Smart & Start, le 10 cose da sapere per partecipare al bando

Sono online i moduli per iscriversi al progetto di Invitalia che concede mutui a tasso zero alle startup innovative. Ci si potrà candidare dalle 12 del 16 febbraio. Ecco alcune dritte per prepararsi all’appuntamento e un VIDEO che spiega il funzionamento del bando

Pubblicato il 06 Feb 2015

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È online da qualche giorno la modulistica da compilare per partecipare a Smart&Start Italia, l’incentivo per favorire la diffusione di nuova imprenditorialità legata all’economia digitale. Consiste in sostanza nell’assegnazione di agevolazioni a startup innovative già costituite o ancora in fase embrionale individuate tra le più meritevoli. In attesa dell’apertura dello sportello a partire dalle ore 12.00 del 16 febbraio 2015 sul sito di Invitalia, l’agenzia che gestisce l’assegnazione dei finanziamenti per conto del Ministero dello Sviluppo economico, ecco le dieci cose da sapere per prepararsi al meglio alla gara.

Smart & Start Italia è esteso a tutto il Paese. Le agevolazioni, per le quali sono disponibili oltre 200 milioni di euro, sono estese a tutte le regioni italiane. Nel vecchio Smart & Start partito a settembre 2013 gli incentivi riguardavano solo sei regioni del Mezzogiorno e le aree del cratere Aquilano. Stavolta può partecipare chiunque abiti nella nostra penisola, dalle Alpi agli Appennini e oltre.

Non più erogazioni a fondo perduto ma mutui agevolati. Stavolta i candidati dovranno restituite i soldi che sono stati loro concessi da Invitalia, a differenza del primo bando che prevedeva agevolazioni a fondo perduto. In pratica i vincitori di questa edizione avranno la possibilità di contrarre un mutuo senza interessi, il cui valore può arrivare fino all’80% delle spese ammissibili (max 1.200.000 euro) nel caso in cui la startup abbia una compagine costituita da giovani e/o donne o abbia tra i soci un dottore di ricerca che rientra dall’estero; fino al 70% delle spese ammissibili (max 1.050.000 di euro) negli altri casi. Una quota a fondo perduto viene comunque mantenuta per le startup localizzate in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia e nel territorio del Cratere Sismico Aquilano che dovranno restituire solo l’80% del mutuo agevolato ricevuto. Il presidente di Invitalia Domenico Arcuri, in un’intervista rilasciata ad EconomyUp, ha tenuto a precisare che, per coloro che temono di indebitarsi troppo in vista di un progetto ancora poco focalizzato, è il caso di non presentare la proposta. “Non esiste in nessun luogo del mondo – ha detto – un imprenditore che riesce soltanto perché ha un’idea”.

Può partecipare anche chi non ha ancora costituito una startup. Smart & Start Italia si rivolge a startup innovative di piccola dimensione già iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese. Per startup innovative si intendono le imprese che rispondono a precisi requisiti di legge tra cui:società di capitali costituite da non più di 48 mesi; che offrono prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico; con valore della produzione fino a 5 milioni di euro (per i dettagli sui requisiti vedi Art. 25 del DL n.179/2012). Tuttavia è concessa una chance anche a chi ancora non ha costituito una società ma ha un’idea brillante ed è fortemente intenzionato a portarla avanti. Possono quindi concorrere al bando anche team di persone fisiche che intendono costituire una startup innovativa in Italia, anche se residenti all’estero o di nazionalità straniera.

Sale l’importo massimo finanziabile. Nel precedente bando Smart & Start l’importo massimo finanziabile era 500mila euro, vinto per esempio da Buzzoole, startup campana fondata da Fabrizio Perrone che consente alle imprese di “usare” gli utenti web più influenti (influencer) per veicolare campagne pubblicitarie. Stavolta Invitalia ha deciso di alzare la quota a 1,5 milioni di euro, sollecitata da alcune riflessioni sulla necessità di dotare le startup nascenti di un patrimonio finanziario adeguato per far spiccare loro più agevolemente il volo. Il finanziamento coprirà da un minimo di 100 mila a, appunto, un massimo di 1,5 milioni di euro.

Tecnologia, economia digitale, ricerca: può concorrere chi opera in questi campi. Le attività ammesse per poter partecipare al bando sono: produzione di beni ed erogazione di servizi che si caratterizzano per il forte contenuto tecnologico e innovativo; che si qualificano come prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale; e che si basano sulla valorizzazione dei risultati della ricerca pubblica e privata (spin off da ricerca). Nulla da fare invece per chi è attivo nella produzione primaria dei prodotti agricoli.

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Non c’è limite di età. Non è stato definito un tetto oltre il quale non è ammessa la partecipazione. Va solo ricordato che la percentuale massima di finanziamento potrà salire all’80% se la startup è costituita da under 35.

Premiati donne e cervelli in fuga di ritorno in Italia. La percentuale massima di finanziamento potrà salire all’80% se la startup è costituita solo da donne oppure se al suo interno c’è almeno un dottore di ricerca italiano che sta lavorando all’estero e sceglie di rientrare in Italia.

È tutto paperless. Come per il precedente bando, anche in questo caso Invitalia ha deciso di eliminare completamente la carta. Le domande di partecipazione si presentano solo ed esclusivamente online.

Non è un click day. Gli organizzatori di Smart & Start Italia tengono a sottolineare che il 16 febbraio non sarà un click day. Le domande saranno sì prese in considerazione nell’ordine di arrivo, ma poi, naturalmente, verrà valutata la qualità dei requisiti richiesti. E il bando resterà aperto fino a esaurimento fondi. Quindi, suggeriscono gli organizzatori, è meglio non affannarsi a fare tutto in fretta (e magari male) e prendersi invece il giusto tempo per elaborare i documenti con la massima cura. L’anno scorso non sono stati erogati 68 milioni di euro su circa 203 disponibili: in pratica ne sono ‘avanzati’ 135, che in parte sono stati utilizzati per rifinanziare il nuovo bando.

I tempi di erogazione delle agevolazioni non sono immediati. Per il precedente bando, dal momento in cui il candidato ha saputo di aver vinto il finanziamento all’effettiva erogazione sono trascorsi diversi mesi. “Riusciamo a fare le istruttorie in 60 giorni, poi ci sono i tempi tecnici” precisano da Invitalia. È bene comunque sapere che, molto probabilmente, anche in questo occorrerà aspettare del tempo prima di ottenere il via libera all’erogazione del mutuo a tasso zero.

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