Come si organizzano le imprese per gestire progetti di open innovation?
Sono cinque le principali “risposte” interne che le aziende danno per gestire con efficacia i progetti e le attività di innovazione aperta. Le descrive Andrea Rangone, CEO e co-fondatore di Digital360. Dall’unità indipendente di primo livello alle “cellule” diffuse in tutte le direzioni
di Andrea Rangone, presidente Digital360
05 Mag 2016
Aiutare le imprese a capire, affrontare e gestire l’innovazione aperta. Con questo obiettivo il Gruppo Digital 360 ha creato la piattaforma di servizi “Digital & Open Innovation”, dove è possibile aprire un dialogo con cinque esperti che risponderanno alle vostre domande su come come si attiva, si “mette a terra” e si governa un processo di innovazione aperta in grado di creare valore e accrescere la competitività di un’azienda.
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Risponde Andrea Rangone, fondatore degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, è co-fondatore e Chief Executive Officer di Digital360
Guardando a quelle imprese che per prime si stanno dando anche un assetto organizzativo specifico per gestire al meglio la open innovation, è più in generale l’innovazione, sono presenti cinque principali “risposte” organizzative:
1. la direzione “Innovazione” è una unità di primo livello dedicata ed indipendente, che si affianca alle altre direzioni (ICT, HR. Marketing, ecc.)
2. la direzione “Innovazione” è una unità di primo livello dedicata ed incorpora la direzione ICT
3. viene creata una unità “Innovazione” all’interno della Direzione ICT
4. la direzione “Innovazione” è inclusa in un’altra direzione di primo livello (ad esempio, il Marketing o il Business Development)
5. non esiste una direzione “Innovazione” autonoma ma “cellule” di Innovazione sono presenti in tutte le unità organizzative dal gruppo.
Quale tra questi modelli è più efficace? È troppo presto per poter dire quale tra queste diverse opzioni sia la “migliore”. Non ci sono ancora case history consolidate che permettono di valutare i risultati di ciascuna soluzione. In ogni caso tutte hanno pro e contro, che dipendono anche molto dalla specifica cultura dell’azienda, dell’organigramma complessivo e delle caratteristiche degli executive.
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