OPEN WORLD/ CASE STUDY

Danfoss, come la tradizione meccanica danese fa innovazione per il futuro e la sostenibilità

Fondata negli anni Trenta e affermatasi nel mercato grazie a prodotti innovativi, Danfoss (37mila dipendenti e 7 miliardi di fatturato) ha aperto un acceleratore al MIT e un Incubation Division per creare nuovi business. Investe sulle startup ma non ha un’attività di venture capital. I piani per i prossimi tre anni

Pubblicato il 19 Apr 2022

Photo by CHUTTERSNAP on Unsplash

Come le grandi aziende europee mettono a terra l’Open Innovation? Per rispondere a questa domanda su Open World una volta al mese, in collaborazione con Mind the Bridge, presentiamo un case study. Dopo Iberdrola, AXA e RaboBank vediamo come una multinazionale danese che realizza soluzioni ingegneristiche come Danfoss affronta l’innovazione aperta. Il report è stato curato da Daniele Graverini e Max Brigonzi.

Danfoss, una multinazionale danese della meccanica

Danfoss è una multinazionale che da decenni produce tecnologie in vari ambiti, come quelli della refrigerazione, del riscaldamento, dei motori elettrici e dell’oleodinamica.

L’azienda è stata fondata da Mads Clausen negli anni Trenta e si è affermata rapidamente sul mercato grazie al suo primo prodotto, una valvola di laminazione. Lo stesso Clausen nel 1943 ha inventato e messo sul mercato la prima valvola per termostati.

Circa 80 anni più tardi, l’azienda oggi conta oltre 37.000 dipendenti e 7 miliardi di euro di fatturato (2021). Ha clienti in oltre 100 nazioni e continua ad essere leader di mercato in molte dei settori in cui opera.

La open innovation trajectory di Danfoss

Azienda che ha l’innovazione tecnologica nel proprio DNA, Danfoss ha negli ultimi anni lanciato iniziative importanti in ambito open innovation. Due su tutte: nel 2019 il Danfoss Innovation Accelerator (DIA), a Cambridge Massachusetts integrato nell’ecosistema del MIT, e, dal 2021, l’Incubation Division, nata con la mission molto ambiziosa di creare nuove Business Units ad alto contenuto tecnologico che nel corso dei prossimi anni abbiano un impatto sostanziale sul P&L.

Open innovation organization

Danfoss ha un approccio molto pragmatico all’innovazione aperta, dove le nuove soluzioni sono dettagliatamente analizzate e il loro potenziale impatto e fit viene giudicato alla luce della strategia aziendale di crescita (sulla quale vedremo più dettagli in seguito). La strategia di crescita aziendale e’ gestita dalle due maggiori unita’ di Open Innovation, che svolgono attivita’ di venture client e venture building, coprendo tutto lo spettro dell’innovazione, da Horizon 1 a Horizon 3.

Open innovation key pillars

Presenza nei principali ecosistemi

Danfoss ha una presenza diretta a Cambridge, Massachusset, attraverso il suo Danfoss Innovation Accelerator (DIA), tramite il quale collabora con startup americane, soprattutto provenienti dai grandi poli tecnologici, primo tra tutti l’MIT.

Venture builder/ accelerazione

L’Incubation Division nasce nel 2021 con l’obiettivo di creare nuove Business Units tecnologiche con un proprio P&L, sviluppandole e facendole crescere in un ambiente protetto dai normali cicli del mercato.

Il processo inizia con una fase di “Discovery” finalizzata al test della fattibilita’ dell’idea, che viene validata da un team di esperti sia interno che esterno. Vengono quindi spese 2 settimane in uno sprint per capire se prodotto e tecnologia sono un fit per la divisione di Incubation, valutandone principalmente il potenziale per creare attorno un’intera Business Unit. La decisione finale di quali business entrano a far parte dell’Incubation division spetta al top management.

Una volta selezionati i business, il secondo step è quello del Venture Builder vero e proprio con cui si trasforma un progetto innovativo in una business unit. Ciò avviene in due fasi (chiamate “Incubation” e “Acceleration”) per dare uno sviluppo rapido al business, tramite un piano pluriennale con target trimestrali molto serrati, oltre che alla newco una struttura adeguata per sostenere la crescita.

Il quarto e ultimo step e’ quello chiamato “Transfer or Exit”: da qui in poi ci si aspetta che il business riesca a procedere in maniera autonoma, come parte di un’altra macro-divisione di Danfoss, o separatamente in seguito allo spin-off della nuova entità.

Attualmente ci sono 7 nuove BUs dentro la Incubation Division, di cui 4 in fase Incubazione (Autonomy, DDP, Low Voltage e Cam Lobe) e 3 in fase Acceleration (eSteering, Excavators e ADV Control Valves)

Venture client

Nel 2018 Danfoss ha portato in azienda Mark Shu, di base a Boston ed esperto nella commercializzazione di startup nel settore energetico, il quale ha creato il team americano che è andato a costituire il Danfoss Innovation Accelerator (DIA), che e’ l’unita’ di Venture Client dell’azienda.

