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Come sfruttare l’Open Innovation per accelerare la Trasformazione Digitale

L’Open Innovation porta molti benefici alle aziende. Ma come può essere utilizzata per sostenere i percorsi di trasformazione digitale? È il tema del nuovo videotalk della serie Digital Transformation Tools in programma mercoledì 16 febbraio. Ospite: Doris Messina di Banca Sella

Pubblicato il 11 Feb 2022

Photo by Vardan Papikyan on Unsplash

L’avvento delle tecnologie digitali sta rendendo la scienza e l’innovazione più aperte, collaborative e globali”: così si affermava nel documento Open Innovation, Open Science, Open to the World: A Vision for Europe, pubblicato dalla Commissione Europea nel 2016. Documento che, come visibile dal titolo, aveva l’obiettivo di favorire l’adozione di approcci più aperti alla scienza e all’innovazione da parte di imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini.

La rivoluzione digitale sta profondamente modificando il contesto competitivo nel quale le imprese erano solite operare: oggi le organizzazioni sono parte di un ecosistema dinamico in continuo e rapido cambiamento che ha permesso l’ingresso a nuovi attori, aumentando di fatto l’incertezza nel prendere decisioni.

Come sfruttare l’open innovation per la Digital Transformation?

È chiaro che aziende tradizionali e consolidate, indipendentemente dalle loro dimensioni, difficilmente sono in grado di agire come le startup in maniera agile, veloce e flessibile, caratteristiche oggi necessarie per rispondere all’innovazione disruptive. Esse devono, quindi, considerare metodi e strategie alternativi che le mettano nelle condizioni di giocare la propria partita in modo diverso.  Per queste ragioni, oggi, diverse realtà si sono avvicinate al mondo dell’Open Innovation. Ma come è possibile sfruttare al meglio le possibilità di questo approccio per le imprese impegnate nel proprio percorso verso la Trasformazione Digitale?

Domanda alla quale cercheremo risposta insieme a Doris Messina, Chief Digital Transformation Officer di Banca Sella, nel prossimo incontro del percorso Digital Transformation Tool in programma mercoledì 16 febbraio alle ore 17, condotto da Giovanni Iozzia, direttore di EconomyUp, dal titolo “Open Innovation: uno strumento per la trasformazione digitale”

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Doris Messina, Chief Digital Transformation Officer di Banca Sella

Open Innovation, un approccio sempre più diffuso

L’Open Innovation è stata teorizzata nel 2003 da Henry Chesbrough che, nel 2014 con Marcel Bogers, l’ha definita “un processo di innovazione distribuito, basato su flussi di conoscenza gestiti in modo mirato attraverso i confini dell’organizzazione. Più in generale, al centro dell’innovazione aperta c’è la capacità di creare un ecosistema in cui persone, organizzazioni e settori possono favorire la co-creazione. Implica modelli di business che trascendono i confini dell’organizzazione all’interno dell’ecosistema di innovazione”.

Si tratta di un fenomeno che anche in Italia è sempre più diffuso, perlomeno tra le grandi imprese. Infatti, secondo i dati più recenti degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, oltre l’80%, dato in continua crescita negli ultimi anni, delle grandi imprese ha avviato attività di Open Innovation, mentre tale approccio risulta essere meno diffuso nelle PMI: solo poco più del 40% di piccole e medie imprese risulta aver adottato iniziative di Open Innovation.

Open Innovation, uno strumento per la trasformazione digitale

L’Open Innovation stessa rappresenta un efficace strumento per sviluppare innovazione digitale e un valido supporto per le organizzazioni alle prese con i processi di Digital Transformation. Anche i dati degli Osservatori Digital Innovation confermano questo aspetto. Sono sempre di più, infatti, le fonti di stimolo esterne alle organizzazioni utilizzate per favorire l’Innovazione Digitale all’interno delle aziende: Top Management e funzioni aziendale mantengono ancora un ruolo fondamentale, ma sempre di più le grandi imprese italiane si avvicinano a startup (la categoria con la maggior crescita negli ultimi anni), clienti, università e centri di ricerca, dipendenti, ecc.

I benefici dell’open innovation

Il valore potenziale dell’Open Innovation per supportare la trasformazione digitale si può concretizzare in molti modi diversi. In sintesi, i principali benefici che un’organizzazione può cogliere grazie all’Open Innovation fanno riferimento alla possibilità di:

  • fare leva su competenze innovative e digitali non presenti all’interno dell’organizzazione, attraverso il lancio di contest (crowdsourcing, call4ideas, hackathon, …), sfruttando tali risorse in maniera rapida, flessibile ed efficiente;
  • introdurre nel proprio modello di business nuove value proposition digitali o, più in generale, infrastrutture, canali e competenze digitali attraverso acquisizione di startup tecnologiche;
  • velocizzare i propri processi di innovazione, riducendo al contempo i rischi associati, attraverso specifiche attività di collaborazione e co-creazione con partner e clienti;
  • diminuire i costi di sviluppo di innovazione, grazie alla condivisione di asset e risorse complementari (tecnologie, brand, canali, ecc.) con uno o più partner;
  • generare nuove fonti di ricavo, ad esempio attraverso la creazione di piattaforme digitali su cui altri attori possono sviluppare le loro innovazioni oppure favorendo – attraverso spin-off – lo sviluppo sul mercato di nuovi business meno correlati con il core business tradizionale;
  • vedere in anticipo trend e scenari di innovazione e ottenere un accesso privilegiato a tecnologie e soluzioni del futuro attraverso, ad esempio, collaborazioni con università e centri di ricerca e attività di scouting di startup.

Il mindset necessario per l’Open Innovation

Applicare l’Open Innovation all’interno delle aziende, e sfruttare il valore potenziale di questo approccio, richiede un diverso mindset, a partire dai decision maker che dovrebbero promuovere anche un cambiamento culturale complessivo all’interno dell’organizzazione. Ad esempio, le aziende faticano a sviluppare le idee provenienti dall’esterno, con il risultato che i dipendenti stessi guardano con diffidenza a quei progetti: è la cosiddetta sindrome del “not-invented-here” che tende a screditare il valore di ciò che non è generato internamente.

È quindi necessario agire sia a livello complessivo, su cultura, valori, organizzazione e processi volti a favorire e incentivare attività di innovazione, sia a livello individuale attraverso una maggiore diffusione della cultura e delle competenze imprenditoriali, condizioni che permettono alle organizzazioni di cogliere con maggiore efficacia i benefici delle attività di Open Innovation.

Approfondiremo come l’Open Innovation possa rappresentare un’opportunità per accelerare i processi di Digital Transformation nel prossimo incontro del percorso Digital Transformation Tool. Insieme a Doris Messina, Chief Digital Transformation Officer di Banca Sella ci confronteremo sulle attività, sugli strumenti e sulle modalità di Open Innovation che le imprese consolidate possono adottare per accelerare il proprio percorso verso la Digital Transformation. “Open Innovation: uno strumento per la trasformazione digitale” si terrà mercoledì 16 febbraio alle ore 17: per partecipare al videotalk registrati qui.

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Andrea Cavallaro
Andrea Cavallaro

PhD in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano, attualmente Associate Partner di Partners4Innovation. Supporta le imprese a cogliere le opportunità dell’Innovazione Digitale in percorsi di vera e propria Trasformazione Digitale, attraverso la progettazione di nuovi modelli organizzativi, basati sui principi di innovazione, agilità e imprenditorialità.

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