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Open innovation, ecco le sei finaliste del Premio GammaDonna 2016

Svelati i nomi delle imprenditrici in lizza per il riconoscimento assegnato al Forum Nazionale dell’Imprenditoria Femminile e Giovanile il 10 novembre a Milano. In programma un incontro con le tre assessore all’innovazione di Torino, Milano e Roma

Pubblicato il 03 Nov 2016

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Sei finaliste per il Premio GammaDonna 2016: i loro nomi sono stati svelati oggi in apertura dell’incontro stampa alla Camera di Commercio di Milano per presentare l’8° edizione del Forum Nazionale dell’Imprenditoria Femminile e Giovanile, evento in programma a Milano, presso la sede de Il Sole 24Ore, il prossimo 10 novembre, con il titolo: “Open your mind, open your business. Sul filo dell’Open Innovation”.

►FINALISTE DEL PREMIO GAMMADONNA 2016

Cristina Angelillo, A.D. Marshmallow Games, società di Bari che crea app educative per stimolare l’apprendimento di materie scolastiche, mescolando contenuti editoriali e gioco. Marshmallow Games fonde tradizione e innovazione portando la didattica in una nuova dimensione. In particolare sfrutta la naturale predisposizione dei più piccoli nei confronti delle nuove tecnologie per utilizzarle a loro favore e propone percorsi didattici per rendere divertenti anche le materie ritenute noiose. La prima linea di app si chiama Math Tales e ha superato i 40.000 download in Italia senza investimenti in marketing. Grazie a questi risultati la startup è entrata nel percorso di accelerazione TIM #WCAP 2015 nella sede di Milano.

Giulia Baccarin, Ceo di MIPU – MIPU Accelerator è un incubatore di startup tecnologiche con sede a Salò con una forte impronta internazionale. Investe solo in startup sostenibili che abbiano un impatto positivo in termini ambientali e socio- economici. MIPU si prefigge l’obiettivo di combattere il fenomeno dei “cervelli in fuga”, creando uno spazio dove giovani talenti, chiamati “intrapreneurs”, trovino un luogo dove innovare ed esprimere la propria creatività. Sono tutti sotto i 35 anni, di diverso genere e nazionalità. La forte spinta innovativa è alimentata da numerose attività di team building e accorgimenti logistici, come il Mipu Garden House, il “giardino dei talenti”. La startup ha connessioni extraeuropee con l’Australia, Israele, il Giappone, il Congo e la Corea del Sud e punta ad espandere questo network di business nei prossimi anni per costruire solidi canali per investimenti nelle proprie startup.

Carla Delfino, Presidente ScappaTopo – ScappaTopo di Roma nasce da una semplice filosofia: tutelare l’unico mondo che abbiamo e il nostro futuro. Ne consegue che uccidere ciò che ci dà fastidio non è la soluzione, specialmente se si tratta di un topo, in grado di sviluppare una forte resistenza ai pesticidi e continuare a riprodursi sempre più forte. ScappaTopo è un repellente eco-compatibile, a base di un mix di oli essenziali assorbiti su granuli di mais, che col profumo gradevole allontana i topi senza eliminarli né inquinare l’ambiente. Un’innovazione, finanziata da Horizon 2020, che ha ottenuto il Seal of Excellence dalla CE, oltre ad aver ricevuto il Cartier Women’s Initiative Award per l’Europa nel 2014, unico caso in Italia.

Alessandra Di Fede, Co-founder Kedea Design – Kedea, Software House di Somaglia (Lo) specializzata nel settore Web Application e grafica digitale, dal 2013 a oggi ha conquistato una fetta di mercato sempre più ampia nell’offerta di soluzioni e servizi per la Pubblica Istruzione, per accompagnare scuole, di ogni ordine e grado, nel processo di dematerializzazione cartacea e di trasformazione digitale. Le nuove normative hanno fatto sì che la comunicazione scuola-famiglia divenisse cardine dei suoi progetti scolastici 2.0 e il prodotto di punta “KeScuola” crescesse in un pacchetto di servizi completo, dal registro elettronico, alle pagelle online, dalla piattaforma e-learning fino all’ App per le famiglie.

