INNOVAZIONE 2017

Open innovation, la relazione (ancora difficile) tra startup e aziende: 8 buoni esempi

Solo il 7% delle imprese italiane collabora da più di 3 anni con una startup, il 27% lo ha fatto in passato, mentre il 23% non l’ha mai fatto: segno che la strada è ancora lunga. Ma ci sono casi di successo: eccone alcuni che riguardano accordi e partnership tra “grandi” e realtà nascenti (compresa qualche acquisizione)

Pubblicato il 20 Dic 2017

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La collaborazione tra aziende e startup in Italia non è ancora particolarmente diffusa, ma sta crescendo. Come evidenzia la Survey Innovation 2017 dell’Osservatorio Startup Intelligenceche ha raccolto le testimonianze di oltre 270 imprese italiane, solo il 7% di esse collabora con una startup da più di tre anni. Il 31%, la “fetta” più elevata, collabora da meno di 3 anni. Il 27% del campione dichiara di aver collaborato in passato con una startup e di non farlo più, mentre il 23% semplicemente non ha in atto questo tipo di collaborazione e non ha in programma di farlo. Dati che mostrano come, nel nostro Paese, la strada dell’open innovation, il paradigma per cui un’impresa va alla ricerca di innovazione al proprio esterno, sia ancora in salita.

Oltre la metà degli intervistati (54%) sta collaborando con una giovane impresa innovativa perché è un fornitore spot; nel 37% dei casi è partner R&D per la co-creazione di un prodotto o un servizio; nel 19% è un partner commerciale o fornitore di lungo termine. Solo nell’11% dei casi la startup è stata acquisita.

Sui motivi per cui le aziende non collaborano con le startup la stragrande maggioranza degli intervistati (80%) dichiara di “non avere le risorse né le condizioni” necessarie.

Tuttavia esistono alcuni case study di open innovation riuscita nel 2017: in alcuni casi, accordi e partnership sono iniziati alcuni anni fa e sono proseguiti nel corso di quest’anno. In altri casi si tratta di novità di questi mesi. Vale la pena prendere in esame questi esempi di successo. Che potrebbero indurre altre aziende a incentivare i loro rapporti con le giovani imprese digitali nascenti.

1.SATISPAY, UNA PARTNERSHIP DOPO L’ALTRA 

Una startup che sta collezionando accordi e partnership con aziende pubbliche e private è Satispay, servizio di mobile payment che consente ai propri utenti di scambiarsi denaro attraverso un network alternativo alle carte di credito e debito. La giovane società del fintech (tecnologia applicata alla finanza), che nel 2017 ha chiuso un round di investimento da 18 milioni di euro, ha siglato intese con due importanti catene della grande distribuzione, Esselunga e Coop. Ha inoltre stretto una partnership con Trenord, azienda di trasporti lombarda, per l’attivazione del servizio di pagamento di biglietti e abbonamenti direttamente dal proprio smartphone senza l’utilizzo di carte di credito.

Open Innovation, su Trenord i biglietti si comprano con Satispay. “Lavorare con una startup è salutare”

Accordo raggiunto anche con Vivigas energia, che darà ai propri clienti la possibilità di pagare le bollette velocemente, in qualsiasi momento e senza alcun costo aggiuntivo, scaricando la app Satispay sul proprio smartphone.

2.CLOUD4WI, CON LE AZIENDE PER MIGLIORARE LA MOBILE EXPERIENCE

La startup che ha realizzato una piattaforma chiamata Volare, in grado di sviluppare marketing e location analytics verso utenti mobili sfruttando le reti wireless esistenti, collabora da tempo con ACI. In questo video, risalente a qualche anno fa, Vincenzo Pensa, Direttore Innovazione e Sviluppo di Aci, e Luca Valtriani, Managing Director South Europe di Cloud4Wi, spiegano le ragioni della collaborazione tra un’azienda della pubblica amministrazione e una startup. Cloud4Wi ha stretto accordi nel campo della connettività anche con Ferrovie dello Stato e con molti colossi del fashion. Obiettivo: offrire la migliore mobile experience e analizzare il comportamento dei clienti all’interno delle proprie location.

Venture Capital, Opus Capital e United Venture investono 11,5 milioni in Cloud4Wi

3.STAMPLAY E L’ALLEANZA CON CISCO 

La startup co-fondata da Giuliano Iacobelli e Nicola Mattina che ha creato una piattaforma per aiutare chi è poco esperto a programmare ha partecipato allo Spark Innovation Fund, fondo da 150 milioni di dollari di Cisco per finanziare progetti innovativi. Stamplay è una piattaforma di sviluppo che non richiede elevate competenze di programmazione e che permette di combinare insieme le varie API (Application programming interface, interfaccia di programmazione di un’applicazione) senza necessità di ricorrere a uno sviluppatore. L’accordo economico tra Stamplay e Cisco, siglato attraverso un contratto di collaborazione, mira a coprire costi di sviluppo per la collaborazione e al contempo apre alla società italiana un importante canale di comunicazione che le dà visibilità e la mette in contatto con persone all’interno dell’azienda, generando opportunità di networking.

