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Fare da mentor alle startup non è un lavoro (e non si viene pagati): le due cose che servono



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Esperienza diretta e la voglia di “restituirla” a chi parte con una nuova impresa. Sono gli ingredienti necessari per fare lo startup mentor, senza chiedere nulla in cambio. Se succede, scappate subito

Pubblicato il 24 giu 2025



startup mentor

Lo spunto del post di questa settimana sugli startup mentor è un’intervista su Capitalist a Flavio Fazio, fondatore e CEO di Flazio.com, piattaforma italiana per la creazione di siti web che ha saputo conquistare oltre un milione di utenti e che ora, da Catania, fattura qualche milione di euro con oltre venti dipendenti.

Alla domanda su quali siano stati i suoi punti di riferimento, personali o professionali, durante la crescita di Flazio, ha risposto così: “Uno dei punti di riferimento più importanti durante la crescita di Flazio è stato senza dubbio Alberto Onetti. L’ho conosciuto proprio agli albori della mia attività, in un momento in cui avevo tante idee ma ancora poca chiarezza su come trasformarle in un progetto scalabile e strutturato. Il suo approccio, la sua esperienza nel mondo delle startup e soprattutto la sua capacità di trasmettere una visione concreta e orientata ai risultati sono stati fondamentali per me.

Startup mentor: dire ciò che non si vuole sentirsi dire

Apparentemente gli ho detto così tante volte cose che non voleva sentirsi dire che pure mi ringrazia… 
Ho incontrato per la prima Flavio oltre 10 anni fa a San Francisco, agli inizi del suo percorso imprenditoriale, quando era a Mind the Bridge per la Startup School.
Un aggettivo per definirlo? “Stubborn” .

Non gli ho mai detto quello che voleva sentirsi dire, ma ha sempre con grande umiltà ascoltato e poi – giustamente – fatto di testa sua, con grandissima determinazione e lucidità. Credo che per queste ragioni siamo nel tempo diventati amici e per cui, ogni volta che atterro nella bellissima Catania o comunque in Sicilia, trova il tempo per accogliermi.

Così come cerco di trovare il tempo per lui quando ha bisogno di confrontarsi (per esempio quando gli arrivano proposte di vendere Flazio che io gli suggerisco di valutare, cosa che lui puntualmente ignora…).

Alberto Onetti con Flavio Fazio la scorsa estate in Sicilia

Come è il non-lavoro dello startup mentor?

Spoiler: Fare lo startup mentor non è un lavoro. Non è una professione. E non si viene pagati.

Che cosa serve per farlo? Due cose, credo:

  1. First-hand Experience, per il semplice motivo per cui non si può dare consigli su qualcosa che non ti è mai capitato e non hai vissuto. Per questo più gli ecosistemi sono sviluppati, più è larga la base di persone che possono fare da mentor. L’Italia qui ha un gap, che è destinato a ridursi quanto più persone saranno capaci di costruire esperienze di successo. 
  2. L’esigenza di “Give back”, ossia la necessità di restituire un po’ a chi sta partendo o sta vivendo situazioni in cui è difficile prendere una decisione di quello che si è ricevuto (o si avrebbe voluto ricevere) quando si era agli inizi o quando si stava affrontando un momento di incertezza. In America è un atteggiamento diffuso, perché c’è la consapevolezza che aiutare l’ecosistema rende l’ecosistema più ricco e resiliente. Quindi indirettamente se ne ricava un vantaggio, oltre a sentirsi bene.

Perché non farlo?

Non ci sono controindicazioni, se non la mancanza di tempo. Siamo difatti bombardati da richieste di aiuto. Quelle poche cui riesco a dare dedicare un po’ di tempo sono quelle che riescono – in vari modi, il più delle volte casuali – ad attirare la mia attenzione.

Ma va fatto. Come ha ricordato Ian Hathaway (General Partner di Far Out VC) al Global Entrepreneurship Congress in Indiana (peraltro le applications per la Entrepreneurship World Cup chiudono il 30 giugno, qui il link), “è peraltro abbastanza semplice da fare. Si può fare tutti i giorni dedicando dieci minuti ad un imprenditore over a cup of coffee”.

“Give first” quindi, che è anche il titolo del nuovo libro di Brad Feld. Questo è lo spirito che deve permeare un ecosistema di startup.

Dare, senza chiedere nulla in cambio. E, qualora qualcuno vi chiedesse qualcosa, scappate. Veloci.

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