IL PROGETTO

Parco Leonardo, a Roma un distretto per startup firmato Caltagirone

Il progetto è creare entro il 2015 un cluster (campus, incubatore, luoghi di incontro) per attirare startupper locali e internazionali nel quartiere di proprietà dei costruttori romani vicino a Fiumicino. Già disponibili 32mila metri quadrati: così supererebbe per dimensioni la futura Tech City di Parigi

Pubblicato il 14 Nov 2014

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La mappa degli incubatori privati romani, fornita da Roma Startup, ai quali nel 2015 si dovrebbe aggiungere Parco Leonardo

Sarà una rainforest per le startup nell’area metropolitana di Roma, o almeno questa è l’intenzione di chi è al lavoro per realizzare entro il prossimo anno il primo incubatore del Gruppo Leonardo Caltagirone localizzato a Parco Leonardo, vasta area di proprietà del fratello minore di Francesco Gaetano alle porte di Roma, sulla strada per l’aeroporto di Fiumicino. Uno spazio che, per dimensioni, si candida a primeggiare in Europa per iniziative analoghe: ben 32mila metri quadrati a disposizione di giovani, startup e innovatori. La metafora della rainforest è presa a prestito da Greg Horowitt, guru californiano dell’innovazione, che è solito spiegare la metodologia del modello Silicon Valley paragonandola a una foresta pluviale: per sua natura caotica e casuale, è rigogliosa e ricca di frutti come lo sono gli ecosistemi di start up innovative, che si rafforzano grazie alla diversità e agli interscambi.

I responsabili, al lavoro su questo progetto da oltre un anno, preferiscono per il momento non svelare dettagli, ma da indiscrezioni ottenute da EconomyUp si sa che si tratterà di un cluster di elementi (campus per startup, incubatore, luoghi di incontro ecc. ecc.) all’interno di questo quartiere innovativo, dove lo spazio residenziale e quello per gli uffici si integra con i luoghi destinati al commercio e all’entertainment.

Si tratta di un percorso ancora in fieri. Per esempio non è ancora stato definito se dovrà sorgere prima il campus e poi l’incubatore o viceversa. Si sta anche pensando di attivare luoghi di incontro, sul modello di alcuni locali già esistenti a Berlino (seconda capitale europea delle startup dopo Londra), dove aspiranti imprenditori, innovatori e imprenditori già affermati possano chiacchiere davanti a un caffè e scambiarsi idee in un clima amichevole e informale. E, sempre sul modello berlinese, i gestori potrebbero decidere di organizzare l’affitto di stanze agli startupper, in modo da favorirli nel tragitto casa-lavoro. Non è esclusa l’ipotesi di ospitare a condizioni agevolate o gratuitamente le organizzazioni no profit, almeno per un certo periodo.

Gli spazi a disposizione? Oggettivamente enormi. Sono già costruiti e disponibili ad accogliere i futuri abitanti ben 32mila metri quadrati. Parco Leonardo ospita infatti circa 3000 famiglie, ma oltre ad abitazioni di natura residenziale, cinema e centro commerciale, ci sono spazi non residenziali e non prettamente direzionali: enormi open space con vetrate cielo terra. Un luogo già pronto per l’uso, che i costruttori puntano a riempiere chiamando a raccolta gli startupper romani e non romani. Anzi, se possibile, internazionali. Potrebbe così diventare una sorta di Startup Valley, superiore per dimensioni persino al progetto di Parigi, che vuole creare entro il 2017 una sua Tech City alle spalle della stazione Austerlitz, sull’esempio di quella sorta nel 2010 a Londra: ma sarà “solo” di 25mila metri quadrati.

Secondo indiscrezioni ancora da confermare, la Regione Lazio starebbe valutando la proposta di organizzare una partneship con Parco Leonardo (sui modi e i tempi è ancora mistero). A fine 2013 il presidente Nicola Zingaretti aveva annunciato il decollo entro gennaio 2014 di un “progetto per dotare Roma e Lazio di uno dei più grandi luoghi europei per startup”. Sembra che l’iniziativa non sia decollata. Da qui i rumors su una possibile “adozione” da parte della Regione del futuro cluster all’interno di Parco Leonardo.

Ma quali startup verrebbero coltivate nell’incubatore targato Caltagirone? Saranno identificati una serie di comparti molto specifici e lo sviluppo sarà multi verticale. Fondamentale anche la capacità delle startup incubate di essere scalabili e di potersi muovere su scala internazionale.

La futura Startup Valley andrebbe a inserirsi in un contesto già ricco di analoghe iniziative. Oltre ai vari incubatori pubblici, nell’area metropolitana di Roma ci sono diversi incubatori privati di qualità: LuissEnlabs a Termini, Italiacamp all’Esquilino, Innova al Tecnolopolo tiburtino, Startalia sulla Cassia, Pi Campus all’Eur, Vejo park a Via due ponti, Impact Hub a San Lorenzo e l’acceleratore di Enel. Ed ancora Ericsson Ego all’Anagnina, Founders Institute e Tim #WCap a Trastevere. Altri due sono in apertura: StartupBootcamp-Roma, sulla scia del successo di Amsterdam, Berlino e Copenaghen e il nuovo incubatore di Matteo Fago (ex Venere.com ed ex azionista di riferimento de l’Unità) in piazza San Giovanni in Laterano nell’ex sede di Cepu. Parco Leonardo dovrebbe essere il terzo.

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