L'APPLICAZIONE

AppQuality: cos’è il crowdtesting, chi lo fa in Italia e perché Enel lo ha scelto

L’84% di coloro che hanno provato un’app difettosa non la riprova una seconda volta. Per questo c’è il crowdtesting. Lo fa AppQuality, suite di servizi che, attraverso una community di 200.000 tester qualificati, verifica che il prodotto digitale arrivi nelle mani dell’utente finale senza bug. Lo spiega il CEO Luca Manara

Pubblicato il 10 Giu 2019

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Viviamo in un’era in cui l’economia digitale è spinta dalla capacità delle imprese di innovare in termini di UX. Come dimostrato da McKinsey, servizi con una alta qualità di User Experience generano un miglioramento delle performance in termini di fatturato anche di 2 volte superiore a chi invece non investe in questo ambito. Viene quindi da sé che la qualità nello sviluppo dei propri prodotti digitali diventa un fattore critico di successo e lo vediamo costantemente con tutte le aziende con cui interagiamo sul mercato.
Due parole chiave per spiegare l’importanza del crowdtesting: usability e bug.

Crowdtesting: il significato

Solo il 22% delle aziende sono felici dei loro tassi di conversione, ma soprattutto, le aziende che investono sulla UX hanno una crescita del fatturato pari al doppio di chi non lo fa. I bug sono il più potente conversion killer. Basti pensare che l’84% degli utenti che hanno provato un’app non funzionante non la riprova una seconda volta. Aiutare le aziende a eliminare i bug dai prodotti digitali e a ottimizzare la usability e di conseguenza la User Experience si può. Come? Con il Crowdtesting.

Chi non si affida al Crowdtesting tendenzialmente usa solo il testing interno, ma questo di solito non basta. Il Crowdtesting si propone di accompagnare il testing interno e di aumentarne esponenzialmente i benefici. Come prima cosa, il team interno ha meno risorse e meno tempo. Avere un crowd di tester esperti che cerca i bug significa avere più device, più “occhi”, più tempo, più sistemi operativi, più configurazioni, più esperienze e background. A questo si aggiunge il fatto che il team interno conosce già il prodotto e non ha un approccio “fresh eyes” che una community di tester può garantire.

Un enorme vantaggio è dato anche dalle tempistiche. I tester lavorano quando lo sviluppatore non lo fa: nei weekend, di notte, nelle feste, d’estate. E ci mettono anche meno tempo: in soli 3 giorni, infatti, con il crowdtesting si possono già fornire ai clienti i report sullo stato dell’arte del prodotto digitale e le indicazioni per migliorare il servizio/prodotto.

È proprio qui che si inserisce AppQuality.

Come è nata e che cosa fa AppQuality

La storia di AppQuality non va troppo indietro nel tempo, anzi inizia solo nel 2015 grazie all’investimento prima di Club Italia Investimenti e successivamente circa 400K da parte di Italian Angels for Growth che credono nell’idea nata prima da Edoardo e Filippo, entrambi co-founder di AppQuality, nel centro di ricerca “Mobile Lab” del Politecnico di Milano di Cremona. Due argomenti in particolare hanno catturato la loro curiosità: la allora “scarsa” qualità dei servizi mobile e le difficoltà dei team di sviluppo di gestire i processi di testing in un mondo digitale sempre più complesso. È in quel periodo storico che Edoardo e Filippo hanno incontrato Luca ed è natal’idea: perché non faretestare app e siti direttamente agli utenti finali? Così nel 2016 hanno lanciato il prodotto e dopo solo un anno si sono già fatti spazio nel mercato. Da allora hanno cominciato a crescere raddoppiando il fatturato di anno in anno sono arrivati,   nel 2018 ad essere leader del settore nel mercato italiano facendo i primi passi nel mercato internazionale. Ad oggi 80 aziende corporate di grandi dimensioni hanno scelto di affidarsi ad AppQuality per migliorare la qualità dei loro prodotti digitali, aziende del calibro di Pirelli, Sky, Costa Crociere, Intesa SanPaolo, T-Mobile, Moncler, Axa ed hanno e hanno conquistato la fiducia del colosso dell’energia Enel che recentemente ha inserito AppQuality tra i propri asset strategici. Pur essendo un’azienda di piccole dimensioni, è stata in grado non solo di adattarsi alle esigenze delle grandi corporazioni, ma anche di soddisfare appieno le loro aspettative sia in termini di risultati che di tempistiche. Le campagne vengono lanciate entro pochi giorni dal kick-off meeting, i primi risultati possono essere condivisi dopo 24 ore e diversi clienti hanno riportato come anche le valutazioni sullo store, dopo la collaborazione con AppQuality, sono migliorate sensibilmente.

