IL BANDO CONTROVERSO

Startup Miur, primo “check-up” con i vincitori

Il 21 marzo i rappresentanti dei 39 progetti ammessi al bando sulla ricerca innovativa saranno al ministero per avviare il percorso di verifica. Attivato un account Twitter. Misure scattate dopo le polemiche sulle richieste di aumento di capitale per accedere ai fondi

Pubblicato il 12 Mar 2014

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Save the date: l’appuntamento per gli startupper vincitori del bando sulla ricerca innovativa è per il prossimo 21 marzo al Miur, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica. E intanto i progetti “stanno partendo”. Lo dice a EconomyUp Fabrizio Cobis, dirigente del dicastero che si è occupato del bando, foriero nei mesi scorsi di alcune polemiche soprattutto perché ai vincitori veniva richiesto un aumento di capitale per poter accedere ai fondi pubblici.

Per la prima volta, dunque, tra una decina di giorni i rappresentanti dei 39 progetti ammessi si riuniranno intorno a un tavolo nella sede del ministero all’Eur, come promesso dallo stesso Cobis durante una riunione collettiva chiarificatrice del 6 febbraio scorso, alla quale l’unica testata giornalistica presente era EconomyUp. In quell’occasione era stato appunto detto che si sarebbero tenute riunioni periodiche per verificare costantemente il percorso avviato. Nel frattempo è stato aperto un profilo Twitter @miurstartup che consente il dialogo online tra funzionari del ministero e startupper.

Tutto questo per superare lo scoglio di un bando – pubblicato a marzo e destinato alle micro, piccole e medie imprese delle Regioni Convergenza (Sicilia, Calabria, Puglia, Campania) attive da meno di sei anni – che richiedeva ai vincitori un aumento di capitale per poter accedere ai finanziamenti. Richiesta che aveva suscitato forti contestazioni: molti ritenevano paradossale che, per accedere ai vantaggi economici, le startup dovessero versare cifre in qualche caso equivalenti al finanziamento concesso.

Su questo punto il ministero ha da tempo chiarito che le neo imprese dovranno inizialmente aumentare il capitale del 25% della quota complessiva richiesta dalle banche e potranno poi versare il restante 75% entro l’anno. In media, ha calcolato, ogni startup andrà a versare tra i 15mila e i 25mila euro.

Un altro passaggio contestato del bando – che metteva in palio in tutto 30 milioni di euro per 4 linee di intervento (Big Data, Cultura ad impatto aumentato, Social Innovation e Contamination Lab) – è stata la presenza un tutor esperto di venture capital che controllerà il lavoro degli startupper. Non tutti selezionati ritengono di averne bisogno. Inoltre non è stato ancora comunicato ufficialmente quanto costeranno questi consulenti esterni. Cobis ha sempre tenuto a sottolineare che “dal momento in cui emanavamo un bando per le startup, il nostro interesse non si sarebbe esaurito con l’approvazione del progetto ma le avremmo seguite anche nelle fasi successive”. L’appuntamento del 21 marzo sembra andare in questa direzione.

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