Open innovation

Startup, nell’Innovation Hub di ENEL a Berkeley

Ernesto Ciorra, responsabile Innovazione e sostenibilità del gruppo, ci guida nell’acceleratore inaugurato con l’Università della California. Servirà per fare scouting di nuove imprese e fare business con loro. «Sarà aperto a tutte le aziende che vogliono venire in Silicon Valley. Speriamo che diventi l’Italian Innovation Hub»

Pubblicato il 09 Mar 2017

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L'inaugurazione dell'Innovation Hub di Enel nel Berkeley Campus

Si respira l’aria eccitata della Silicon Valley nella Saturdja Dai Hall attorno alla quale si sviluppa l’Innovation Hub appena inaugurato da ENEL a ridosso del Center for New Media, dopo quello di Tel Aviv aperto nel 2016. Siamo nel campus di Berkeley e la compagnia italiana è la prima azienda al mondo con cui l’Università di California stringe una collaborazione per lo scouting, l’accelerazione e la collaborazione con le startup. Più precisamente siamo nell’area del CITRIS, il Center for Information and Technology Research in the Interest of Society dell’Università della California.

«Questa è l’Università americana dove più si studiano le tecnologie e l’innovazione applicate all’energy», spiega Ernesto Ciorra, responsabile Innovazione e Sostenibilità del gruppo guidato da Francesco Starace. E qui si celebra la strategia di open innovation dell’azienda. Per il taglio del nastro c’è anche Henry Chesbrough, il professore che nel 2003 ha inventato l’espressione “open innovation” e che qui a Berkeley guida, appunto, il Center for open innovation. «Fino a poco tempo fa questo era solo un tema da laboratori universitari», dice. «Adesso cominciano ad esserci molti case study come quello di ENEL».

NELLA DISNEYLAND DEGLI INNOVATORI

Qui siamo nell’avamposto del futuro. Anzi, come dice lo stesso Ciorra, nella Disneyland degli innovatori di tutto il mondo. Lo vedi anche per strada, dove ad ogni incrocio c’è una Tesla. «Ne circolano già 35mila in questa area», mi dice orgoglioso un giovane disruptor durante un cocktail da Galvanize, il coworking amato dai developer. «Ogni innovatore sogna di lavorare in Silicon Valley», riprende Ciorra. «E gli innovatori che lavorano in Enel avranno la possibilità , ovunque si trovino nel mondo, di rappoortarsi ogni giorno con startup della Silicon Valley».

L’attività di open innovation di ENEL è finalizzata a una decisa evoluzione del business dell’energy messo a dura prova, come tanti altri, dalla disruption digitale e dall’ingresso sul mercato di nuovi player. «La forte presenza di Enel negli Stati Uniti può essere sostenuta solo lavorando a stretto contatto con un’importante istituzione accademica come UC Berkeley», spiega Francesco Venturini, Responsabile della Divisione Globale Energie Rinnovabili di Enel, Enel Green Power. «L’Innovation Hub permetterà al Gruppo un contatto ancora più stretto con alcune delle più innovative startup mondiali, contribuendo a far crescere la nostra leadership nella diffusione delle energie rinnovabili, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo».

CHE COSA CERCA ENEL IN SILICON VALLEY?

Che cosa cerca ENEL qui? «Questo è il posto dove adottiamo startup che provengono da Berkeley e che possono lavorare con la nostra azienda», risponde Ciorra. «Nel ospiteremo tra le 5 e le 10 ma puntiamo a coinvolgerne almeno 50. Cerchiamo persone che abbiano sogni e competenze per risolvere le big issue dell’umanità che per noi rappresentano grandi opportunità di business. Per esempio l’energy access: oltre 1 miliardo di persone non hanno ancora accesso all’energia. Ma anche la mobilità sostenibilie grazie ai motori elettrici o l’aumento dell’efficienza energetica degli immobili grazie a software e device evoluti».

UN HUB APERTO ALL’ITALIA

L’approccio di open innovation non vale solo per le nuove imprese. «Noi lavoriamo qui come ENEL ma sia aperti a qualunque altra azienda italiana, piccola o grande, che voglia venire a fare scouting di startup in Silicon Valley, come del resto avviene già da tempo in Israele, in Brasile e anche in Italia con l’InnovationLab di Passo Martino, in provincia di Catania. Noi speriamo che Enel Innovation Hub diventa presto l’Italian Innovation Hub, uno spazio per tutte le aziende che vogliano fare oper innovation e migliorare così la propria competitivitè e quella del Paese».

IL BUSINESS CON CON LE STARTUP

Negli ultimi due anni ENEL ha analizzato 1550 startup, ne ha incontrate 480 e con 80 ha sviluppato un progetto. Ogni tanto fa anche qualche acquisto. «Succede raramente, quando troviamo una startup già evoluta, che ha fatto un percorso di accelerazione con noi, che ha già trovato un prodotto o un servizio per noi strategico», spiega Ciorra. Finora è successo solo tre volte: con due startup italiane (Athonet e IM) e una americana (Den). «Di solito facciamo solo da acceleratori, guidando le startup verso prodotti e servizi che ci interessano e che poi compriamo, finananziando così di fatto la nuova impresa. Anche per questo stare in Silicon Valley è importante: qui ci sono molti venture capitalist pronti a lavorare con noi per la parte finance. Noi siamo un’azienda industriale e lasciamo ai fondi fare il loro lavoro».

IL BUDGET? NO LIMITS

Come ribadiscono spesso i manager ENEL, il lavoro di scouting ha quindi scopi industriali. L’obiettivo è scoprire le innovazioni ovunque esse siano nel mondo. Il budget a disposizione per fare questo lavoro? No limits, dice con una battuta Ciorra, che distingue i costi di gestione di un hub come quello di Berkley (fra 300 e 500mila euro l’anno) e la vera e propria attività di accelerazione. Si spende quel che vale la pena spendere quando si trova la startup giusta per il proprio business.

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