DIA è di base a Boston per beneficiare della prossimita’ con l’MIT. Dato il settore molto tecnico in cui opera Danfoss, e’ ritenuta strategica per l’innovazione tanto la vicinanza all’industria quanto all’accademia.

Riguardo il modello di venture client adottato da DIA, Danfoss ha un approccio di tipo “push & pull”: da un lato va a cercare startup che rispondano ai bisogni delle varies Business Lines, mentre dall’altro cerca anche di anticipare business trends, andando a proporre alle Business Lines nuovi modelli di business in maniera proattiva. DIA puo’ anche funzionare da originator per l’Incubation Division. Infine, l’unità si occupa anche di facilitare i test delle soluzioni delle startup con le BUs e dello scaling dei POC.

Startup investment

Danfoss non ha una unità dedicata di venture capital sebbene internamente stiano valutando l’opportunità di partecipare come LP in fondi gestiti da terzi.

Startup acquisition

Danfoss non ha una unità dedicata di venture capital (sebbene internamente stiano valutando l’opportunità) ma opportunisticamente compra startup che abbiano una rilevanza strategica. Un esempio è LeanHeat, startup finlandese acquisita nel 2019 che è divenuta Danfoss LeanHeat Building, soluzione IOT per la gestione smart di edifici e impianti industriali.

Key people

Tra le persone chiave nell’innovazione di Danfoss figurano Mark Shu, Innovation Director e a capo della struttura di Venture Client, e Domenico Traverso, Presidente della Incubation Division. Abbiamo contattato proprio Domenico per avere alcuni insights in esclusiva per Open World.

3 domande a… Domenico Traverso, President, Editron and Incubation Division, Danfoss

Nel corso degli anni quali sono stati i passi principali che Danfoss ha intrapreso per ingaggiare le startups in maniera efficace?

Danfoss è nata gia’ decenni anni fa come azienda di innovazione (producendo la prima valvola nel settore refrigerazione). L’azienda e’ tutt’ora una azienda di famiglia ed e’ quindi interessante vedere come con una tale governance si riesca a innovare molto bene. Abbiamo orizzonti lunghi. Puntiamo a preservare investimenti anche per 10 anni. L’Incubation Division viene sia da una necessità che da un sogno – ovvero avere un contenitore dove gestire, sviluppare, e crescere nuove iniziative senza essere influenzati dal core business.

Quali sono i consigli che ti senti di dare a un innovation manager che stia provando a lanciare nuovi business all’interno di una corporate?

  1. Assicurarsi di fare un serio pressure testing alle innovazioni. Bisogna evitare di innamorarsi di tecnologie e prodotti. Non bisogna avere paura di spendere tempo nel pressure testing. Il management deve essere sicuro su cosa scommettere per ridurre il rischio dell’investimento. Dev’esserci un budget serio sul testing.
  2. Non aver paura di creare un team di alto livello per un business piccolo. Questo e’ fondamentale, altrimenti non ci saranno capacita’ e competenze per sviluppare il business.

Quali sono i punti chiave del vostro piano di innovazione a tre anni?

La parte del leone la farà tutto quello che riguarda l’elettrificazione. Specificamente, non tanto auto elettriche quanto macchine agricole e macchine movimento terra. Inoltre stiamo investendo pesantemente su autonomous driving, soprattutto lato agricoltura, costruzioni, o ambito minerario, in questo ultimo caso per risolvere il problema della ventilazione e persino con l’obiettivo di evitare che le persone lavorino sotto terra. Inoltre, altro punto è quello che riguarda l’intersezione tra idraulica ed elettronica.

Stiamo vivendo l’era dell’elettrificazione e molte macchine pesanti verranno trasformate nei prossimi 30 anni, passando da idrauliche a elettriche. Siamo in questo processo di innovazione per migliorare le componenti idrauliche e preparare la trasformazione. Già un controllo digitale di una pompa idraulica negli escavatori può dare un risparmio di carburante del 30%. Ogni pompa idraulica digitale (DDP) permette la riduzione di oltre 50 tonnellate di CO2 nella normale vita di un escavatore. Per fare un esempio, se tutti gli escavatori usassero questa soluzione, si avrebbe un risparmio di anidride carbonica pari all’intera emissione di CO2 dell’intero Nord Europa. Lanceremo questa soluzione sul mercato per fine anno.

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Alberto Onetti
Alberto Onetti

Chairman (di Mind the Bridge), Professore (di Entrepreneurship all’Università dell’Insubria) e imprenditore seriale (Funambol la mia ultima avventura). Geneticamente curioso e affascinato dalle cose complicate.

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