Sfida ai tassisti

Uber, per il Giubileo arriva il nuovo UberPop

Carlo Tursi, country manager per l’Italia della società californiana, annuncia un servizio dedicato all’Anno Santo, UberGiubileo, attivo per tutto il 2016. Consentirà di noleggiare berline e van guidati da autisti professionisti a tariffe più accessibili di UberBlack. Attesa anche UberEats, app per consegna pasti a domicilio

Pubblicato il 07 Set 2015

Carlo Tursi, TIM

Carlo Tursi, country manager Italia di Uber

A dicembre Uber lancerà a Roma un nuovo servizio di ride sharing dedicato al Giubileo. Lo ha preannunciato a Repubblica.it Carlo Tursi, nuovo country manager per l’Italia della società di San Francisco fornitrice di un’applicazione per chiamare un’auto con conducente da smartphone, che ha oltrepassato la quotazione record di 50 miliardi di dollari ma che è presa di mira da tassisti ed enti regolatori in varie parti del mondo, Italia compresa.

Subentrato a inizi agosto a Benedetta Arese Lucini, Tursi ha detto al quotidiano che sta anche pensando di far “lavorare gli Ncc (noleggio con conducente) che non hanno la licenza nel comune dove operano” e che “intende portare in Italia UberEats, applicazione per la consegna a domicilio di piatti caldi”.

Ingegnere meccanico, un Mba alla Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology (Mit), incarichi in Quantum Pacific, Better Place e A.T. Kearney prima di diventare general manager di Uber Roma e ora il volto di Uber Italia, Carlo Tursi, 34 anni, ha spiegato che il nuovo prodotto pensato per il Giubileo nasce anche dall’esperienza di UberPop, il servizio fornito da Uber per passaggi in auto tra privati, poi dichiarato illegale in Italia. Ha aggiunto che il servizio “è ancora in fase di sviluppo e sarà utile per Roma, dove nelle ore di punta solo il 28 per cento della mobilità è coperta dai mezzi pubblici. Per adesso il nome provvisorio è UberGiubileo, e sarà attivo per tutto il 2016. Sarà più accessibile del normale UberBlack per il noleggio di berline e van guidati da autisti professionisti”.

Tursi ha inoltre annunciato la scelta di aprire agli autisti Ncc che non hanno l’autorizzazione del comune di Roma. “Quando siamo sbarcati a Roma nel maggio 2013 – ha affermato – avevamo dato l’accesso a Uber solo agli autisti autorizzati dal Campidoglio. Poi però c’è stato un boom di domanda e in meno di un anno i guadagni dei nostri partner sono raddoppiati. Oggi la maggior parte degli Ncc romani lavorano con noi, ma non bastano più, tant’è che negli ultimi quattro mesi siamo riusciti a soddisfare solo un quarto delle richieste degli utenti”.

Infine il business della consegna di pasti a domicilio. Attraverso UberEats i piatti ordinati ai ristoranti mediante l’applicazione arrivano a casa dell’utente entro dieci minuti grazie a una sofisticata tecnologia e a una rete logistica a parte, che in alcuni casi può appoggiarsi ai driver. “Non sappiamo quando lo introdurremo in Italia” ha commentato il manager. Ma l’intenzione c’è. Così come quella di attivare UberRush, sorta di corriere per trasportare pacchi, documenti o abiti da un punto all’altro della città. (L.M.)

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