L’open innovation vista da una startup: la collaborazione fra Stamplay e Cisco

4.POWERGIFT, LA STARTUP “FIGLIA” DI ENEL

Powergift è una una startup che permette di tenere sotto controllo il ROI di impianti di pannelli fotovoltaici e di donare l’energia prodotta in eccesso, attraverso un controvalore economico, a chi ne ha bisogno: il beneficiario riceve la donazione direttamente in bolletta. Il progetto ha vinto l’edizione 2016 dell’Enel Innovation World Cup Italia. Non è però una startup qualunque ma nasce da un’iniziativa di “entrepreneurship”, ovvero un progetto di imprenditorialità interno all’azienda e sostenuto da Enel stessa. La startup si è inizialmente focalizzata sui possessori residenziali, ma punta ad attivare il canale indiretto degli installatori e ai clienti business.

Powergift, quando un’azienda coltiva il progetto di un dipendente

5.LANIERI, LA SARTORIA ONLINE E L’AZIENDA TRADIZIONALE

Il lanificio biellese Reda (150 anni di storia) ha investito nella sartoria online Lanieri (che allora si chiamava Natural Gentleman) diventando insieme ad altre aziende tessili della zona il principale azionista della startup. Nata nel 2012 da un’idea dei due fondatori Simone Maggi e Riccardo Schiavotto e “allevata” presso l’incubatore I3P del Politecnico di Torino, Lanieri è il primo e-commerce 100% Made in Italy dedicato all’abbigliamento maschile. Grazie ad un servizio su misura interamente online, che sfrutta una piattaforma omni-channel e un innovativo algoritmo per l’analisi delle misure anatomiche, Lanieri è in grado di coniugare tecnologia e tradizione, permettendo di creare il proprio capo su misura. Dopo aver vinto il premio Start Cup Piemonte, la società ha avviato una stretta collaborazione con la dirigenza della Successori Reda Spa.

Ancora un premio per Lanieri, startup che coniuga alta sartoria ed ecommerce

6.ORANGE FIBER, IL TESSUTO ALLE ARANCE ADOTTATO DA FERRAGAMO

Salvatore Ferragamo è il primo brand ad utilizzare l’esclusivo tessuto Orange Fiber: una stoffa sostenibile per la moda, ottenuta da quel che resta della spremitura degli agrumi. Il progetto sostiene nel contempo anche quei valori etici legati alla ricerca su sostenibilità e fonti rinnovabili, destinato a diventare il nuovo volano per il futuro della moda di qualità Made in Italy.Nel 2015 la startup fondata da due siciliane aveva vinto il premio popolare e il premio della giuria di Ideas4Change Award,  la prima competizione per startup mai organizzata dall’Unece (United Nations Economic Commission for Europe) e dedicata alle nuove imprese sostenibili ed ecologiche. Dal 2012 le fondatrici di Orange Fiber, Adriana Santanocito e Enrica Arena, lavoravano all’idea di produrre un tessuto con gli scarti degli agrumi.

L’italiana Orange Fiber conquista il Premio Onu

7.ONE.TRAY, LA CESTA PER AEROPORTI CHE PIACE A FASTWEB

Ad aprile 2017 è stato annunciato l’accordo tra One.Tray e Fastweb. One.Tray è una società co-fondata dal 25enne Federico Kluzer, ideatrice della prima cesta interamente brandizzabile e realizzata ad hoc per i controlli di sicurezza in aeroporto. Fastweb, società attiva nelle connessioni a banda ultralarga in Italia, che ha fatto dell’innovazione e dell’open innovation una sua priorità, ha deciso di avviare una partnership in esclusiva con la giovane società.

Comunicazione, Fastweb negli aeroporti con una startup

8.BAUZAAR COMPRATA DA UN COLOSSO DELLA DISTRIBUZIONE

Nel 2017 Megamark, azienda attiva nel settore della distribuzione organizzata, ha acquisito il  il 42% di Bauzaar, startup che vende cibo per animali. Fondata negli anni ’70 a Trani, Megamark è un colosso dell’imprenditoria made in Sud che gestisce oltre 500 supermercati. La startup ha sviluppato una piattaforma e-commerce per la vendita di prodotti per animali domestici.

Innovazione aziendale: 10 esempi di open innovation di successo nelle imprese

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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