INIZIATIVA POLITICA

Innovazione in Italia, un’indagine conoscitiva del Parlamento: da settembre le audizioni

La proposta è del deputato Luca Carabetta, vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Camera, che ha esperienze da startupper. Obiettivo: raccogliere le richieste dell’ecosistema, individuare le best practice internazionali e le azioni per far crescere gli investimenti e l’innovazione in Italia

Pubblicato il 27 Giu 2018

Italia, innovazione

Un’indagine conoscitiva parlamentare sull’innovazione in Italia, in particolare sulle startup e la filiera del venture business. È la proposta lanciata in commissione Attività Produttive della Camera da uno dei suoi vicepresidenti, Luca Carabetta, deputato 5 Stelle del nuovo Intergruppo Innovazione. Tempi previsti per le conclusioni dei lavori: marzo 2019.

“L’Italia è strutturalmente e gravemente indietro sull’innovazione”, ricorda Carabetta, che ha esperienze da startupper, e quindi propone di capire come fare per recuperare questo ritardo, ascoltando i player dell’ecosistema ma soprattutto andando a cercare quali sono le best practice all’estero. È sua intenzione dedicare una particolare attenzione alle opportunità di finanziamento a livello di fondi europei. «La proposta ovviamente è aperta al contributo di tutti i gruppi parlamentari», dice Carabetta. «Dopo questa fase di lavoro collaborativo, procederemo alla calendarizzazione delle audizioni». A questo punto, quindi, è molto probabile che le audizioni comincino a settembre.

«Un canale aperto con il Parlamento per l’ecosistema italiano dell’innovazione» così Carabetta invita a interpretare il lavoro che intende svolgere con l’indagine conoscitiva. E rassicura: non bisognerà attendere la primavera 2019 per avere qualche nuovo provvedimento a favore dell’imprenditorialità innovativa. «Il nostro sarà un lavoro che serve al Parlamento ma anche al Ministero dello Sviluppo Economico con cui ci sono buone relazioni», precisa Carabetta.

GLI OBIETTIVI DELL’INDAGINE PARLAMENTARE SULLE STARTUP

Gli obiettivi dell’indagine conoscitiva sono ambiziosi secondo le primo bozze del testo di proposta di indagine conoscitiva. Si vorrebbe verificare l’efficacia delle norme varate a partire dal 2012 (Startup Act e seguenti) anche in relazione con quanto fatto in altri Paesi europei. E si vorrebbe anche capire se tutti gli strumenti finanziari messi a disposizione dall’Unione Europea sono correttamente utilizzati. “È soprattutto nostra intenzione raccogliere le istanze dai principali player dell’ecosistema”, spiega Carabetta. Si audiranno quindi rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni, di categoria, investitori, business angel, abilitatori. Ma l’agenda non sarà chiusa.  “Siamo aperti a qualsiasi contributo. Chi ritiene di avere una proposta o una criticità da segnalare può farlo scrivendo ai parlamentari della Commissione Attività Produttive. Ogni richiesta verrà presa in considerazione».

Anche i temi non sono bloccati. “Credo sia utile identificare le buone pratiche a livello territoriale, Comuni e Regioni, e individuare le possibili azioni per far crescere gli investimenti di venture capital in Italia. Così come ritengo utile diffondere la cultura imprenditoriale e allo stesso tempo del give back, della restituzione di una parte della fortuna avuta nel proprio business”, aggiunge Caraabetta. “Ma siamo disponibili ad accogliere i suggerimenti degli altri gruppi parlamentari così come degli stakeholder dell’ecosistema”.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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