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Quantum computing, tra pochi anni arriverà l’Internet “potenziato”

I ricercatori stanno sviluppando il cosidetto “quantum internet” attraverso chip che permettono ai computer tradizionali di connettersi a un web potenziato dalla tecnologia quantica con la logica dei servizi in cloud. Così non saranno più solo i colossi hi-tech a potersi permettere una grande potenza di calcolo

Pubblicato il 28 Ago 2017

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La notizia

Entro pochi anni, il quantum internet potrebbe diventare una sezione specializzata del web come lo conosciamo oggi, che ci permetterà di utilizzare una potenza di calcolo decisamente superiore a quella a cui siamo abituati.  Alcuni gruppi di ricercatori stanno sviluppando chip che permettono ai computer tradizionali di connettersi a un internet potenziato dalla tecnologia quantica con la logica dei servizi in cloud, per soddisfare esigenze specifiche di ricerca.

Perchè è importante

Intelligenza artificiale e quantum computing sono strumenti  in grado di potenziare, come mai prima nella storia, le nostre capacità cognitive. Ma non è l’unica cosa che hanno in comune: entrambi hanno bisogno di hardware costosi (l’intelligenza artificiale anche di enormi quantità di dati).

Questo fa sì che queste tecnologie risultino molto costose e non facilmente sviluppabili e utilizzabili in modo efficiente a meno di non essere una società come Google, Amazon, Baidu, Facebook, IBM, Tesla (e tutte le società di Elon Musk) e i soliti noti di cui leggiamo ormai ogni giorno notizie in ambito tencologico-scientifico.

Il rischio è quello di creare una divisione sempre più grande tra chi ha accesso a queste innovazioni e chi non lo ha. All’inizio di quest’anno lo ha sottolineato ad esempio Margaret Chan, direttore generale della World Health Organization, durante la conferenza AI Summit for Good delle Nazioni Unite a Ginevra, rimarcando come ci sia il rischio di divario tra Paesi che possono permettersi di investire nelle nuove frontiere della medicina legate all’intelligenza artificiale e tra i cittadini che possono accedere ai nuovi trattamenti o metodi innovativi di diagnosi.

Con riguardo all’intelligenza artificiale ci pensano già iniziative come OpenAI, la società no profit creata da Elon Musk che permette a tutti di utilizzare hardware e dati per “allenare” i propri algoritmi e fruire degli avanzamenti della ricerca e degli investimenti dei big.

Con riguardo alla potenza di calcolo dei quantum computer invece, l’idea di fruirne da remoto con un sistema di questo tipo, potrebbe essere centrale per uno sviluppo più democratico di questo segmento rivoluzionario.

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