Start up al Sud

Quel pasticciaccio brutto di Invitalia

Crash del sito, tempi lunghi, documentazioni incomplete: è avvenuto ieri sul sito www.smartstart.invitalia.it nel primo giorno utile per richiedere i finanziamenti del Mise a start up innovative e digitali. Invitalia si scusa: “Troppi accessi, ma nessuno perderà la priorità acquisita”

Pubblicato il 05 Set 2013

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I finanziamenti alle start up innovative del Sud partono con un mega-ingorgo digitale. Ieri era il primo giorno per caricare i progetti sul sito www.smartstart.invitalia.it, progetti per i quali il Ministero dello Sviluppo economico ha stanziato 190 milioni di euro. Ma evidentemente non è stata una “partenza intelligente”, come suggeriscono gli esperti in caso di vacanze estive: tempi lunghi di attesa, crash continui del portale, documentazioni incomplete. Sono stati solo alcuni degli incidenti di percorso per gli start upper intenzionati ad ottenere gli incentivi Smart – per società innovative sotto il profilo organizzativo o produttivo, orientate a nuovi mercati o ai nuovi bisogni sociali o ambientali – e quelli Start, dedicati a chi opera nell’economia digitale per realizzare programmi di investimento a contenuto tecnologico.

E proprio la tecnologia, in questo caso, ha fallito. Oltre ai numerosi utenti, a levare protesta formale è stata Assodigitale, associazione che riunisce gli operatori del comparto. Alcune delle imprese che alle 12, orario di accesso al sistema, avevano avviato la procedure di registrazione alla piattaforma per poter procedere alla compilazione della domanda, non hanno ricevuto il codice di identificazione necessario per partecipare all’invio, altre lo hanno ricevuto incompleto o illeggibile. Inoltre già nel primo pomeriggio il sistema ha iniziato a piantarsi (secondo Assodigitale “crollava ogni tre minuti”) e in alcuni momenti non permetteva di lavorare o era molto lento. Questo ha messo in difficoltà anche chi aveva ricevuto il codice di accesso e stava cercando di compilare la domanda. Il bando prevede infatti la compilazione online delle domande, cosa che è possibile effettuare solo dopo aver ricevuto il codice di accesso. Sempre secondo Assodigitale “il form da riempire per richiedere i finanziamenti era incompleto rispetto ai requisiti indicati nella legge e i salvataggi di bozze non funzionavano”.

Insomma, un pasticcio. Pasticcio che emergeva anche dalla pagina Facebook di SmartStart: prima in un post i responsabili si scusavano per il disservizio a causa del “numero di accessi molto elevato”. Poi scrivevano: “Per tutti coloro che hanno riscontrato problemi nella registrazione non preoccupatevi per l’ordine perché saranno considerate parimenti per il 4 settembre. In ogni caso le risorse stanziate per Smart&Start – 190 milioni di euro – sono ampiamente in grado di soddisfare le richieste in arrivo”. Ancora scuse, ma anche ringraziamenti per la vasta partecipazione, e un’ulteriore rassicurazione: “Tranquilli, nessuno di voi perderà la priorità acquisita oggi”.

Sono già in molti però a considerare un paradosso l’emergere di un ingorgo telematico nell’ambito di un bando che punta a promuovere l’innovazione tecnologica e digitale. E un utente di Facebook commenta: “Bello sapere che Invitalia, che non è capace di implementare un sistema di registrazione, debba essere l’ente valutatore dei nostri progetti tecnologici”.

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