La videointervista
Selene Biffi e Bibak, il volto italiano allo Startupbootcamp
La startup fondata dalla giovane imprenditrice per identificare le mine antiuomo è l’unica neoimpresa italiana scelta dall’incubatore più avanzato d’Europa. A EconomyUp tv racconta quali sono i benefici di un’impresa a vocazione sociale e rivela qual è il suo sogno nel cassetto da realizzare in Italia
di Redazione EconomyUp
Pubblicato il 29 Ott 2014

Intervistata da Giovanni Iozzia per il nostro magazine televisivo, Selene Biffi racconta quali sono i benefici di un’impresa a vocazione sociale e rivela qual è il suo sogno nel cassetto da realizzare in Italia: “Abbiamo in progetto un edificio per bambini che sarà un luogo in cui insegnare ai piccoli a proporre idee e progetti per rendere il proprio contesto un luogo migliore”.
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“La gioia più grande per me e tutto il team non è legata solo alla soddisfazione di vedere riconosciuti tutti i nostri sforzi e sacrifici, ma soprattutto alla possibilità sempre più concreta di far diventare il nostro progetto realtà” ha commentato Selene Biffi dopo essere stata selezionata dal team di Startupbootcamp. “Questo significa aiutare quelle comunità che convivono con il pericolo quotidiano delle mine antiuomo e, di conseguenza, contribuire anche allo sviluppo locale in termini di agricoltura e di infrastrutture, bloccato e rallentato proprio dalla presenza delle mine sul territorio”.
Bibak, infatti, è una startup a vocazione sociale nata tra le mura della Singularity University la scorsa estate, con l’obiettivo di contribuire concretamente al processo di sminamento dei Paesi interessati da questo problema.
La startup italiana ha anche vinto il premio per la sostenibilità di Ernst & Young, che comporta un supporto in termini “logistici” come lo sviluppo del modello di business, consulenza manageriale e nella creazione del network.