VALUTA DIGITALE

Da Libra a Diem a Zuck Bucks: perché Facebook continua a provarci con le criptovalute (e non riesce)

Fallito il progetto Libra, la valuta digitale per gli “unbanked”, e poi quello di Diem, a causa di sospetti rischi per la privacy e mancanza di controllo pubblico, Zuckerberg starebbe pensando a una moneta simile a quelle usate nei videogiochi. Storia del “sogno” di Facebook di una criptovaluta. Per ora non realizzato

Pubblicato il 10 Mag 2022

Libra, Diem e le criptovalute di Facebook-Meta

Ormai da quasi tre anni Facebook, oggi Meta, tenta di sperimentare le valute digitali. Finora, però, senza successo. Il progetto Libra venne lanciato nel consueto stile flamboyant di Facebook nel giugno del 2019. L’obiettivo era ambizioso: creare una moneta digitale che facesse leva sull’immensa platea di utilizzatori dei social media per proporre soluzioni di pagamento. L’intento era anche nobile: fornire un accesso semplice ed economico ai pagamenti digitali per i miliardi di persone che ne sono esclusi. Dal canto suo, Facebook avrebbe beneficiato attirando nuovi utenti sui social ed espandendo i prodotti connessi ai social stessi.

Facebook creò una associazione (Libra), formalmente indipendente dall’azienda californiana, che avrebbe dovuto emettere una criptovaluta, Calibra, aiutata da numerosi partner, tra cui colossi dei pagamenti digitali come Visa, Mastercard e Paypal. Il piano iniziale prevedeva la creazione di un paniere di attività finanziarie in numerose valute, comprese le più importanti come dollaro ed euro, con una dimensione tale da garantire il valore della valuta Calibra, secondo il metodo di collateralizzazione “1 a 1” comune a molte stablecoin. Sotto il profilo tecnico, il progetto si sarebbe basato su una blockchain, la tipica tecnologia delle criptovalute, però del tipo permissioned, in quanto gestita centralmente dall’Associazione stessa. Il paese prescelto per il progetto era la Svizzera, considerata un partner molto aperto al mondo delle criptovalute.

Libra: un progetto vago e rischioso per la privacy

Libra avrebbe dovuto prendere avvio nei primi mesi del 2020, ma il progetto iniziò a incorrere da subito in numerosi problemi. Da una parte, le autorità statunitensi colsero la palla al balzo per far pagare a Facebook i numerosi scandali legati alla privacy e all’uso di dati degli utenti esplosi negli anni precedenti, mettendo in dubbio la capacità del progetto di gestire i delicati aspetti di un’infrastruttura globale dei pagamenti. Dall’altro, i partner cominciarono rapidamente a uscire dall’Associazione, proprio a partire dalle aziende più impegnate sul terreno dei pagamenti. Dal canto loro, le autorità dei paesi emergenti non vedevano di buon occhio una valuta che si sarebbe imposta sui loro mercati, attraverso appunto i social, ma al di fuori di ogni controllo pubblico. Le numerose audizioni dei dirigenti del progetto a Washington, lungi dal dissipare i dubbi, diedero l’impressione di una inscalfibile hybris da parte di Zuckerberg. Infine, le banche centrali sottolineavano la vaghezza del progetto in termini di messa a terra sul versante della privacy, dei controlli anti-riciclaggio, della prevenzione delle frodi, ecc.

I tentativi falliti di Novi e Diem

Nel maggio del 2020, Calibra fu ridenominata Novi a segnalare una maggiore indipendenza da Facebook. Il progetto sembrava solo rimandato, tanto che a novembre dello stesso anno il “Financial Times” prevedeva un lancio della criptovaluta per gennaio del 2021. C’è da dire che l’idea era comunque già molto cambiata. La moneta di Facebook non sarebbe infatti stata più una valuta internazionale, ma ne sarebbe stata creata una per ogni paese con uno specifico paniere di asset denominati nella valuta del paese stesso. Infine, nel dicembre del 2020, Libra fu ridenominata Diem, per segnare ancor di più la lontananza dal progetto originale. Tuttavia, questi sforzi non diedero gli esiti sperati. Le autorità continuavano a essere sospettose del progetto e paradossalmente, quanto meno veniva presentato come rivoluzionario per placare gli animi, tanto meno se ne sentiva la necessità. Di sicuro non mancano i metodi digitali di pagamento anche nei contesti meno sviluppati. Persino le autorità svizzere, che in un primo momento avevano accolto bene il progetto, si andavano riposizionando in modo sempre più critico. A inizio 2021 i rumors erano di un lancio nel corso dell’anno, ma più passavano i mesi più Libra-Diem appariva una chimera. Oggi è ormai chiaro che il progetto è in agonia e aspetta solo il colpo di grazia.

Il “Fail fast”di Libra-Diem

Nella Silicon Valley si sente spesso usare il motto “fail fast” e sicuramente Libra-Diem ha avuto un’esistenza corta e una fine rapida. Lo sviluppo del progetto del Metaverso si sposava bene con una meta-valuta digitale, e questo fallimento potrebbe avere conseguenze anche sul più ampio progetto dell’azienda che non a caso ora si chiama Meta. Carpe diem no more verrebbe da dire. Tuttavia Zuckerberg non ha rinunciato all’idea dietro Libra-Diem. Servizi di pagamento connessi a Facebook sarebbero anche utili per contrastare la sempre maggiore concorrenza di altri social.

Il nuovo piano prevede la creazione di una valuta che servirebbe solo all’interno del mondo Facebook-Instagram, simile alle monete che già esistono in molti videogiochi virtuali. Si dovrebbero chiamare Zuck Bucks. Ad essi si aggiungerebbero social token e NFT con cui comprare e vendere oggetti  sulle piattaforme social. Si tratta di un forte ripiegamento rispetto al progetto originale, ma che permette a Facebook di proseguire nella creazione di oggetti, dispositivi, idee con cui popolare il suo Metaverso.

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Lorenzo Esposito
Lorenzo Esposito

Lorenzo Esposito lavora da oltre vent’anni nell’ambito della vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia; è professore a contratto di Economia Monetaria presso la “Cattolica” di Milano. Si occupa di stabilità finanziaria, globalizzazione, finanza sostenibile e fintech. (Le opinioni espresse dall’autore sono personali e non impegnano l’Istituto d’appartenenza)

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