Innovazione sociale
Selene Biffi, cambiare Kabul cantando storie
La giovane start upper ha fondato una scuola basata sullo story telling e ci spiega come fare innovazione sociale in un contesto di emergenza: “creando posti di lavoro e promuovendo il patrimonio locale”. Così ha vinto il premio Rolex e ha conquistato la fiducia di Renzo Rosso
di Concetta Desando
Pubblicato il 01 Lug 2013

Non a caso lei punta tutto sulle novità: “Se un’idea è già stata sviluppata da altri io non la faccio. Preferisco muovermi su percorsi nuovi” dice. E ama definirsi imprenditrice sociale: “i due termini possono sembrare in contraddizione, o si fa
Utopia? No, realtà. Al punto che la causa sociale di Selene viene sposata da Renzo Rosso, patron di Diesel e fondatore della ong Only The Brave Foundation. “Ho partecipato a un concorso in cui Renzo Rosso era il presidente di giuria. Il mio progetto non vinse e non ottenne i 30mila euro in palio. Ma al momento della premiazione, lui mi chiamò sul palco e mi offrì 15mila euro con cui in un anno abbiamo realizzato libri e fumetti per 5300 persone fra Italia e India. Per me fu un successo”. Anche quest’anno Renzo Rosso ha confermato il suo appoggio a Selene Biffi, con fondi utilizzati per la scuola per cantastorie. “Gli devo molto, è stato il primo a credere in me”.
E sono situazioni come queste che convincono Selene ad andare avanti con i suoi progetti, rifiutando una candidatura al Parlamento e non cedendo alla paura degli attentati dei talebani e della dura realtà locale. “C’è stato un momento in cui ho detto basta, volevo prendere il primo aereo e tornare in Italia – racconta –. Una notte, nella casa dalle pareti di fango dove vivo, la stufa non funzionava più. Era una notte d’inverno, con dieci gradi sotto zero. Volevo scappare. Ho dormito con il cappotto. La mattina dopo ero già vestita, ho messo gli stivali e sono andata a lavorare. C’era ancora tanto da fare”.
Forse basta questa storia per dare un senso alla morte di Barbara De Anna, funzionaria dell’organizzazione Oim colpita in un attacco dei talebani, del capitano Giuseppe La Rosa e di tutte le 53 vittime italiane dall’inizio della missione in Afghanistan. “Perché – conclude Selene – non bisogna essere persone straordinarie per fare cose straordinarie, basta lavorare con passione utilizzando il talento che ci è stato dato”.