ECOSISTEMA

A Milano nasce il Fintech District, servirà (anche) ad attrarre startup straniere

Per il progetto, promosso da Banca Sella con Copernico, si sono mosse le istituzioni, da Governo a Consob e Comune. DIce il ministro dell’Economia Padoan: «Siamo in ripresa, questo è il momento giusto per investire». E per creare rapidamente le condizioni per attrarre società innovative internazionali

Pubblicato il 26 Set 2017

Fintech District

#MilanoaPlaceToBe. Potrebbe sintetizzarsi con quest’hashtag l’evento inaugurale del Milan Fintech District, l’hub promosso da Banca Sella adibito all’operatività delle aziende più avanzate del settore finanziario, che si è tenuto martedì 26 settembre a Milano. Nel nuovo palazzo S32, nel quartiere Isola, prende vita un polo in cui i principali operatori fintech presenti in Italia avranno la possibilità di lavorare fianco a fianco per favorire la nascita di collaborazioni industriali e commerciali, con l’obiettivo di attrarre nuovi investimenti e dare impulso allo sviluppo di questo settore.

Insomma, Milano si candida ufficialmente a capitale italiana dell’innovazione nel settore finanziario, ma con vocazione internazionale, nella speranza, un giorno, di poter contendere lo scettro a chi (Londra in primis) ha rappresentato il punto di riferimento dell’innovazione di questo settore in Europa.

«Milano è una best practice – ha dichiarato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan durante il suo intervento – è l’esempio di una città che è riuscita a fare impresa, garantendo inoltre una buona qualità della vita, in un Paese uscito da poco da una grave crisi finanziaria. Il sostegno al fintech arriva nel periodo in cui l’Italia sta voltando pagina a livello economico. È il momento giusto per investire e le istituzioni faranno la loro parte per permettere all’innovazione di esplodere».

A Milano dunque il ruolo di locomotiva dell’innovazione del Paese. Ma se per le startup italiane la città meneghina rappresenta il luogo perfetto in cui far crescere e sviluppare il proprio business, quali sarebbero i vantaggi per le giovani realtà innovative straniere? In altre parole perché una startup europea (e non) dovrebbe venire a fare impresa nel campo finanziario a Milano invece che a Londra o Berlino? Ha provato a spiegarlo il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che ha definito Milano una città «facile». «Siamo in un momento di svolta nazionale, e Milano non è da meno. Tuttavia è necessario capitalizzare questa crescita: vogliamo stare a fianco di chi intende correre dei rischi per innovare. Alle startup che vogliono venire a Milano a fare business dico che questa è una città  facile, piccola ma internazionale, dove le cose funzionano bene e si può fare impresa».

Quanto al fintech district si tratta di uno spazio che riunisce startup, imprenditori, istituzioni finanziarie investitori e università, con l’obiettivo di supportare le aziende fintech italiane, favorendo lo sviluppo dell’industria finanziaria del futuro e rendere Milano un polo significativo nei confronti degli altri hub europei. Attraverso il coinvolgimento dei suoi mebri – si legge in una nota – opera per favorire la nascita di importanti collaborazioni industrialim attrarre nuovi investimenti da parte dei fondi di venture capital, individuare risorse umane di talento e apportare gli elementi di maggior valore per la crescita del settore. Attualmente hanno già aderito al distretto una trentina di startup e aziende che operano in diversi settori. L’era del fintech è appena cominciata.

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Fabrizio Marino
Fabrizio Marino

Sono stato responsabile della sezione Innovazione e Tecnologia de Linkiesta, ho gestito la comunicazione di Innogest, sono Content Creator per PoliHub. Per EconomyUp mi occupo di innovazione e startup.

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