Mobilità
Open innovation, ecco come funziona l’Europcar Lab
Fabrizio Ruggiero, Deputy CEO, è anche il responsabile del team di 10 persone della società di autonoleggio che a Parigi lavora su nuovi possibili modelli di business e ha fondi per 80 milioni. «Partiamo dai bisogni della clientela, che fanno anche da guida nella selezione delle startup». Numerosi gli investimenti in nuove imprese europee, tra cui l’Italiana Wanderio
di Maurizio Di Lucchio
Pubblicato il 06 Ott 2016

Secondo Fabrizio Ruggiero, Deputy CEO, Sales, Marketing, Customers & InterRent della società francese di autonoleggio Europcar, nella città del futuro prossimo l’approccio della sharing economy sarà molto più diffuso di oggi, soprattutto per quanto riguarda i modi in cui le persone scelgono di muoversi. Davanti a questo trend, le aziende che si occupano di car rental si trovano davanti a un bivio: dedicarsi soltanto nella propria attività principale, con il rischio di essere colpiti dall’arrivo di nuovi modelli di business, oppure provare ad aprirsi e diventare operatori di mobilità integrata più in linea con i bisogni dei clienti. La seconda strada sembra quasi obbligata. A sentire Ruggiero, Europcar, primo player europeo dell’autonoleggio con una quota di mercato del 19%, ha scelto di percorrerla con le armi dell’open innovation: acquisizioni e investimenti in startup, partnership con altre grandi imprese attive nel settore della mobilità e creazione di servizi sperimentali basati sulle necessità espresse dalla clientela.
Tutte le scelte di innovazione aperta sono fatte da Europcar Lab, un laboratorio di ricerca&sviluppo open nato nel 2014 con sede a Parigi che dispone di 80 milioni di fondi propri e di un team composto da 10 persone e da diversi collaboratori chiamati a seconda dei settori di

Il modello messo a punto prevede che ogni qual volta il team del laboratorio identifica una necessità della clientela, parte un processo di studio e di approfondimento di un nuovo business model che può rispondere a quell’esigenza. “Non facciamo un lavoro di monitoraggio generico sulle startup e sulle nuove tecnologie”, spiega il numero uno del Lab. “Prendiamo un business concept, per esempio il car sharing, definiamo i valori che ci interessa sviluppare e approfondiamo lo specifico mercato individuando i player che possono venire incontro a questi valori. A quel punto, filtriamo in base a vari parametri e incontriamo i soggetti che ci sembrano più interessanti: negli ultimi dodici mesi, abbiamo avuto colloqui con una cinquantina di startup. Invece, se parliamo di tecnologie sviluppate sulla base delle richieste degli utenti – in questo caso, il non voler fare la fila ai desk di autonoleggio – posso fare l’esempio di ToMyCar, un servizio che stiamo testando nel Regno Unito dal 2015 e che dà la possibilità ai clienti di noleggiare un’auto prenotandola online e usando lo smartphone come chiave”.

Le aree su cui si concentra Europcar Lab al momento sono tre: car sharing, piattaforme di mobilità condivisa, noleggio con conducente.
“In tema di car sharing ci siamo mossi su più fronti, cercando di coprire tutti i segmenti”, afferma il Deputy CEO di

La scommessa di Europcar Lab su questo settore ha visto anche l’acquisizione, nel 2015, di E-Car Club, una società britannica di car sharing elettrico basata sul modello b2g2c (business to government to customer, che consiste nel fornire il servizio a pubbliche amministrazioni che a loro volta lo offrono agli utenti finali) e l’acquisto di Bluemove, player di riferimento nel car sharing in Spagna, a giugno 2016.
L’ultimo esperimento, annunciato nei primi giorni di ottobre, combina car sharing e autonoleggio. Si tratta di Drive&Share, ed è una formula che prevede il noleggio a medio termine (dai 4 ai 12 mesi) di una vettura, con la possibilità di condividerla sul sito di GoMore, una piattaforma di car sharing senza abbonamento. Il servizio, lanciato in Francia, include noleggio e costi di manutenzione a una tariffa mensile che parte da circa 380 euro. Condividendo l’auto però, la spesa per il noleggio si può ridurre o azzerare: per esempio, lo sharing per circa 10 giorni al mese copre del tutto i costi del car rental.

Mixando car rental e ride sharing, Europcar ha anche lanciato nel 2016 One Way, un servizio di autonoleggio a 1 euro, valido solo in alcuni Paesi e su tratte specifiche (per esempio, dalla città all’aeroporto), che permette anche, in virtù di una partnership con Blablacar, di condividere il viaggio. Il prezzo basso si spiega con la necessità di riposizionare le vetture. Infine, per quanto riguarda il noleggio con conducente, a settembre Europcar ha acquisito la londinese Brunel.
Le cifre delle operazioni sono riservate. Ma la logica è chiara: investire in chiave strategica-industriale su società coerenti con l’idea di mobilità di Europcar.
