della Ue che ha come obiettivo quello di rendere le strade europee sempre più intelligenti per fare in modo che l’auto possa comunicare con le infrastrutture stesse. Un sistema, questo, che si muoverà grazie all’Internet of Things e alle comunicazioni via 5G e in cui tutto è connesso: dal semaforo fino al cartello stradale. I sensori delle vetture permetteranno agli utenti di ricevere quante più informazioni possibile, dagli aggiornamenti sul traffico fino alla velocità di marcia ottimale. Questo è il futuro, non lontano, che ci attende sulle strade.

(Articolo aggiornato il 29/05/2023)

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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