LEGAL TECH

Crowdfunding contro il cyberbullismo, l’iniziativa della startup Chi Odia Paga

Con la campagna #DonateProfitToStopHate, la legaltech Chi Odia Paga (COP) chiama a raccolta aziende e fondazioni che vogliono prendere posizione per contrastare l’odio online, sostenendo i progetti presenti sulla piattaforma di crowfunding

Pubblicato il 09 Lug 2020

Chi Odia Paga COP

Donare sistematicamente parte dei profitti per contrastare il cyberbullismo, sostenendo iniziative di educazione, prevenzione e contrasto all’odio online e agli haters: questo l’appello lanciato ad aziende e fondazioni da Chi Odia Paga (COP), piattaforma legaltech italiana creata per difendere sia legalmente che informaticamente le vittime di odio online.

Chi Odia Paga è una startup tecnologica a vocazione sociale, lanciata a Milano nel 2018 dal venture accelerator Nuvolab, con il finanziamento di Oltre Venture e l’advisory legaltech di LT4. Coinvolge tramite il crowdfunding aziende e fondazioni per prevenire e contrastare la diffusione dell’odio online attraverso diverse iniziative.

È possibile aderire alla campagna #DonateProfitToStopHate supportando i diversi progetti sulla piattaforma.

Una Buona Causa: in crowdfunding il progetto contro l’odio online

Una Buona Causa” è la call for ideas periodica di COP, rivolta a tutte le associazioni italiane, con l’obiettivo di stimolare tramite il crowdfunding la creazione e lo sviluppo di iniziative di prevenzione, sensibilizzazione ed educazione per contrastare l’odio online. Dodici i progetti candidati alla prima edizione della call chiusa a fine giugno, tra cui è stato selezionato, con una votazione online che ha coinvolto quasi 3.000 votanti, il progetto “New Wild Web – Le armi del cyberbullismo”: spettacolo teatrale dedicato al tema del cyberbullismo di carattere interattivo e multimediale messo in scena dalla compagnia Puntozero di Milano composta da giovani detenuti.

“Donate Profit To Stop Hate”: la risposta italiana a “Stop Hate For Profit”

In questi giorni è in corso la campagna “Stop Hate For Profit”, aderendo alla quale moltissime multinazionali tra cui Coca-Cola e Unilever hanno tagliato temporaneamente i propri budget pubblicitari destinati ai principali social media rei, a loro avviso, di non fare abbastanza per censurare i messaggi d’odio che si diffondono in Rete. “Donate Profit To Stop Hate” è la risposta propositiva di Chi Odia Paga attraverso la quale in Italia le aziende possono donare sistematicamente parte dei loro profitti per contrastare l’odio, come segno di responsabilità sociale, sostenendo iniziative di educazione, prevenzione e contrasto all’odio online e agli haters.

Chi Odia Paga, per creare una “rete del bene”

Uno degli obiettivi di Chi Odia Paga è quello di creare una “rete del bene”, capace di accogliere tutti gli attori della società civile che possano e vogliano contribuire non solo alla creazione di iniziative specifiche ma, soprattutto, educare gli utenti a un uso consapevole dei social media ricordando, come sottolinea Francesco Inguscio CEO di COP, che “per fermare l’odiatore serve la legge e chi la sa applicare, per fermare l’odio serve l’educazione e chi la sa diffondere”.

Un approccio inclusivo e integrato sta alla base della soluzione proposta da Chi Odia Paga per contrastare il problema dell’odio online che dilaga in rete: una piattaforma legaltech per applicare la legge a difesa delle vittime e una rete di associazioni e progetti di formazione e sensibilizzazione per prevenire l’odio online sostenuti dalla Rete attraverso il crowdfunding. Ai fondi raccolti e derivati dal crowdfunding si affiancheranno le donazioni di aziende e fondazioni che vogliono sostenere in matching grant queste iniziative e offrire difese legali gratuite alle vittime di odio online.

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