OPEN INNOVATION IN PRACTICE

Powergift, quando un’azienda coltiva il progetto di un dipendente

Giovanni Pepicelli, Enel Global ICT Digital Transformation, ha co-fondato una startup che permette di tenere sotto controllo il ROI di impianti di pannelli fotovoltaici. La proposta ha vinto l’Enel Innovation World Cup, gara per raccogliere idee di dipendenti. Da giugno è partita la campagna abbonamenti

Pubblicato il 21 Lug 2017

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Powergift è una startup che permette di tenere sotto controllo il ROI di impianti di pannelli fotovoltaici e di donare l’energia prodotta in eccesso, attraverso un controvalore economico, a chi ne ha bisogno: il beneficiario riceve la donazione direttamente in bolletta. Il progetto ha vinto l’edizione 2016 dell’Enel Innovation World Cup Italia. PowerGift però non è una startup qualunque: nasce infatti da un’iniziativa di “entrepreneurship”, ovvero un progetto di imprenditorialità interno all’azienda e sostenuto da Enel stessa.

A guidare la startup è Giovanni Pepicelli, Enel Global ICT Digital Transformation, e oggi anche coFounder di PowerGift: lo scorso anno, insieme ad altri tre colleghi, ha presentato la proposta all’Enel Innovation World Cup. L’iniziativa ha come obiettivo quello di raccogliere idee di dipendenti, per lo sviluppo interno di startup. Sono state proposte più di 300 idee provenienti dalle country in cui è presente l’azienda, 22 delle quali sono state selezionate e 12 finanziate.

Giovanni Pepicelli

«Nello sviluppo dell’idea di PowerGift siamo partiti dalla definizione di due problemi, quello della povertà per cui molte famiglie hanno difficoltà a pagare la bolletta e quello del monitoraggio dei pannelli fotovoltaici da parte di chi vi ha investito», spiega Pepicelli, che continua: «Attraverso survey, infatti, è emerso che chi produce energia in eccesso è ben disposto a donarla a chi ne ha bisogno». In un mercato fotovoltaico in cui sono presenti più di 450.000 possessori residenziali e più di 145.000 possessori di impianti industriali, i beneficiari di PowerGift sono: i possessori di impianti residenziali che possono così seguire mensilmente l’andamento del proprio investimento e poter effettuare una donazione; le aziende che possiedono impianti fotovoltaici e che migliorano la propria Corporate Social Responsability; i Traders per la propria immagine; e i beneficiari delle donazioni, persone fisiche o organizzazioni no profit.

Il modello di business di PowerGift consiste in una reportistica mensile su quanta energia è prodotta, quanta viene immessa e quanta prelevata, ottenuta senza aggiunta di dispositivi al costo di un euro al mese. Ad aprile è stato aperto il sito ed è iniziata la promozione attraverso principalmente la pagina Facebook dedicata (che ad oggi ha raggiunto 2.400 fan) e a giugno è partita una campagna di sottoscrizione dell’abbonamento. La startup si è al momento focalizzata sui possessori residenziali, ma punterà nei prossimi mesi ad attivare il canale indiretto degli installatori e ai clienti business. «Quest’anno abbiamo l’obiettivo di raggiungere l’1% del mercato, nel 2018 il 3% e nel 2019 il 10%».

«Questa è stata forse l’esperienza più complessa che ho affrontato all’interno di Enel. Abbiamo ovviamente avuto il supporto dell’azienda, potendo dedicare ben metà del nostro tempo allo sviluppo di PowerGift. Abbiamo imparato nuove metodologie proprie delle start-up: forse i tempi con cui abbiamo sviluppato questa impresa sono lunghi per una realtà piccola ma veloci per una grossa azienda. Anche se non abbiamo percepito il rischio di investimento abbiamo comunque iniziato a pensare da imprenditori e non solo da professionisti che abitualmente sviluppano progetti o eseguono attività», spiega Pepicelli, che conclude: «La nostra forza è costituita anche da un team ben assortito, con un informatico Alberto Airaudi, che si è occupato dello sviluppo del sito e della piattaforma di donazione, e due colleghi Nadia Servino e Marco Hemer Pavone, che abitualmente svolgono attività di marketing e vendite in azienda. Inoltre abbiamo potuto usufruire del supporto di tanti professionisti in vari ambiti quali ad esempio, il legale, il fiscale e il regolatorio».

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