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Fare succedere l’innovazione in azienda: i tre compiti del CEO

Non deve creare l’innovazione, ma deve facilitarla, stimolarla in tutta l’azienda e indicare gli obiettivi. È quello che deve fare il top management secondo Luigi Lucà, CEO di Toyota Motor Italia, che ha appena lanciato il suo primo programma di intrapreneurship

Pubblicato il 18 Lug 2023

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La scorsa settimana sono stato invitato a Roma per aprire l’evento di lancio di “Innovation Explorers”, il nuovo programma di intrapreneurship di Toyota Motor. Il lancio di un nuovo programma (avevamo parlato di quello di Pelliconi solo un paio di settimane fa) testimonia, se mai fosse necessario, come l’intrapreneurship sia un’area in fortissima crescita, coniugando obiettivi di diffusione della cultura e dello spirito imprenditoriale con la creazione di un deal flow di progetti innovativi.

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Perché i CEO sono fondamentali per l’innovazione in azienda

Non vi parlerò del programma (anche perché essendo appena annunciato ha bisogno di tempo per mettere a terra risultati), ma delle parole di introduzione di Luigi Lucà, CEO di Toyota Motor Italia, che mi hanno colpito (nonostante fossi seduto nel backstage sul sedile della macchina che mi avrebbe pochi minuti dopo portato sul palco con un’entrata alquanto scenica). Luigi è stato capace di inquadrare, in modo semplice e lucido il ruolo che il top management di un’azienda deve avere nei confronti dell’innovazione. I CEO sono fondamentali per il successo dell’innovazione in azienda (si parla al riguardo di “top level buy-in”), visto che ci sono moltissime resistenze e barriere interne.

Luigi Lucà, CEO di Toyota Motor Italia

I tre compiti principali del CEO per favorire l’innovazione in azienda

In particolare, Lucà ha identificato i tre compiti principali che un CEO deve svolgere per sostenere il processo di innovazione (aperta) di un’azienda.

  1. Facilitare l’innovazione, non crearla

Il management non ha il compito di generare l’innovazione, ma di facilitarla, coltivarla e stimolarla. Ciò significa dare sufficiente libertà per poterla realizzare mettendo a disposizione strumenti, spazi ed organizzazione.”

  1. Stimolare l’innovazione in tutta l’azienda

“L’innovazione può essere generata ovunque. Ciascun dipendente può essere ispiratore di una idea innovativa. Non c’è bisogno di una specializzazione particolare per contribuire all’innovazione, anche se ci vuole un gruppo specializzato che ne coordini e guidi le attività.”

  1. Indicare gli obiettivi dell’innovazione

“L’innovazione deve avere un purpose molto chiaro. Dobbiamo sapere per quale motivo stiamo facendo l’innovazione. Se, da un lato, dobbiamo spingerci il più lontano possibile dal nostro spazio per poter acquisire nuove idee e modi di fare, dall’altro, dobbiamo avere sempre in mente il motivo per il quale lo facciamo, In caso contrario, sarà molto difficile realizzare e portare dentro la nostra organizzazione idee per quanto splendide.”

Visione, inclusione e delega se vogliamo sintetizzare il tutto. BTW, per approfondire il discorso ho inviato Luigi Lucà come ospite alla prossima puntata di Innovation Weekly. Se interessati l’appuntamento è, quindi, per sabato 22 luglio insieme con Giovanni Iozzia

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Alberto Onetti
Alberto Onetti

Chairman (di Mind the Bridge), Professore (di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria) e imprenditore seriale (Funambol la mia ultima avventura). Geneticamente curioso e affascinato dalle cose complicate.

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