Silicon Valley è la capitale mondiale dell’innovazione, ma non è più solo per start-up. Ora, anche le grandi imprese non-tech stanno imitando gli startuppari e vanno in Silicon Valley investendo in centri di innovazione o laboratori capaci di lavorare e operare proprio come una startup piuttosto che come un’azienda globale.
A spiegare il fenomeno è su TechCrunch Brian Solis , analista in digital marketing conosciuto internazionalmente, anche per i suoi libri e interventi, principale analista della società Altimeter Group.
La quale ha recentemente realizzato con CapGemini uno studio in proposito (intitolato “The Innovation Game: Why & How Businesses are Investing in Innovation Centers”) che ha preso in esame 200 tra le più grandi aziende mondiali per fatturato, in diversi settori, rilevando che il 38% di esse ha già messo in piedi il proprio Innovation Center. Questi centri di innovazione digitale sono in definitiva gruppi di persone e spesso spazi fisici realizzati dalle organizzazioni in un hub mondiale di tecnologia (come la Silicon Valley), con l’obiettivo di sfruttare l’ecosistema di startup, venture capitalist, acceleratori, fornitori e istituzioni accademiche che questi hub mettono a disposizione.
(Un esempio in questo articolo)
Perchè lo fanno?
Secondo quanto dice Brian Solis (che è uno dei due autori del rapporto) è necessario partire da questa premessa: il 52% delle aziende Fortune 500 sono acquisite, si sono fuse o sono fallite dal 2000 a oggi. Viviamo in un’era di darwinismo digitale. Come la tecnologia e la società si evolve, diventa imperativo che le organizzazioni evolvano anche i loro modelli di business. Le aziende che non investono in contro-misure dirompenti impareranno che l’evoluzione non aspetta.
Per anni tante aziende hanno investito parecchio in dipartimenti R&D, che però non portano sempre quei risultati che permettono loro di rimanere innovative e competitive in uno scenario che da questo punto di vista non fa sconti a nessun e può essere devastante anche per grandi realtà (si pensi ad aziende come Nokia, Kodak, Blackberry). I dipartimenti R&D interni all’organizzazione spesso ne scontano tutte le pecche in termini di lentezza, burocratizzazione, mancanza di cultura dell’innovazione aperta. E così succede che nel mondo circa l’85% dei nuovi prodotti fallisce.
Da questa premessa nasce la strategia “innovation center” localizzato in un contesto (o ecosistema) preciso particolarmente fertile. La missione di questi centri d’innovazione è concepire e sperimentare nuove soluzioni disruptive in ambito prodotti, servizi, modelli di business. Lasciarsi contaminare e reinventarsi attirando nuovi talenti, acquisendo startup, utilizzando modelli di open innovation e operando in contesti in cui Università, trasferimento tecnologico, aziende, mondo finanziario sono sinergici. Con gli innovation center le aziende vogliono rimanere aggiornate sugli ultimi sviluppi in ambito tecnologico, nella ricerca e sperimentazione tecnologica, in particolare in settori di maggiore importanza come i big data, internet of things, social media, robotica, realtà aumentata.
Attualmente il 61% di Innovation Center è localizzato in Silicon Valley, ma altri hub stanno emergendo (Austin, New York, Paris, London, Berlin, Singapore e Tel Aviv) anche se tutte insieme rappresentano solo il 34%.
Seconda, ma non meno importante missione degli innovation center, riporta Solis, è la ricerca di una migliore comprensione dei consumatori.
Il mondo consumer rappresenta oggi un grande punto interrogativo per tutte le aziende, le abitudini di consumo e le modalità di acquisto sono cambiati, il concetto stesso di proprietà è stato superato con la sharing economy. I millennial rappresentano la più grande sfida, sotto questo punto di vista.
Grazie all’uso di big data, social media e analytics, cioè puntando su una forte digitalizzazione, le organizzazioni possono riuscire a recuperare terreno con i clienti e stabilire nuove forme di relazioni, soddisfare maggiormente i suoi bisogni.
Ma per far questo bisogna essere pronti a sperimentare, testare e riprovare. Essere agili, come lo sono le startup, e gli innovation center stanno dimostrando di essere un buon strumento per raggiungere questo risultato, conclude Solis.
Per un approfondimento leggi lo slideshare del report.
The Innovation Game: Why & How Businesses are Investing in Innovation Centers from Capgemini