POLITICA ECONOMICA

Venture capital, startup, blockchain: ecco le 7 cose sull’innovazione che Di Maio ha detto alla Camera

Durante l’audizione davanti a tre Commissioni Parlamentari il vicepremier ha anticipato i programmi del Governo. Annunciata, tra l’altro, una call sulla blockchain e l’intelligenza artificiale. Confermata la creazione di un fondo pubblico sul venture capital e la continuità di Industria4.0. A piano anche una banca pubblica

Pubblicato il 11 Set 2018

dimaio

Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio conferma il futuro lancio di un fondo di venture capital “sul modello francese” e di una Banca pubblica per gli investimenti, assicura che manterrà gli incentivi del Piano Industria 4.0 ma aggiunge che “si andrà sempre più verso l’Impresa 4.0”, annuncia una call for expert per l’avvio di una strategia nazionale sulla Blockchain, il rifinanziamento del fondo per il Made in Italy e il piano per banda larga e ultralarga. Sono alcuni dei punti salienti dell’audizione di ieri 10 ottobre alla Camera dei Deputati davanti alle commissioni riunite Attività Produttive, Lavoro e Affari Sociali sulle linee programmatiche del governo. Vediamo i principali contenuti dell’audizione relativi a finanziamenti e incentivi all’imprenditoria e alle nuove tecnologie.

(Qui il video completo dell’audizione di Luigi Di Maio alla Camera dei Deputati)

VENTURE CAPITAL IN ITALIA: IN PREPARAZIONE UN FONDO PER STARTUP

Citando i dati Aifi 2017, il vicepremier Luigi Di Maio ha ricordato che l’anno scorso in Italia erano 36 gli operatori attivi nel capitale di ventura e che sono stati investiti circa 135 milioni di euro, più 60 milioni investiti da 21 corporate venture capital e 25 milioni da investitori informali. “Una frazione rispetto a Francia e Gran Bretagna, non siamo soddisfatti. Per potenziare il mercato del private equity – ha aggiunto – stiamo improntando un fondo per il venture capital sul modello francese, che tenga insieme sia fondi pubblici sia privati coinvolgendo i soggetti che nel nostro Paese già hanno disponibilità finanziaria. Parlo sia di grandi aziende sia di altri soggetti che informalmente ci stanno dando la disponibilità a partecipare a un fondo di vc per le startup”. Il lancio del fondo era già stato preannunciato dal ministro in un’intervista a Forbes lo scorso 28 agosto. Nel corso dell’audizione Di Maio l’ha confermato, senza però fornire molti dettagli in più. Non ha specificato la tempistica del progetto, né la quota di capitali che verrà complessivamente impiegata nell’iniziativa. Quanto al citato “modello francese”, il riferimento è al piano innovazione voluto dal presidente Macron per potenziare l’innovazione e supportare le startup.

Di Maio: presto un fondo pubblico per sostenere il venture capital con le risorse delle casse previdenziali

BANCA PUBBLICA DEGLI INVESTIMENTI: IL PROGETTO

Rispondendo a un’interrogazione di Sara Moretto (Pd) sul Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese (che eroga prestiti parzialmente coperti da garanzia dello Stato), Luigi Di Maio ha detto che “sarà rifinanziato finché non sarà avviata la Banca pubblica degli investimenti: un progetto che abbiamo da contratto di governo e che ambisce a riordinare tutti i sistemi di garanzie di finanziamento che esistono nell’ordinamento vigente”. Il ministro ha poi specificato che “ovviamente la somma totale a disposizione della Banca pubblica degli investimenti deve essere maggiore dei fondi divisi, sennò avremmo fatto operazioni di accorpamento”. Anche di questa proposta il vicepremier aveva parlato in varie occasioni nelle scorse settimane. E anche in questo caso non ha specificato in tale contesto la tempistica, né ha fornito cifre precise sugli investimenti in programma. Ha poi affermato: “In questi mesi di lavoro al Mise ci siamo resi conto di ciò che lamentano le aziende che lavorano all’esterno: le piccole, ma anche le medie imprese, molto spesso vengono battute da francesi e tedesche non perché sono meno brave ma semplicemente perché non hanno banche pubbliche degli investimenti che le sostengano in maniera più competitiva di quanto faccia oggi, ad esempio, Sace. Quando vanno a investire in Paesi stranieri, le nostre aziende hanno bisogno di linee di finanziamenti molto forti, perché anche da queste dipende il loro successo”.

