LA CLASSIFICA

Non solo Uber, le 10 startup americane più valutate

Dai 72 billions di Uber in giù: ecco quali sono e cosa fanno le startup made in Usa con la più alta valutazione, grazie anche a importanti round di investimento da parte dei fondi di venture capital. Nella classifica società note come weWork e fenomeni come Juul, fondata nel 2017 e già valutata 31 miliardi.

Pubblicato il 15 Feb 2019

Venture Capital

Startup e Venture Capital, un incontro decisamente felice. Il fenomeno degli investimenti di capitale rischio si conferma un trend in crescita e sono tante le imprese innovative che hanno conseguito round significativi grazie al venture capital. Un’area particolarmente interessata da investimenti importanti è la San Francisco Bay, dove si concentra un alto tasso di imprese che hanno ottenuto round da capogiro e che tutt’ora sono tra le startup più valutate al mondo.  Ecco la top ten, secondo i dati raccolti da Pitchbook.

Startup e Venture Capital: tutti i numeri, dalle auto allo spazio

Il Venture Capital porta in alto le startup: chi detiene il primato negli Stati Uniti? Rispetto all’anno passato, sul gradino più alto del podio c’è ancora Uber. Il colosso del trasporto privato mantiene ancora il primo posto della classifica, fino a quando non cesserà di essere un business sostenuto da fondi VC. Secondo alcune fonti, il passaggio del gigante di San Francisco al pubblico dovrebbe avvenire proprio nel 2019. Al di là della prima posizione, nel resto della classifica si registra molto più movimento: tra gli ingressi più interessanti c’è JUUL, il dispositivo alternativo alla sigaretta tradizionale. La new entry ha raccolto un gigantesco round da 12,8 miliardi di dollari dalla multinazionale del tabacco Altria e ora detiene il terzo posto con una valutazione di circa 38 miliardi di dollari. Un altro settore che gode di ottime stime è quello aerospaziale: la SpaceX di Elon Musk si colloca al quinto posto della lista con una valutazione di 30,5 miliardi di dollari. Anche per il settore dei pagamenti online si nota grande interesse: dopo aver  raccolto 100 milioni di dollari a gennaio, Stripe ha raddoppiato la sua valutazione aggiudicandosi il sesto posto. In salita ci sono anche i fornitori di spazi co-working We Company (WeWork) e gli sviluppatori di software gaming Epic Games, che hanno recentemente visto aumentare le loro valutazioni. Riportiamo qui la tabella di Pitchbook, che offre una panoramica sulle prime dieci posizioni, comprese date e dimensioni degli ultimi round.

Le 10 startup del Venture Capital made in USA più valutate, source: Pitchbook
  • Uber

    Uber
    La storia dell’autista personale per tutti inizia nel 2009, a San Francisco. Una sera a Parigi, i fondatori Garrett Camp e Travis Kalanick non riescono a trovare un taxi: ne nasce un’idea di un servizio autista alternativa, la Uber Technology Inc. Nel 2011 arriva uberCAB, la prima app che consente di richiedere un servizio autista con il solo utilizzo mobile. Sempre nello stesso anno, viene ufficialmente assegnata la prima auto nera per una corsa nella città di San Francisco. La società accorcia il proprio nome in Uber e inizia la crescita esponenziale grazie ai primi investimenti, conquistando New York, Seattle, Chicago, Boston, Washington e sbarcando oltreoceano a Parigi grazie ad un investimento di Menlo Ventures di 26,5 milioni di dollari. Dopo l’Australia, nel 2014 la società raggiunge la Cina (attualmente uno dei maggiori mercati grazie all’investimento di 600 milioni di dollari del motore di ricerca Baidu) e lancia uberPOOL il servizio di condivisione delle corse. Un ulteriore passo avanti avviene nel 2015, con l’ingresso nel segmento food grazie al lancio di UberEats a Los Angeles, New York e Chicago. Tra le ultime mosse dell’azienda, la riorganizzazione strategica ha previsto l’ingresso come CEO dell’ex-manager Expedia Dara Khosrowshahi al posto di Kalanick (2017) e consistenti investimenti nelle driverless car, manovra che però ha subito più volte rallentamenti a causa di costi eccessivi ed incidenti.