Anna Fiscale, Presidente “Progetto QUID” Cooperativa Onlus – Progetto QUID di Avesa (Verona) è il primo marchio di moda etica e sostenibile a km 0 made in Veneto. Frutto associativo di un gruppo di 5 amici con una passione per la moda e un cuore per il sociale, QUID nasce con l’obiettivo di dar vita a prodotti creativi, artigianali, unici, eco- sostenibili e solidali. Il team opera nel recupero di rimanenze di tessuto di aziende italiane e, tramite l’apporto creativo di designer emergenti, crea collezioni dal design unico confezionate a mano da donne con un passato di fragilità. Oggi QUID è presente sul mercato con negozi monomarca o tramite i canali distributivi delle aziende partner (Calzedonia, Intimissimi, Tezenis, DEN Store, Altromercato, NaturaSì, Diesel).

Marianna Poletti, Direttore Just Knock – Just Knock di Milano è la piattaforma online che permette ai giovani talenti di trovare lavoro inviando idee al posto del curriculum, facendo emergere i profili dei candidati tra i numerosi cv che affollano le scrivanie dei manager. La startup nasce con una vision ben precisa: utilizzare il digitale per riportare il focus sull’aspetto umano delle risorse, creando un network che predisponga utenti ed aziende a collaborare e cooperare per innovare insieme. Su Just Knock le aziende possono valutare anzitutto idee e progetti, a vantaggio di una valutazione più oggettiva e meritocratica; solo dopo un primo giudizio, basato sulla qualità del contenuto, è possibile scoprire di più sull’ideatore. Tutte le aziende presenti nel network sono contrattualmente impegnate a rispettare la proprietà dei progetti ricevuti.

Sarà invece assegnato a Mary Franzese di Neuron Guard, startup biomedicale, il Giuliana Bertin Communication Award 2016, riconoscimento voluto dall’Agenzia Valentina Communication, ideatrice del format del GammaForum, per l’imprenditrice che meglio ha saputo raccontare e promuovere l’azienda sui canali media, tradizionali e social. Neuron Guard ha sviluppato un dispositivo medico per trattare in loco danni acuti causati da ictus, arresto cardiaco e trauma cranico. Imprimendo una grande svolta nella Medicina d’Emergenza, l’azienda punta tra 5 anni a vendere la piattaforma tecnologica a livello internazionale.

In palio per la vincitrice un Master della 24Ore Business School e un gioiello offerto da Liu·Jo Luxury.

IL FORUM – Una scelta strategica e duratura, una sfida a logiche e meccanismi precostituiti per affrontare mercati sempre più connessi e globalizzati. Questa è l’open innovation. Ma, perché funzioni, la tecnologia da sola non basta. “Un’impresa è anzitutto persone – afferma Mario Parenti, Presidente di GammaDonna – che devono essere disponibili a cambiare mentalità, a contaminarsi e a sperimentare nuovi modelli. In questo senso il contributo di donne e giovani può essere determinante.” Saranno loro i protagonisti del Gamma Forum, inserito nella Global Entrepreneurship Week 2016. Una giornata ad alto tasso di innovazione e ispirazione, direttamente nel cuore della business community italiana, con l’obiettivo di formulare proposte concrete per agevolare l’adozione dell’innovazione aperta nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.

L’OSSERVATORIO GAMMADONNA – Tra le cinquanta candidature pervenute da tutta Italia, l’età media si è attestata sui 32 anni, con un livello di istruzione medio-alto. Le aziende – in rappresentanza di un ampio spettro di settori produttivi – sono giovani (l’80% ha meno di 10 anni), con fatturati mediamente attorno 60-70.000 euro e organici di poco inferiori ai 10 dipendenti. Per il 70% dei casi si tratta di società di capitali che si finanziano con mezzi propri, ma anche facendo ricorso a venture capital, business angels e crowdfunding. L’innovazione aperta è caratterizzata da forme di collaborazione con altre imprese a livello nazionale e internazionale; il 55% delle candidature ha legami con Università e centri di ricerca. La quasi totalità ritiene innovativa la sua azienda, con prospettive di business in crescita. Quasi tutte hanno sviluppato nuovi prodotti, 1 su 3 ha depositato brevetti e il 64% ha attuato forme di smartworking. Le sfide da affrontare sono, nell’ordine: affermarsi sul mercato nazionale, l’internazionalizzazione e il rafforzamento del brand. Significativo che la squadra sia emersa come di gran lunga il principale fattore di successo aziendale (93%), seguito da prodotti e servizi competitivi (71%), mentre solo terza si classifica la capacità dell’imprenditore/trice (60%). La disponibilità di capitali è considerata importante soltanto nel 12% dei casi.

