La storia
ArtGuru, perché parlare d’arte è più facile a Londra che in Italia
L’ideatore dell’app che fornisce informazioni sui quadri di un museo spiega perché ha scelto la City per crescere: “Nel nostro Paese c’è un grande fermento intorno alle startup ma ci sono ancora tante barriere da abbattere”
di Annalisa Lospinuso
Pubblicato il 04 Mar 2014

I due fondatori, con un’esperienza di oltre 10 anni come free lance nel settore, hanno prima ideato un motore per il riconoscimento delle immagini e poi l’hanno raffinato per cercare di trovare un’app a portata di click. Nel 2013, hanno presentato il progetto a Microsoft e hanno ricevuto il “grant” da AppCampus (Microsoft, Nokia, Aalto University), garantendo l’uscita in esclusiva di ArtGuru su Windows Phone 8 fino a fine gennaio 2014, per poi svilupparla anche su iOS e Android. Di qui la scelta di fondare una Ltd a Londra, perché “ci sono meno spese e meno passaggi burocratici – continua il fondatore – e poi Londra è un terreno fertile per le startup con tutti gli eventi che ci sono e grandi opportunità di fare networking. In Italia c’è grande fermento intorno alle startup ma ci sono ancora tante barriere da abbattere”. A Londra, ad esempio, questi due giovani trentenni frequentano spesso gli incontri al Google Campus e partecipano ai demo-day, una grande opportunità per le startup di allargare il raggio di conoscenze.
Oltre a Marco e Cristian, la squadra di Veezeon comprende altre sei persone, tra le quali il socio Stefano Tresca, e una cerchia di “contributors” che in giro per il mondo scattano le fotografie delle opere d’arte e ne scrivono la descrizione, aiutando ad implementare le guide mobile messe a disposizione da ArtGuru. Finora l’app ha funzionato esclusivamente per il museo più visitato al mondo, il Louvre, con 3478 quadri registrati, ma l’intento è di espanderla a molte altre gallerie. A giorni sarà lanciato ArtGuru Courtauld Gallery, lo spazio londinese dedicato principalmente ai pittori Impressionisti e Post-Impressionisti, e altri musei si aggiungeranno all’elenco tra marzo e aprile. “Ci piacerebbe avere contatti diretti con i musei – aggiunge il fondatore –, vorremmo riuscire a convincerli che per loro è soltanto guadagno, in quanto l’app permette di aumentarne la visibilità e offre guide interattive a nostre spese”.
Per Marco e Cristian le soddisfazioni sono arrivate in breve tempo: un mese dopo il lancio (lo scorso 25 ottobre) hanno registrato tremila download e, lo scorso novembre, ArtGuru Louvre edition è stata nominata da Nokia tra le cinque migliori applicazioni della settimana. Ora la squadra sta mettendo a punto anche la versione di ArtGuru per Google Glass che renderà possibile fruire della guida interattiva usando soltanto la vista. Il prototipo è stato mostrato, le scorse settimane, al Mobile World Congress di Barcellona, la più grande fiera mondiale sul mobile, alla quale i fondatori hanno partecipato, ospitati da UCL Decide (il programma della Global University di Londra per supportare i progetti digitali) e The Developer Lab.
Le ambizioni, però, sono ancora tante. “Abbiamo un trend di crescita che dobbiamo cavalcare. In questo 2014 – conclude De Sanctis – speriamo di ottenere un altro giro di funding che ci permetta di allargare il giro d’azione e sviluppare l’app per tanti nuovi musei”.