È in arrivo un Internet of Things “semplificato” per chi, a casa, vuole che il frigorifero parli con lo smartphone o analoghe funzionalità. Come è noto, l’Internet delle Cose è un neologismo riferito all’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti. Attraverso chip e sensori inseriti all’interno, gli oggetti sono in grado di interagire tra loro e con la realtà circostante. Così il mondo fisico può essere (quasi) interamente digitalizzato, monitorato e in molti casi virtualizzato. Molteplici le applicazioni per le abitazioni: uno degli esempi più comuni è la telecamera di sicurezza domestica web connected che, installata all’interno dell’appartamento, consente di visualizzare e ingrandire diverse zone, gestire l’audio e il rilevatore di movimento e controllare così eventuali infrazioni.
Tutto questo già esiste. Ma può diventare ancora più semplice grazie a Fastweb, società impegnata nell’innovazione della rete e dei servizi internet in Italia, che lancia l’attivazione di nuove connessioni dei propri clienti con un indirizzo IPv6. Cosa significa? “Vuol dire in sostanza poter connettere in casa molti più apparati” spiega Andrea Lasagna, Responsabile Ingegneria di rete Fastweb. Questo avviene perché a ogni device presente nell’abitazione verrà assegnato un indirizzo IP pubblico e univoco, che abilita ad una nuova generazione di applicazioni nel campo della domotica e della connettività tra dispositivi, l’Internet of Things (Iot) appunto. Già da qualche giorno, tutti i nuovi clienti delle città di Ancona, Bari, Bergamo, Brescia, Busto Arsizio, Legnano, Livorno, Monza, Padova, Pescara, Pisa, Reggio Emilia, Varese e Verona vengono attivati direttamente con indirizzi IPv6. Nei prossimi mesi questo servizio verrà esteso a tutte le altre città e nel 2016 arriverà anche nelle grandi città come Roma e Milano.
Per capire la novità è essenziale comprendere cosa è un indirizzo IP: si tratta del numero che identifica un qualsiasi dispositivo collegato a una rete Internet. IPv6 è il nuovo protocollo di indirizzamento, nato per sostituire il protocollo IPv4 per il quale sono in esaurimento gli indirizzi disponibili. Negli ultimi anni infatti, con la crescita degli utenti di Internet e di dispositivi e applicazioni costantemente connessi alla rete, gli indirizzi IPv4 assegnabili nella rete Internet sono stati rapidamente consumati. “Gli operatori – prosegue Lasagna – non hanno la possibilità di dare a tutti i clienti un numero infinito di indirizzi Ip, perché sono appunto in esaurimento e gli organismi internazionali stanno centellinando le richieste. Tutti gli operatori hanno implementato meccanismi di introduzione di indirizzi pubblici con indirizzi privati per soddisfare i clienti e gestire la crescita. Finora davamo un numero di indirizzi piuttosto elevato, ma dovevamo ‘tradurli’, perciò c’era il rischio che le applicazioni non funzionassero bene con il vecchio metodo. L’attività di traduzione spesso comportava anche la difficoltà di visibilità degli apparati da parte del cliente su Internet. Inoltre a tutt’oggi si tratta di una gestione molto costosa per l’operatore, che deve implementare questa funzionalità di traduzione installando in rete un apparato che traduce gli Ip. Con la nostra offerta si cambia scenario”.
In sostanza il cambiamento principale consiste nel fatto che il numero di bit disponibili per l’indirizzamento passa dagli attuali 32 (IPv4) a 128 (IPv6). Quindi, da circa 4 miliardi di indirizzi previsti con l’IPv4, si passa a circa 340 miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di indirizzi. Con IPv6 gli indirizzi pubblici non sono più un lusso e tutti gli apparati potranno avere un indirizzo univoco sulla Rete. La possibilità di assegnare un indirizzo univoco ad ogni dispositivo connesso alla rete faciliterà lo sviluppo di nuove applicazioni, ad esempio in ambito Smart Home.
“In questo modo – spiega ancora il Responsabile Ingegneria di rete Fastweb – se il cliente vuole implementare un sistema d’allarme in un modo particolare, è libero di farlo: può apportare modifiche, costruire proprie applicazioni ecc. ecc.”.
Fastweb ha avviato la sperimentazione del nuovo protocollo nel 2011, primo operatore italiano di rete a partecipare ai test, insieme ad alcuni degli attori più importanti di Internet (Akamai, Facebook, Google, Yahoo).
L’introduzione dell’IPv6 non avrà impatto nel modo in cui i clienti utilizzano Internet. Oltre ai nuovi indirizzi IPv6, il cliente continuerà ad avere anche un indirizzo IPv4. In questo modo, l’operatore garantirà una totale accessibilità a tutti i siti web e ai servizi online attualmente disponibili.
“Fastweb si impegna a offrire ai propri clienti, famiglie, aziende e pubblica amministrazione la miglior esperienza di Internet” ha dichiarato Mario Mella, chief Technology Officer di Fastweb. “Per questo oltre a lavorare per l’estensione della rete in fibra ottica in Italia, investiamo in Ricerca e sviluppo per sfruttare al meglio le tecnologie disponibili a livello mondiale e poterle offrire ai nostri clienti. L’IPv6 è oggi una tecnologia matura e, dopo anni di test, anticipiamo il mercato per abilitare i nostri clienti a nuove applicazioni nel campo della Smart Home e dell’Internet of Things”.