IL PROGRAMMA – A dare avvio ai lavori della mattinata le 6 storie imprenditoriali finaliste del Premio GammaDonna, tra le quali verrà proclamata in loco la vincitrice. A queste testimonianze faranno da contrappunto gli interventi di multinazionali “illuminate”, tra cui Microsoft, Coca-Cola, Gruppo Miroglio, Electrolux, QVC Italia, Synergie Italia, che mostreranno come non esista un modo solo di fare Open Innovation, ma siano numerose le declinazioni possibili. Il pomeriggio sarà invece dedicato a momenti di interazione, formazione e approfondimento: la prima sessione pomeridiana vedrà alcune rappresentanti politiche delle amministrazioni pubbliche dialogare con startupper su come aprire il mercato della PA al contributo delle imprese innovative. All’incontro dal titolo “PA a caccia di innovazione: soddisfare la domanda del settore pubblico”, moderato dal direttore di EconomyUp, Giovanni Iozzia, intervengono Loredana Capone, Assessora Innovazione Regione Puglia, Roberta Cocco, Assessora Trasformazione Digitale Città di Milano, Flavia Marzano, Assessora Roma Semplice, Paola Pisano, Assessora Innovazione e Smart City Città di Torino. Per le startup partecipano Davide Dettori, AD e fondatore im3D, Ruggero Di Maulo, AD Artexe, e Massimiliano Arena, AD CondividiPA. A Ilaria Capua, scienziata di fama internazionale, sarà affidato il keynote speech in collegamento dal One Health Center of Excellence dell’Università della Florida, che sarà incentrato sulla sfida ai sistemi consolidati per accelerare evoluzione e cambiamento. A seguire, l’Open Innovation Tool Box, che sarà aperta dal Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, Marco Gay: un confronto tra esperti e casi imprenditoriali reali per entrare nel merito della “cassetta degli attrezzi” dell’open innovator – dal checkup della cultura aziendale alla trasformazione digitale, dalla protezione della proprietà intellettuale alle potenzialità rappresentate da startup e PMI innovative per i grandi brand. Al dibattito sull’innovazione aperta e agli strumenti per farla, il GammaForum affiancherà occasioni concrete di business, grazie ai momenti di networking e agli incontri con i relatori; allo sportello SMAU Discovery, che metterà in contatto chi fa innovazione con chi ne è alla ricerca; allo studio mobile QVC Next, un vero e proprio market test per l’imprenditoria emergente, dove un team di professionisti valuterà idee di business per un possibile accesso al programma di incubazione e accelerazione QVC. Il GammaForum sarà una giornata fuori dagli schemi, di confronto, proposte, business networking, in un format “contaminato”, grazie alla collaborazione straordinaria del Cirko Vertigo, che firmerà lo spettacolo di chiusura dell’evento “Sul filo dell’Open Innovation”. (Qui il programma completo del Gamma Forum).

L’IMPRENDITORIALITÀ FEMMINILE E GIOVANILE IN ITALIA (Fonte: Unioncamere – 3° rapp. naz. sull’imprenditoria femminile “impresa in genere” – giugno 2016) – Più dinamiche, più giovani, più multiculturali. Sono le imprese femminili, che – cresciute tra il 2010 e il 2015 di 35mila unità – rappresentano il 65% dell’incremento complessivo dell’intero tessuto imprenditoriale italiano. Un milione e 312mila imprese (21,7% del totale) che danno lavoro a quasi 3 milioni di persone, crescono più velocemente di quelle maschili, quasi del doppio, e in cui il 14% è guidato da under 35. Una percentuale che ancora una volta supera quella maschile. Forse per questo le imprenditrici sono sempre più innovative: nello stesso quinquennio, le imprese “rosa” legate al mondo digitale sono aumentate del 9,5% contro il +3% del totale e se nel 2010 le startup innovative femminili erano solo il 9,1%, nel 2014 sono diventate il 15,4%. Un tasso crescente che – secondo Federica Ortalli, Presidente del Comitato IF della Camera di Commercio di Milano – “si spiega senz’altro con un più diffuso supporto pubblico all’iniziativa economica delle donne, che trovano spesso nel fare impresa una risposta alla mancanza di soluzioni occupazionali, oltre che una strategia per conciliare lavoro e famiglia”. A questi dati si sommano quelli relativi alla spinta data all’economia italiana dalle imprese costituite dagli under 35 tout court che rappresentano il 54,1% del saldo complessivo delle imprese italiane. “I giovani hanno il dovere di essere portatori di innovazione – sottolinea Mattia Macellari, Presidente dei Giovani Imprenditori di Assolombarda – Le nostre aziende necessitano di continui stimoli per costruire nuovi vantaggi competitivi e crescere in un mercato sempre più dinamico che non perdona comportamenti non ambiziosi e lungimiranti”.

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