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Zambon fa una exit da 200 milioni (ma non se ne accorge nessuno)

Z-Cube, braccio di investimento della società farmaceutica Zambon, ha venduto a Baxter la sua partecipazione in Suppremol, spin off del Max-Planck Institute di Monaco. Un segno di vitalità dell’ecosistema. E un modello per il corporate venture capital

Pubblicato il 14 Mar 2015

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È passata del tutto inosservata, non una riga sulla stampa e ben poco sui siti italiani. Eppure sono 200 milioni di euro! Eppure il 4 marzo scorso è stato segnato un importante risultato per un Corporate Venture Capital italiano. Ed è ancora biotech!

Z-Cube, il braccio d’investimento della società farmaceutica Zambon (quella del Fluimucil), ha venduto la sua partecipazione in Suppremol GmbH, uno spin-off del Max-Planck-Institute di Monaco di Baviera che ha visto nel professor Robert Huber, premio Nobel per la Chimica nel 1988, uno dei fondatori.

Z-cube ci aveva creduto per prima nel 2005 e ora si gode i ritorni pro-quota della cessione alla multinazionale Baxter Bio Science per 200 milioni di euro.

Stropicciamo gli occhietti:

1. In Italia si sono fatte molte exit multimilionarie nel biotech negli ultimi due anni

2. Ci sono appena state raccolte di capitali per le startup del settore da far sballare statistiche

3. E ora si segnano punti pesanti, in trasferta, nell’infrequente attività di corporate venture capital.

Z-cube, da quanto mi risulta, ha cambiato missione da qualche anno. Forse questa exit spingerà a ripensare le strategie. E forse questa exit farà da esempio ad altre aziende di altri settori lontane dal modello.

Nel complesso l’ecosistema da segni formidabili di vitalità e competitività: investe, gestisce, disinveste, lo fa con privati e con corporate, su start-up italiane e spin-off esteri.

Se non ci fosse la funzione “invia posizione” su whatsapp, penserei di essere qualche oceano più a ovest.

* Pierluigi Paracchi è Chairman & CEO Genenta Science, TW@pigiparacchi

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