Foodtech

Cibo e hi-tech, cosa fanno le 10 startup uscite da Startupbootcamp

Il primo acceleratore del foodtech, lanciato nel 2016 a Roma, ha presentato al pubblico le realtà selezionate. Il Ceo Peter Kruger: «Abbiamo scovato il meglio». Enrico Mercadante di Cisco, partner dell’iniziativa: «Il passaggio al digitale sarà un elemento decisivo nel food»

Pubblicato il 13 Mar 2017

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Oltre seicento candidature da 56 Paesi del mondo, 25mila email e dieci eventi organizzati nei cinque continenti hanno portato al Demo Day, giorno di chiusura del primo ciclo di accelerazione dello Startupbootcamp, l’acceleratore romano del foodtech, il settore che mette al servizio dell’industria alimentare tecnologie all’avanguardia e strumenti digitali. Venerdì scorso, nella cornice della sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, Peter Kruger, Ceo e managing director di Startupbootcamp, ha presentato alle 600 persone presenti in sala le 10 startup selezionate. I protagonisti del primo percorso di accelerazione si sono presentati al mondo nella loro fase early stage, dopo i mesi passati nell’acceleratore sorto nei locali di Spazio M3, l’hub creato da Matteo Fago, editore di Left, il Test e della casa L’Asino d’oro e imprenditore digitale che ha riunito vicino piazza San Giovanni decine di startup romane e non.

Startupbootcamp lancia a Roma il primo acceleratore globale del food-tech

Oltre a Fago, in platea erano presenti i partner di settore come olio Monini e Gambero Rosso e i partner globali come Intel Amazon e soprattutto Cisco, partner anche del Demo Day: “Cisco è stato uno dei primi a credere nel progetto di un acceleratore dedicato al food. Ne ha visto i futuri sviluppi da subito, soprattutto in Italia” ha detto Kruger nel chiamare sul palco Enrico Mercadante, responsabile italiano per l’innovazione e la trasformazione digitale della multinazionale dell’IT. “L’Italia ha un grande potenziale e l’agrifood è un’eccellenza. Siamo leader europei nel settore del vino, dove copriamo il 33% del mercato, e del food, con il 22%. Ecco perché siamo qui” ha esordito Mercadante. Cisco ha lanciato un piano di investimenti da 100 milioni di dollari di investimenti per supportare la trasformazione digitale in Italia, “perché il 40% delle vecchie aziende rischiano di essere spazzate via da competitors più agili e innovativi e il passaggio al digitale sarà un elemento decisivo nel food come in altri settori. – ha continuato Mercadante – Quando si è palesata l’opportunità di diventare partner di Startupbootcamp abbiamo pensato che fosse un’occasione. Quando poi abbiamo visto i primi team lavorare a Roma ci siamo detti che avevamo ragione”.

Ma chi sono e da dove vengono queste dieci startup “pronte a diventare leader di settore”, come le ha definite

Kruger? Vengono da tutto il mondo e sono creature giovani. L’indonesiana Bitebackinsect intende risolvere il problema della deforestazione dovuta all’utilizzo dell’olio di palma, sostituendolo con l’olio estratto da alcuni insetti commestibili grazie a un processo innovativo; Elaisian, italiana, ha sviluppato un algoritmo agronomico che consiglia a ciascun coltivatore di olive cosa fare per ottimizzare la produzione e limitare il rischio di perdere piante e olive a causa di malattie e cause naturali; più o meno la stessa logica è utilizzata da Evja che supporta i produttori vinicoli nel prevenire i rischi dovuti al clima e al terreno; Fruitsapp è un marketplace per i prodotti ortofrutticoli; Kiwi, direttamente dalla Colombia, è un sistema per ordinare pranzi e cene all’interno dei campus universitari; Milisbio è una startup bio che si dedica allo sviluppo di un sostituto dello zucchero per rendere più salutari i dolcificanti; la cucina è l’ambiente di sviluppo di Neofarms, la startup che utilizza la coltivazione aeroponica per far crescere le piante di casa senza semi, mentre Phytophonics si basa su un nuovo sistema di crescita idroponico che permette di aumentare del 20% la produttività del terreno; Trackbar è invece una app studiata per ristoratori e gestori di bar per velocizzare e migliorare il processo decisionale; infine l’intelligenza agricola di wallfarm, che si prende cura delle piante e dei vegetali dal seme al frutto.

Startupbootcamp, ecco le migliori 10 startup foodtech (tra cui tre italiane)

“Questo Demo Day e queste dieci startup sono il frutto di un anno di scouting e selezione che ci ha permesso di scovare il meglio. E il futuro sarà ancora più grandioso” ha concluso Kruger nel lanciare il prossimo programma di accelerazione che partirà già ad aprile.

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