Questi risultati AppQuality li ha raggiunti grazie a una suite di servizi che, attraverso una community di 200.000 tester qualificati, reclutati e certificati in tutta Italia e in Europa, consente di verificare in tempi rapidi che qualsiasi prodotto digitale arrivi nelle mani dell’utente finale senza difetti e dalla User Experience memorabile. Grazie all’utilizzo di un modello a commissione, ai “fresh eyes” dei tester esterni, agli algoritmi di gestione e monitoraggio evoluti, si ottengono risultati veloci, affidabili e non influenzati che permettono di raccogliere grosse quantità di dati utilizzati per l’ottimizzazione del prodotto digitale. Applicando un approccio allo sviluppo “shift left” e una logica decisionale “user driven” permette di affrontare la complessità nello sviluppo di prodotti digitali (app, siti Web ma anche Chatbot, IoT e sistemi di pagamento) sia per indirizzare correttamente la User Experience attraverso User Test remoti sia per governare la complessità tecnologica del mercato (come per esempio testare l’elevato numero di device mobile presenti nelle mani dei consumatori).

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AppQuality: la selezione dei tester

“Chiunque può diventare tester: basta iscriversi alla piattaforma inserendo i propri dati personali e i dispositivi che si hanno a disposizione. Per ogni campagna, poi, vengono selezionati i tester secondo logiche diverse. Se si tratta di un test funzionale, i tester saranno perlopiù esperti di Quality Assurance, tester professionisti, ingegneri informatici e, in generale persone con una approfondita conoscenza tecnica. Altro discorso va fatto per i testi di User Experience. In questo caso i tester di ciascuna campagna vengono selezionati sulla base degli utilizzatori finali del servizio per garantire che il tester rispecchi le esigenze dell’utente finale. In collaborazione con il team di marketing dei nostri clienti, capiamo quali sono le caratteristiche della buyer persona e cerchiamo i tester che più rispondono a quei criteri (sesso, età, livello di istruzione, ma anche con un conto in una determinata banca o degli utenti di un certo servizio o che hanno una disabilità).”

I bug individuati

“I nostri test puntano a scovare bug che intaccano funzionalità, usabilità e performance dei prodotti digitali dalla fase di prototipazione fino al rilascio e la manutenzione. Durante i test, i nostri tester categorizzano i bug per livelli (critical, high, medium e low) per permettere agli sviluppatori di prioritizzare la fase di fixaggio, e per tipologia (malfunzionamento, typo, non corrispondenza rispetto a quanto progettato dagli sviluppatori, ecc.). I nostri clienti, sempre per questioni di prioritizzazione, possono scegliere insieme ai nostri Quality Leader di far evidenziare ai tester solo un certo tipo di bug (ad esempio solo quelli high o critica).”

Il caso Enel: la relazione e i progetti in campo

“Siamo cresciuti all’interno dell’incubatore di startup del Politecnico di Milano e a strettissimo contatto con la squadra di ricercatori di Osservatori Digitali. Sono proprio queste realtà che mettono in connessione un colosso come Enel con le startup. Durante un workshop del Politecnico ho avuto l’occasione di conoscere Giovanni Barillà, Head of Mobile Solutions, Productivity and Collaboration e Maurizio Totti, ingegnere informatico. Confrontandomi con Giovanni ho capito subito che AppQuality poteva offrire delle soluzioni su misura per Enel, e così abbiamo iniziato con un Proof of Concept, evolutosi poi in un accordo di partnership a livello globale. Abbiamo lavorato fianco a fianco con i Digital Manager di Enel e siamo stati abili nel forgiare dei nuovi servizi fatti su misura per loro. L’obiettivo era quello di migliorare i servizi da mobile e da web con lo scopo finale di ottimizzare la UX. E, considerando che Enel ci ha recentemente definiti come un loro asset strategico, posso affermare con orgoglio che ci siamo riusciti.”

AppQuality: espansione internazionale in vista

Abbiamo grandi progetti per il futuro. Vogliamo espanderci a livello internazionale e raggiungere altri mercati già nei prossimi mesi. Non mancano i tester nel resto del mondo: se in Italia ne abbiamo 15000, a livello globale ne contiamo circa 250mila. Abbiamo in mente di aprire un nuovo ufficio in Spagna e poi continuare a espanderci in altri paesi europei. Anche il nostro portafoglio prodotti si arricchirà. Investiremo in modo particolare su nuovi test di User Experience per aiutare i nostri clienti ad offrire servizi straordinari per i loro utenti finali. Tutti i test che offriremo saranno, ovviamente, basati sulla metodologia Crowdtesting. Quest’anno riceveremo anche una nuova ondata di investimenti che ci permetteranno di lavorare ancora di più su nuovi servizi e nuove tecnologie.
La nostra community si espanderà ancora di più a livello mondiale e investiremo in System Integrator esterni che aiuteranno i team di sviluppo a integrare il Crowdtesting con i loro processi senza soluzione di continuità. Infine, siamo molto fiduciosi di poter contare anche sull’accelerazione del Polihub per cominciare ad affacciarci anche ai tester cinesi (fonte di dati molto importante per chi, come quasi la totalità degli eCommerce Europei, punta al mercato dell’Est per la vendita dei propri prodotti/servizi).

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Luca Manara
Luca Manara

Ho lavorato per molti anni in Piaggio, sia in Italia che all’estero, come Market Analyst & Production Planning Manager. Il forte spirito imprenditoriale e il desiderio di creare qualcosa di disruptive insieme ad un team unito dalla passione per la tecnologia e l’innovazione mi ha portato nel 2015 a fondare la mia prima startup: AppQuality.

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