    wework

    WeWork
    Non solo dei semplici uffici dal design accattivante, ma una vera e propria community: da questo proposito nasce nel 2010 il primo spazio di lavoro condiviso a Soho, New York dei founder Adam Neumann e Michael McKelvey, entrambi cresciuti in un ambiente di comunità. Nel 2011, il coworking apre il primo WeWork Lab, un incubatore che consente alle startup di concretizzare il proprio business. Tra le imprese innovative che hanno aderito al progetto si possono elencare ConsumrHackHands, Whole Whale, Coupon Follow, TurfFitocracyReddit e New York Tech Meetup. Negli anni, la valutazione della startup è cresciuta rapidamente, raccogliendo finanziamenti da Fidelity Investments, Benchmark Capital, T. Rowe Price, Harvard Management Co., Wellington Management, J.P. Morgan Chase, e Goldman Sachs. Dalla sua fondazione, partendo dai 100 milioni di dollari del 2012 ai 5 miliardi del 2014, fino ad arrivare ai 10 miliardi di metà 2015 la società non ha mai arrestato il ritmo di crescita. Ad oggi, con 2 miliardi di fondi raccolti da Soft Bank Group Corp, WeWork è presente in 86 città e in 32 paesi. Tra le ultime news, la compagnia ha annunciato il rebranding in The We Company e l’ingresso sul mercato italiano per il 2020.
  • Juul

    JUUL
    Al terzo posto della classifica troviamo la giovanissima Juul, la sigaretta elettronica che ha da poco fatto l’ingresso sul mercato italiano. La sua storia è quella di una startup di grande successo: sette mesi dopo il primo round di investimenti, Juul Labs ha raggiunto una valutazione di 10 miliardi di dollari, diventando la startup più veloce nella storia a raggiungere questa quota, quattro volte più veloce di Facebook, cinque volte più di Snapchat e undici volte più di Dropbox. A Juul i numeri non mancano: uscito nel 2015 dai laboratori di Pax Lab, San Francisco, l’idea di Adam Bowen e James Monsees è diventata nel giro di due anni la e-cigarette più popolare degli Stati Uniti, con tanto di hashtag e 333mila post su Instagram. Dopo l’investimento di Altria dello scorso dicembre, il vaporizzatore che ricorda una chiavetta Usb vale ben 38 miliardi di dollari e ha scavalcato alcune big della Silicon Valley come Pinterest e Airbnb.
  • Airbnb

    Airbnb
    Una delle iniziative di maggior successo del fenomeno sharing economy nasce per caso nel 2007, a San Francisco. Joe Gebbia e Brian Chesky decidono di offrire posti letto nel proprio loft durante un’importante conferenza di design che aveva lasciato la città sguarnita di posti letto disponibili. L’idea del bed and breakfast funziona e nel 2008 ai due ex studenti di design si unisce anche Nathan Becharczyk. A pochi mesi dalla creazione della startup, il fallimento è dietro l’angolo e i tre fondatori faticano a trovare investitori pronti a scommettere sulla loro idea di business. Nonostante le premesse poco incoraggianti, in occasione della convention del Partito Democratico di Denver, i founder tentano nuovamente l’esperimento di San Francisco riuscendo a catturare i primi clienti e soprattutto l’attenzione degli investitori. Nel marzo del 2009 la società cambia forma, passando da Airbedandbreakfast all’odierno Airbnb e l’offerta passa dalla condivisione di spazi a intere proprietà. Due anni dopo la valutazione raggiunge ufficialmente il milione di dollari e il portale online diventa ufficialmente un unicorno della Silicon Valley, con sedi ad Amburgo, Londra, Berlino, Parigi, Milano, Barcellona, Copenaghen, Mosca e San Paolo. Nonostante le ingognite sul futuro dovuto ad alcuni aspetti giudiziari (come capitò anche ad Uber) nel corso degli anni la società non ha arrestato la sua crescita, puntando con la propria strategia sulla creazione di una forte community e sull’innovazione.
  • Spacex

    Spacex
    Venture Capital tra le stelle con l’azienda aerospaziale di Hawtorne, Space Exploration Technologies Corporation (SpaceX). Nata nel 2002 dall’idea del CEO di Tesla Motors Elon Musk, la società ha come obiettivo creare tecnologie per ridurre i costi di accesso allo spazio, consentendo ttra i tanti progetti la colonizzazione di Marte. Nel corso degli anni l’azienda ha sviluppato diversi lanciatori destinati anche a rifornire la Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2008 SpaceX è stata la prima compagnia privata a lanciare e recuperare un veicolo spaziale e dal 2011 collabora con la NASA per il programma trasporto equipaggi verso la Stazione Spaziale. A maggio 2012 la compagnia raggiunge il miliardo di dollari, di cui 200 milioni arrivano da private equity. Tra gli ultimi progetti, SpaceX è a lavoro sullo Starship, un mezzo che consentirà voli interplanetari e sbarchi su Marte con cifre per ora ipotetiche. A settembre 2018, Musk ha presentato il primo passeggero che parteciperà al primo volo: si tratta di Yusaku Maezawa, imprenditore miliardario giapponese che ha comprato tutti i posti disponibili per regalarli ad artisti che selezionerà nei prossimi anni per il progetto #dearMoon. Non resta che attendere il 2024 per vedere che cosa succederà.
  • Stripe

