Finanziamenti
InVRsion, la startup italiana della realtà virtuale raccoglie 600mila euro
La nuova impresa che sviluppa applicazioni di VR dedicate al retail, all’automotive e al mercato immobiliare ottiene un round da un gruppo di investitori privati per accelerare la produzione dei primi prototipi realizzati. La società ha un valore stimato di 4 milioni di euro
di Redazione EconomyUp
Pubblicato il 20 Apr 2016

La startup, che ha un valore di mercato stimato in 4 milioni di euro, realizza applicazioni di realtà virtuale dedicate ai settori del commercio al dettaglio, dell’automotive e dell’immobiliare. I primi tre prototipi di simulatori immersivi che inVRsion ha messo a punto sono infatti ShelfZone, un simulatore di uno spazio retail che riproduce in 3D negozi, supermercati e centri commerciali; CarZone, simulatore e configuratore di automobili, che permette agli utenti di interagire con le vetture e di “provarle”; ResiZone, un simulatore che ambienti in realtà virtuale e dà all’utente la possibilità di muoversi liberamente negli spazi interagendo con l’arredamento e l’illuminazione.
InVRsion è nata nella primavera del 2015 quando i cofounder, anche alla luce dell’acquisizione di Oculus Rift da parte di Facebook, hanno compreso quanto potesse essere dirompente la realtà virtuale e hanno iniziato a studiare le opportunità di questa tecnologia in alcuni settori fondamentali, anche in chiave made in Italy, come appunto design, automotive e retail.
La startup è composta da un team diviso in due business unit: una tecnologica formata da un ingegneri esperti di real-time engine, programmazione 3D e software online, e una dedicata allo sviluppo e alla creazione di contenuti e asset 3D ottimizzati per la realtà virtuale.
«Con questi 600mila euro – ha detto Matteo Esposito, ceo di inVRsion, in un’intervista al Sole 24Ore – abbiamo raccolto il capitale necessario ad accelerare la nostra impresa, mettendola su un binario preferenziale per creare prodotti e servizi da proporre in tutto il mondo. Abbiamo anche dimostrato, raccogliendo oltre mezzo milione in pochi mesi, che in Italia si può fare impresa e si può puntare sull’innovazione come si fa nei paesi più avanzati».