MOBILITÀ SOSTENIBILE

Auto elettrica: ecco come la startup ShargeMe propone lo sharing della ricarica tra utenti

La società triestina punta a creare una nuova modalità di condivisione e ricarica delle batterie delle e-car connettendo gli utenti tramite un’app. Ha già partecipato a eventi internazionali di settore e al lancio dell’Osservatorio Smart & Connected Car del Polimi. Ora ShargeMe cerca investitori. Possibilmente italiani

Pubblicato il 03 Dic 2019

Parte del team di ShargeMe al CES di Las Vegas

Una startup triestina, ShargeMe, sta lavorando per facilitare la ricarica delle batterie delle auto elettriche. L’idea dei due fondatori, Marin Krosi e Sabrina Velikonja, è semplice: chi possiede una e-car con la batteria carica può vendere parte della sua energia a chi necessita di rifornimento. La funzione di ShargeMe è mettere in contatto domanda e offerta attraverso la propria piattaforma web. La startup ha già ricevuto alcuni riconoscimenti, ma quello a cui punta adesso sono i finanziamenti. “Vogliamo restare in Italia e li cerchiamo qui – dice il co-founder  Krosi – altrimenti saremo costretti a cercare finanziatori all’estero”.

Come è nata e che cosa fa ShargeMe

ShargeMe punta a creare una nuova modalità di condivisione e ricarica delle batterie delle auto elettriche connettendo gli utenti tramite un’app e consentendo loro una gestione intelligente della carica residua in funzione delle proprie necessità.

L’idea è nata quando, nell’estate 2017, i due startupper si trovavano in California per affari. Sono rimasti  colpiti dalla diffusione delle auto elettriche non solo nelle fasce benestanti della popolazione, ma tra tutti i ceti sociali. In realtà già da tempo stavano pensando a un progetto sulle auto elettriche, ma il viaggio ha fatto scattare la scintilla. Il progetto della startup punta a risolvere uno dei problemi che ancora ostacolano l’ampia diffusione di e-car nel nostro Paese: la scarsissima presenza di colonnine di ricarica pubbliche.

Come funzionerà ShargeMe

Il progetto di charge sharing si basa su una piattaforma connessa che si potrà gestire tramite app. Se il guidatore a bordo di un’auto elettrica si accorgerà che il mezzo è quasi scarico e non troverà nelle vicinanze una colonnina elettrica, potrà cercare nel raggio di pochi chilometri un veicolo disponibile a condividere una parte di energia. La richiesta avverrà anonimamente e la transazione economica sarà conclusa tramite smartphone prima del rifornimento. Il modello di business di ShargeMe sarà basato su una fee e sulla vendita di dati (sempre anonimi) a società interessate.

ShargeMe: i riconoscimenti

A gennaio 2018 ShargeMe è stata scelta insieme ad altre 45 startup innovative per rappresentare l’Italia al Ces di Las Vegas, la grande fiera dedicata all’hi-tech. La startup risulta anche tra le 11 selezionate all’evento di lancio dell’Osservatorio Smart & Connected Car, new entry nella galassia degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano. Sempre di recente il team di ShargeMe è volato a Dubai come finalista per la categoria “Tech for Good Award” del Gitex Future Stars Event, il più grande evento di tecnologia di Medio Oriente, Nord Africa e Asia del Sud.

L’appello del founder: “Cerchiamo finanziatori in Italia”

Attualmente la giovane società ha pronto un MVP (Minimum Viabile Product, il prodotto con il più alto ritorno sugli investimenti rispetto al rischio) e sta valutando il momento migliore per lanciarlo. Naturalmente servono fondi. “Abbiamo investitori da Londra e Berlino in fase molto avanzata per concludere il nostro round seed of financing” dice il co-founder Marin Krosi – ma vorremmo che gli investitori italiani si facciano avanti, altrimenti saremo l’ennesima startup italiana che dovrà andare all’estero”. La società ha già rifiutato a dicembre 2018 500mila euro da un fondo di venture capital svizzero. “Ma ora non possiamo più aspettare” conclude Krosi.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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