POLITICA E INNOVAZIONE

Di Maio: presto un fondo pubblico per sostenere il venture capital con le risorse delle casse previdenziali

In un’intervista a Forbes il ministro dello Sviluppo Economico e vicepremier annuncia la creazione di una piattaforma pubblica, garantita dallo Stato, nella quale far convergere parte del risparmio gestito da investire in startup. Per avere un’idea più precisa, però, bisognerà aspettare la legge di stabilità

Pubblicato il 27 Ago 2018

Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico

«Da settembre qui al ministero facciamo partire un fondo d’investimento di venture capital per le start up innovative che metta insieme investitori privati e Casse di previdenza dei professionisti che hanno fondi disponibili». In un’intervista a Forbes di settembre, in edicola dal 28 agosto, il ministro dello Sviluppo Economico e vicepremier Luigi Di Maio parla di futuro e innovazione con il direttore Alessandro Rossi e rilancia un’idea che da tempo circola fra i Cinque Stelle: «Un fondo garantito che crea redditività e loro investono, modello Macron in Francia».

Che cosa sarà il nuovo fondo non è ancora chiaro. Lo stesso di Maio ne aveva accennato in occasione di un’audizione in Commissione Attività produttive, che riprenderà i suoi lavori giovedì 5 settembre e ha in programma, tra le altre cose, un’indagine conoscitiva sullo stato dell’innovazione e delle startup in Italia. «Ci concentremo sui canali di finanziamento per l’innovazione», anticipa Luca Carabetta, deputato 5S e vicepresidente della Commissione. Nell’intervista a Forbes Di Maio ricorda, alla sua maniera, che «i francesi hanno impegnato 4 miliardi. In Italia, ad ora, abbiamo solo 180 milioni di venture capital su questo progetto. Il fondo va aumentato e servirà per creare nuovo lavoro».  C’è da aumentare la disponibilità di risorse finanziarie per le imprese innovative, su questo l’accordo sembra generale. Resta da stabilire come farlo.

Il fondo di cui parla il vicepremier di Maio non sarà certamente un fondo di venture capital, visto che c’è già un veicolo pubblico (si chiama Invitalia Ventures), e molto probabilmente prenderà la forma di una piattaforma pubblica sulla quale far convergere parte del risparmio gestito e, in particolare, i capitali delle casse previdenziali, e sulla quale potrebbero investire anche soggetti pubblici (Cassa Depositi e Prestiti?). Per avere un’idea più precisa bisognerà certamente andare oltre settembre e aspettare le primo bozze della legge di stabilità perché un’iniziativa del genere non è di esclusiva competenza del Ministero dello Sviluppo Economico. Certamente si guarda con attenzione alle risorse finanziarie gestite oggi dai fondi previdenziali che potrebbero parzialmente essere “sollecitate” a supportare l’innovazione italiana, come è già accaduto con l’ente dei medici e un fondo vc privato (Principia), e rassicurate dalla presenza dello Stato. Un modello di riferimento potrebbe essere Lazio Innova che a livello territoriale ha dato buoni risultati. L’idea sarebbe di replicarlo su scala nazionale.

Innovazione in Italia, un’indagine conoscitiva del Parlamento: da settembre le audizioni

L’indagine parlamentare servirà a capire meglio quale possa essere la strada migliore da intraprendere. «Lo spirito dell’indagine conoscitiva è proprio quello di individuare le soluzioni più efficaci per accrescere la finanza a disposizione dell’innovazione in Italia», ricorda Carabetta. Tra fine settembre e inizio ottobre cominceranno le audizioni e i primi a essere ascoltati potrebbero essere propri i manager del risparmio gestito per raccogliere le loro prime valutazioni e reazioni.

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