Made in Italy

Pedon, come fare innovazione con lenticchie e funghi secchi



Il gruppo veneto, che ha appena compiuto 30 anni, nell’arco di una generazione ha decuplicato il fatturato e quest’anno conta di raggiungere i 100 milioni. «Adesso puntiamo a un prodotto che vada bene dagli Stati Uniti all’India», anticipa l’ad Remo Pedon

di Maurizio Di Lucchio

Pubblicato il 03 Ott 2014


La famiglia Pedon
Legumi, cereali, funghi secchi. Chi li vede solo a tavola fa fatica a immaginare come possono essere al centro di processi di innovazione. Eppure succede. Si può innovare anche con lenticchie e semi. E il traguardo a cui è arrivata l’azienda veneta Pedon trent’anni di vita appena compiuti – è una bella lezione per tutta quella parte di made in Italy che arranca davanti alla crisi. L’insegnamento è che non esistono segmenti di mercato impermeabili alla ricerca e all’innovazione.

[L’azienda che cresce con legumi e cereali]

L’impresa di Molvena, provincia di Vicenza, ha spento le trenta candeline lo scorso 13 settembre. La storia ha inizio nel 1984, quando i fratelli Franco, Sergio e Remo Pedon decidono di ampliare l’attività del padre Guerrino, acquistano un macchinario di seconda mano e si mettono a confezionare legumi secchi in un magazzino.

Già all’epoca, per essere competitivi bisognava anticipare le evoluzioni del mercato. “In un settore assolutamente conservativo e statico come quello dei prodotti secchi, giocare sulla qualità e sul prezzo non è sufficiente. È per questo che abbiamo cominciato a innovare da subito”, racconta l’amministratore delegato Remo Pedon, il più giovane dei tre fratelli che hanno dato avvio all’azienda.

È così che l’impresa inizia a mettere i codici a barre sulle confezioni. “Sembra strano, ma allora nessuno ci aveva pensato. Siamo stati i primi in Italia: è una novità che ci ha aiutato a dimostrare ai nostri clienti – in particolare la gdo – che avevamo un approccio diverso”

Negli anni ’90, grazie ad alcune acquisizioni i Pedon diversificano il loro business entrando nei settore dei funghi secchi e dei preparati per dolci. Il processo di crescita è continuo, tanto che nel 1998 decidono di aprire uno stabilimento più grande, a Molvena appunto, più attrezzato per soddisfare le richieste delle catene di supermercati.

[Il negozio su Amazon del cibo italiano di qualità]

“La gdo ci chiedeva un controllo maggiore della filiera e così avevamo bisogno di una realtà produttiva più grande. Siamo passati a questo stabilimento di 7.000 metri quadri ed è stato anche molto impegnativo e difficile: sapevamo che dovevamo incrementare notevolmente il nostro business”, ricorda Pedon.

L’altro passo in avanti di quegli anni è stato proprio puntare sul controllo completo della filiera, dalla selezione dei semi fino al prodotto per il confezionamento in varie parti del mondo. Così, il gruppo Pedon è diventato un big player (oltre il 50% del mercato italiano, 40% del fatturato realizzato all’estero) nel settore dei legumi, cereali e semi.

[dal Manifesto di EconomyUp: Internazionalizzazione – Remo Pedon]

Il gruppo è strutturato in due divisioni, una retail – Pedon (presente nei vari canali distributivi sia con prodotti a proprio marchio, sia con produzioni in private label per la gdo e per l’industria conserviera) – e una dedicata all’approvvigionamento e commercializzazione di prodotti sfusi per l’industria alimentare – Acos – nata a fine anni ’90.

Dal 2000 a oggi l’espansione internazionale del gruppo è stata costante: ha aperto stabilimenti in Cina, Etiopia, Argentina ed Egitto e uffici

Remo Pedon, amministratore delegato del Gruppo Pedon
commerciali in varie parti del mondo, come Emirati Arabi, Sudafrica e Stati Uniti. “Il mercato americano al momento è tra i piu importanti”, spiega il co-fondatore

Risultato? Oggi il gruppo è una multinazionale da 90 milioni di euro di fatturato che esporta in 25 Paesi e dà lavoro a 600 persone, di cui 150 in Italia. Con una crescita a ritmi sostenuti da più di dieci anni: nell’arco di una generazione la società ha decuplicato i ricavi. “Nel ’99 eravamo in 23 dipendenti con 8 milioni di fatturato e quest’anno contiamo di chiudere a quota 100 milioni di ricavi”.

La ricetta è sempre stata la stessa: introdurre innovazioni monitorando l’evoluzione dei gusti e delle abitudini dei consumatori. Le persone hanno bisogno di più tempo da dedicare a se stessi e ai propri interessi? Ecco allora che Pedon ha lanciato sul mercato una linea di cereali e legumi a cottura rapida pronti in 10 minuti.

Ancora, i consumatori cercano prodotti sani e vogliono sapere da dove arrivano? Il gruppo scommette sul biologico (il 20% del fatturato), sugli alimenti senza glutine e su nuovi prodotti naturali poco noti in Italia come la quinoa, prima, e la “chia”, dopo: semi di salvia hispanica che contengono omega 3, vitamine, proteine e antiossidanti.

“Ora stiamo lavorando – anticipa Pedon – su prodotti che possano andar bene a tutte le latitudini , dagli Stati Uniti alla Cina all’India, con minime variazioni a seconda delle abitudini gastronomiche. Ma per scaramanzia non aggiungo altro”.


 

 

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