PIANO INDUSTRIA 4.0, CONFERMATI GLI INCENTIVI

Iper e super ammortamento, nuova Sabatini, contratti di sviluppo, credito di imposta per investimenti in ricerca e sviluppo: questi provvedimenti che hanno consentito la realizzazione del piano Industria 4.0 sono confermati, ha assicurato Luigi Di Maio in risposta a Pierluigi Bersani (Liberi e uguali) e Sara Moretto (Pd). Il vicepremier mantiene dunque una linea di continuità con l’operato dell’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, fautore del Piano Industria 4.0, con il quale si era scontrato nei giorni scorsi sulla vicenda Ilva (per poi fare retromarcia e mantenere le fondamenta anche di quell’accordo). Tuttavia Di Maio ci tiene a porre l’accento sull’evoluzione del piano Industria 4.0 (varato per aiutare le industrie ad adeguarsi alla quarta rivoluzione industriale) al piano Impresa 4.0. Passaggio che in ogni caso era già stato previsto dal precedente governo. Di Maio ribadisce: “Stiamo cercando di sburocratizzare l’accesso al piano e renderlo sempre più a misura di pmi. Si è soliti parlare di Industria 4.0, ma in realtà è sempre più Impresa 4.0”. Di Maio si è poi soffermato sul tema della formazione: “Il sistema di formazione del personale va potenziato. Introdurremo nuove misure anche per la formazione degli imprenditori, che ne hanno bisogno per restare al passo con i tempi”.

SBUROCRATIZZAZIONE E SEMPLIFICAZIONE

Per quanto riguarda sburocratizzazione e semplificazione, in risposta ai deputati Daniele Moschioni (Lega) e Jari Colla (Lega), il ministro del Lavoro ha detto: “Al Mise si sono tenuti diversi incontri per quanto riguarda la semplificazione delle imprese. Nel Decreto Urgenze ci saranno provvedimenti del pacchetto de-certificazione a sostegno delle attività produttive. Sul lato lavoro vogliamo dare una spolverata ad alcune discipline. Presenteremo una riforma codice del lavoro, che ad oggi ha circa 140 leggi. Da una parte abbiamo stilato una lista di certificazioni che devono essere superate, dall’altra riorganizziamo la materia. Il nostro obiettivo è abolire il maggior numero di leggi che si sovrappongono”.

NUOVI FINANZIAMENTI AL FONDO PER IL MADE IN ITALY

Il fondo per il Made in Italy sarà incrementato. Rispondendo a Moretto, Colla e Serse Soverini (Gruppo Misto), Luigi Di Maio ha ricordato che sono già stati stanziati 130 milioni nel 2018 e  saranno riservati altri 50 milioni nel 2019. “Vogliamo continuare a incrementare il fondo” ha aggiunto. “Nel Made in Italy abbiamo una piccola quota di società che la fanno da padrone. Il nostro obiettivo è ampliare queste imprese e renderle più forti”.

UNA STRATEGIA ITALIANA PER LA BLOCKCHAIN

Novità in arrivo sulla Blockchain, la “catena dei blocchi” che consiste in in un processo in cui un insieme di soggetti condivide risorse informatiche per rendere disponibile alla comunità di utenti un database virtuale. “Il 27 settembre – ha annunciato Di Maio – firmeremo l’adesione alla partnership europea sulla tecnologia Blockchain, finora eravamo l’unico paese europeo a non averlo fatto. Oltre ad aderire a questa piattaforma, stiamo cercando di favorire alcuni casi e sperimentazioni sulla tecnologia. Stiamo lanciando anche una call for expert per redigere con il ministero dell’Economia una strategia nazionale per blockchain e intelligenza artificiale. Obiettivo: coinvolgere le migliori menti del Paese. E il Parlamento sarà chiamato a esprimersi sui temi di matrice etica che pongono l’Intelligenza Artificiale e le macchine”. Da tempo le criptovalute, che per prime hanno utilizzato la Blockchain, sono al centro del dibattito internazionale e l’Europa è alla ricerca di regole.

BANDA ULTRA LARGA: INVESTIMENTI PER MIGLIORARE LA CONNETTIVITÀ

“L’accesso a una rete libera deve essere riconosciuto come diritto di cittadinanza” ha detto Luigi Di Maio. “L’Italia è terzultima in Europa per connettività: occorre usare le risorse, 1,3 miliardi di euro, per stimolare l’implementazione della banda larga. L’obiettivo – ha sottolineato il vicepremier – è coprire con rete ultra veloce, oltre i 100 Mbp, almeno l’85% della popolazione entro il 2020”. (L.M.)

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