Tecnologia solidale

G&life, l’innovazione a tavola per restare in buona salute

Francesco Menegoni e Paolo Gasperini hanno creato un’azienda che unisce genetica e nutrizione per migliorare il benessere individuale. Un buon esempio di nutrigenetica, una branca nuova della ricerca scientifica che studia il rapporto tra il DNA del singolo e la sua alimentazione

Pubblicato il 10 Lug 2015

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Francesco Menegoni

Si avvicinano le vacanze e, anche se né tu né io, siamo dei vip “destinati” a finire in costume da bagno sulle pagine dei rotocalchi, si avvicina inesorabilmente il tempo della “prova costume”.

Scherzi a parte, davvero ciò che mangiamo determina il nostro stato di salute e la nostra condizione psicofisica. Per questo motivo sono stato colpito, nel corso di una mia visita all’Area Science Park di Trieste, dall’incontro con Francesco Menegoni e la sua azienda, g&Life, che ha realizzato diversi prodotti innovativi (tra i quali g-diet) che puntano a scoprire quali alimenti sono i più indicati per ognuno di noi e così migliorare il nostro benessere e prevenire disturbi e malattie. Francesco è un ingegnere biomedico, con il “pallino” di risolvere problematiche di interesse medico-biologico, con la collaborazione degli specialisti dei vari settori coinvolti. Nel 2008 incontra il genetista Paolo Gasparini e, grazie al supporto di AREA Science Park, e a un intenso lavoro di ricerca e di sperimentazione, nel 2009 nasce g&life, per offrire servizi personalizzati alla genetica. 

Area Science Park di Trieste

“Con g-diet, attraverso l’analisi del DNA prelevato dalla saliva, viene elaborato il profilo genetico di un individuo – spiega il professor Paolo Gasparini responsabile scientifico di g&life – poiché è proprio da questo che si ottengono informazioni sul metabolismo e sullo stile di vita di una persona. Una volta ottenuto il profilo, lo rappresentiamo per aree metaboliche e per ogni area metabolica proponiamo gli interventi da fare dal punto di vista nutrizionale e comportamentale. Tutto questo contribuisce a migliorare il benessere individuale”.

Successivamente il profilo genetico ottenuto è combinato con un questionario sullo stato di salute, in modo da ottenere un piano nutrizionale personalizzato, equilibrato e sostenibile perché disegnato, oltre che sulla genetica, anche sul gusto, le preferenze alimentari e lo stile di vita individuali. Tutto questo certamente aiuta per la “prova costume” ma in realtà, c’è di più. Siamo una nazione che invecchia. Tralasciando

Paolo Gasparini

le complicazioni sociali ed economiche che questo porta con sé e in attesa di un cambiamento di rotta che ha bisogno sicuramente di politiche per la famiglia adeguate ma anche, e forse soprattutto, di un cambio di mentalità nelle giovani generazioni, conviene attrezzarsi per affrontare la situazione presente.

Uno dei modi per farlo è quello di praticare ogni modalità di prevenzione utile per restare in buona salute. Come insegnavano gli antichi saggi la buona salute inizia a tavola, con una corretta alimentazione. A questa pratica si dedica la nutrigenetica, una branca nuova della ricerca scientifica che studia il rapporto tra le caratteristiche genetiche del singolo e la sua alimentazione. Con le sue applicazioni in campo medico e della prevenzione anche questo è un modo di fare della buona, in molti sensi, tecnologia solidale…

* Antonio Palmieri, deputato Commissione cultura, Forza Italia, @antoniopalmieri

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Antonio Palmieri
Antonio Palmieri

Antonio Palmieri, fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido. Sposato, due figli, milanese, interista. Dal 1988 si occupa di comunicazione, comunicazione politica, formazione, innovazione digitale e sociale. Già deputato di Forza Italia

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