AUTOMOTIVE

FCA-PSA diventa Stellantis, ora il business è nella mobilità sostenibile

Si chiamerà Stellantis il quarto gruppo automobilistico mondiale, che nascerà dalla fusione di FCA e PSA. In una lettera ai dipendenti indicata anche la via del futuro: fornire soluzioni di mobilità sostenibile. Ecco le sfide di innovazione che attendono la nuova multinazionale

Pubblicato il 17 Lug 2020

In alto il lettering di Stellantis, il nome della nuova società nata dalla fusione FCA-PSA
Stellantis, si chiamerà così la nuova holding nata dall’unione di FCA e PSA: lo hanno comunicato il Presidente di FCA John Elkann e l’Amministratore Delegato Mike Manley in una lettera ai dipendenti, in cui il futuro viene indicato nella mobilità sostenibile.
Stellantis, infatti, “unirà la dimensione di un gruppo veramente globale con una straordinaria ampiezza e profondità di talenti, know-how e risorse in grado di fornire le soluzioni di mobilità sostenibile dei prossimi decenni“. Una svolta interessante per il nuovo gruppo, nato da due grandi marchi che fino ad oggi concentravano il proprio business sulla produzione e vendita di auto.
Stellantis è una fusione 50/50 dei due gruppi automobilistici, che verrà finalizzata entro il primo trimestre 2021. Elkann e Manley sottolineano che non si tratterà di un’alleanza, ma di “un’azienda unica – in tutti i sensi – con le risorse e le caratteristiche necessarie per giocare un ruolo di primo piano in un nuovo e stimolante futuro per il nostro settore”.
Dopo aver scelto il nome, che finora non ha trovato un’accoglienza particolarmente entusiasta sul mercato, entro un paio di mesi sarà presentato anche il nuovo logo di Stellantis.

Stellantis, la storia dell’operazione

Ad ottobre 2019 l’intenzione di FCA (Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Abarth) di allearsi con PSA (Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall Motors), dopo il fallimento delle trattative con Renault.
Fin da subito, la società è stata concepita come paritaria, e l’accordo ha portato alla nascita di un gruppo automobilistico da 50 miliardi di dollari (45 miliardi di euro), in grado di piazzarsi al quarto posto nella classifica globale dei costruttori. L’operazione sarà finalizzata entro il primo trimestre 2021

Stellantis, le origini del nome

Elkann e Manley spiegano nella lettera ai dipendenti le ragioni che hanno portato alla scelta del nome del nuovo gruppo: “le origini latine del nome rendono omaggio alla lunga e importante storia delle due società fondatrici, mentre il riferimento all’astronomia richiama lo spirito di ottimismo, energia e rinnovamento alla base di questa unione che cambierà il settore automotive”.
Il nome Stellantis sarà utilizzato solo a livello Corporate, mentre resteranno invariati i marchi dei diversi brand automobilistici controllati dai due gruppi.

Le sfide dell’innovazione per il nuovo gruppo

Come ha commentato su EconomyUp Ferdinando Pennarola, docente all’Università Bocconi di Milano, il nuovo gruppo dovrà confrontarsi con diverse sfide in ambito innovazione.
Dalla difficoltà di unire due realtà consolidate, con più di un secolo di storia ciascuna, alle sfide di posizionarsi e riadattarsi all’interno di un settore che, con l’avvento dell’elettrico la transizione verso un modello connected, sta vedendo una brusca evoluzione e un drastico cambiamento delle sue storiche dinamiche, e ancora alla gestione di un portafoglio più che mai globale.
La transizione all’elettrico e alla mobilità sostenibile, in particolare, è una fenomenale spinta esterna che richiede team allenati al cambiamento. I due gruppi, tuttavia, hanno dimostrato finora una forte spinta al cambiamento e alla capacità di rinnovarsi, impartendo al mondo una grande lezione di adattamento e resilienza.
Premesse promettenti per il futuro di Stellantis; sarà da vedere come il nuovo gruppo saprà confrontarsi con il cambiamento e le nuove difficoltà portate dall’emergenza sanitaria, che ha avuto un impatto particolarmente incisivo sul settore automotive.

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Maura Valentini
Maura Valentini

Laureata in lingue orientali, sono un'amante di Giappone e innovazione. Parte del gruppo Digital360 dal 2020, scrivo per le testate EconomyUp, InsuranceUp e Proptech360.

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