    Stripe
    A metà della lista delle startup più valutate troviamo una tech company. Il sistema di pagamenti online nasce nel 2010 dall’idea di due fratelli irlandesi, John e Patrick Collison. Programmatori sin da bambini, i fratelli decidono di lasciare il MIT e Harvard per fondare la loro prima impresa, Auctomatic, un sistema per agevolare la gestione degli affari dei venditori su eBay che poi vendono a una società canadese per ben 5 milioni di dollari. Dopo la prima impresa nasce la sfida a PayPal, grazie ad un sistema che consente la completa gestione della transazione inclusa la memorizzazione delle carte e gli accrediti sul proprio conto: in soli sette giorni è possibile potreggere i business da frodi e trasferire i soldi sull’account bancario. Dopo una prima sperimentazione con American Express come partner, in poco tempo adottano il loro sistema alcuni dei giaganti della Silicon Valley come Facebook, Lyft e Salesforce, a cui si aggiungono Alibaba ed Apple. Ad oggi, il sistema integrato di pagamenti vale 22.5 miliardi di dollari e annovera tra i suoi investitori lo stesso PayPal.
  • Palantir

    Palantir
    Il gigante dei Big Data nasce nel 2003 a Palo Alto e anovera tra i suoi founder Peter Thiel, co-fondatore di PayPal. Il nome della società deriva dall’universo fantasy di J.R.R. Tolkien, dove i Palantiri sono pietre veggenti che permettono di comunicare e vedere con altri angoli del mondo, riassumendo un po’ quella che è la mission del progetto. Palantir è nota principalmente per Gotham e Metropolis: Gotham è un sistema di sicurezza utilizzato dall’antiterrorismo e dalla Difesa mentre Metropolis è un software dedicato all’ambito finance che utilizza data integration e analisi quantitativa. L’espansione della compagnia avviene tra il 2010 e il 2012, mentre i round più importanti arrivano dal 2013 e nel 2014 Thiel diventa ufficialmente l’azionista di maggioranza. Gli ultimi finanziamenti consistenti  sono arrivati nel 2017 (Crunchbase).
  • Lyft

    Lyft
    Qualche gradino più in basso nella lista torniamo a parlare di mobilità e sharing economy. La società di trasporti con i baffi rosa, nasce a San Francisco nel 2012, da un’idea di Logan Green e John Zimmer. L’antagonista di Uber è un’app che facilita la condivisione di autovetture da pari a pari, mettendo in contatto tra loro persone che hanno bisogno di un passaggio con i proprietari di un’autovettura. Come plusvalore, Lyft passa attraverso Facebook e sfrutta un algoritmo capace di scegliere l’accoppiata migliore in base alla cerchia di amici e agli interessi condivisi e mette tra gli obiettivi prioritari la sicurezza. A partire dal 2008, Lyft ha raccolto investimenti per oltre 332 miloni di dollari, con alle spalle investitori come Alibaba e Facebook. Tra i punti di forza della società, c’è la solidissima community creativa e fidelizzata che ogni giorno contribuisce ad alimentare la pagina del sito e i canali social con le proprie storie e le proprie esperienze.
  • Epic Games

    Epic Games
    Tra le top 10, Epic Games è la più anziana e nasce come Potomac Computer System, nel 1991 a Rockville, Maryland. La società fondata da Tim Sweeney crea nel corso degli anni 90 importanti videogiochi con licenza shareware, fino al 1999 anno in cui sposta la propria sede a Cary, North Carolina e cambia il proprio nome in Epic Games. Grazie alla rivoluzione portata nel mondo del gaming del 1998 grazie al gioco Unreal e grazie a grandi successi di mercato come Gears of War e Fortnite, la compagnia ha ricevuto nel 2018 un finanziamento di 1.25 miliardi di dollari da investitori come Tencent, Disney and Endeavor.
  • Samumed

    Samumed
    Ultima delle 10, ma non per importanza, a farsi strada con una valutazione in crescita c’è la società biopharma fondata a San Diego nel 2008 da Osman Kibar. Tra i numerosi ambiti di ricerca, Samumed sviluppa programmi avanzati di medicina rigenerativa, come il trattamento per la perdita di capelli maschile. I round da capogiro iniziano due anni fa, a seguito dell’annuncio dello sviluppo di trattamenti anti-aging. Grazie ai programmi della pipeline, la valutazione ad oggi è salita a 12 miliardi di dollari.

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Carolina Merlo
Carolina Merlo

Junior Community Manager & Web Editor

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