Domec, portare la startup al Sud per trovare soldi e talenti (e creare lavoro)

«La società nasce a Milano nel 2014», racconta il fondatore Antonio Sorrentino. «Cercavo risorse ma anche sviluppatori». Così ha fatto il giro di finanziarie regionali e università e si è fermato a Potenza dove ha ottenuto 1,6milioni da Sviluppo Basilicata (e da altri investitori). «Ora stiamo per chiudere un altro round», anticipa a EconomyUp

Pubblicato il 31 Mag 2016

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Antonio Sorrentino, fondatore e amministratore delegato di Domec

Come fare startup al Sud? Andando a cercare risorse e talenti direttamente al Sud, tra società finanziarie pubbliche regionali e università. Questa almeno è la ricetta seguita da Antonio Sorrentino, imprenditore campano di 41 anni che ha ottenuto dal fondo di venture capital di Sviluppo Basilicata e da un gruppo di coinvestitori italiani ed esteri un finanziamento di 1,6 milioni di euro per la sua Domec, una startup fintech che ha sede a Milano e a Potenza.

La startup
Domec è una startup che si occupa di sistemi privativi di pagamento (i cosiddetti closed loop) e di servizi di marketing legati all’acquisizione clienti. I sistemi privativi di pagamento sono le monete virtuali emesse da determinate società e che possono essere spese solo in determinati punti vendita. Per intenderci: carte regalo, carte fedeltà, coupon e fuel card.

La società guidata da Sorrentino ha sviluppato una piattaforma software per gestire le transazioni legate a queste carte privative e ha agganciato a questa tecnologia un sistema che raccoglie i dati sui clienti e permette alle aziende di progettare sulle medesime carte programmi mirati di fidelizzazione. La soluzione proposta sta avendo riscontri di mercato incoraggianti: tra le imprese che utilizzano i sistemi di Domec ci sono nomi noti come Eataly, Autogrill e Italo; il fatturato 2015, a un anno dalla nascita, ha superato il milione di euro; nei primi mesi del 2016, la piattaforma ha all’attivo più di un milione di transazioni e, secondo le proiezioni, chiuderà l’anno con più di 10 milioni di operazioni.

Chi ci lavora
Domec dà lavoro a 25 persone, la metà delle quali lavora a Potenza, dove Sorrentino ha scelto di concentrare la maggior parte delle unità operative della società: tecnologia, ricerca&sviluppo, customer care, amministrazione.

La storia
“La società è stata fondata nel 2014 a Milano, dove al momento ci sono il quartier generale e l’area marketing”, racconta a EconomyUp il fondatore e amministratore delegato di Domec. “Siamo partiti con un autofinanziamento di 500 mila euro circa ma avevamo bisogno di trovare risorse per crescere. La mia intenzione era quella di spostare la parte tecnica dell’azienda al centro-sud affiancandomi alle università. Così ho incontrato numerosi investitori istituzionali delle regioni centro-meridionali a cominciare dalle agenzie regionali di sviluppo. E parallelamente giravo gli atenei proponendo di creare occupazione in ambito ingegneristico. Dopo vari giri, abbiamo trovato degli ottimi interlocutori in Sviluppo Basilicata (il cui fondo di venture capital ha una dotazione complessiva di 8 milioni di euro, ndr), la finanziaria regionale lucana a sostegno dello sviluppo, e abbiamo deciso di candidarci per avere risorse dal loro fondo di venture capital”.

Il finanziamento
Il round ricevuto, che prevede anche una parte di debito erogato da due banche italiane e coperto dal Fondo centrale di garanzia per le Pmi, servirà a sviluppare ulteriormente il prodotto per renderlo più facile da integrare con i sistemi già posseduti dalle aziende clienti, ad ampliare la parte commerciale e a potenziare l’area innovazione. “Abbiamo il dovere di spendere una parte di queste risorse per studiare nuove tecnologie e renderci ancora più appetibili per i nostri clienti”.

Per quanto riguarda l’occupazione, l’intenzione è di assumere 3-4 persone entro l’anno ma di arrivare nel giro di tre anni a uno staff che abbia nel capoluogo lucano una cinquantina di addetti. “Molti saranno proprio di Potenza e dintorni: avere dipendenti a cui piace lavorare vicino casa è un vantaggio perché aumenta il legame con l’azienda”.

La possibilità di procedere a questi nuovi innesti è anche connessa a un secondo round di finanziamento, questa volta con un fondo di venture capital privato, che a detta di Sorrentino sarebbe in dirittura d’arrivo e si aggirerebbe tra i 3,5 e i 4,5 milioni di euro.

Il nuovo progetto
“L’innnovazione che ora vogliamo sviluppare – spiega l’amministratore delegato di Domec – è la creazione di una piattaforma che permetta di spendere i punti o i benefici non utilizzati in un determinato punto vendita presso circuiti diversi: per esempio, se non posso o non voglio più consumare i dieci caffè che mi trovo sulla carta fedeltà di Autogrill posso cedere quei crediti e acquisire dei punti da consumare in un punto vendita Eataly o in un altro circuito che fa parte del sistema”.

L’imprenditore
D’altronde, tutta la carriera professionale di Sorrentino è andata avanti a colpi di innovazioni, anche se quelle con Domec sono le prime fatte come imprenditore. In un percorso che lo ha visto lavorare per Seat Pagine Gialle e ricoprire ruoli manageriali in Lottomatica ed Euronet Worldwide, è stato uno dei pionieri di alcuni servizi innovativi molto diffusi in Italia, dalla possibilità di pagare le bollette nelle tabaccherie alla ricarica del cellulare attraverso i codici presenti sugli scontrini della spesa. “Dopo aver avviato di fatto delle startup per conto di altre aziende, a un certo punto, complice la frequentazione di un mba (master in business administration) a Londra nel 2011, mi è venuta voglia di avviare un’impresa mia. E così, qualche anno dopo ho fondato Domec”.

L’ultima frontiera, conclude Sorrentino, sarà l’estero: “Oltre ad alcuni progetti già partiti su Londra e in Germania, abbiamo intenzione di aprire una sede in Spagna il prossimo anno per aggredire il mercato dell’America Latina, che ci sembra molto promettente”.

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