Mercati esteri
Nei grandi magazzini di Mosca il lusso Made in Italy batte la Francia
«Tra marchi italiani e francesi nelle nostre 186 boutique i ricavi più alti riguardano gli italiani» dice Teymuraz Guguberidze, managing director e CEO di Gum, il centro commerciale di prodotti luxury e fashion della capitale russa. I migliori clienti sono soprattutto i cinesi
di Redazione EconomyUp
22 Ott 2015

Ma la forte svalutazione del rublo si sta facendo sentire anche tra i nuovi ricchi moscoviti, dato che nel corso dell’ultimo anno il potere d’acquisto della moneta russa si è praticamente dimezzato. Tanto che lo stesso direttore di Gum ammette che “il sell-out è calato anche se i ricavi in rubli crescono a causa dei prodotti importati”. E proprio l’import è uno dei punti forti del megastore che, grazie ai suoi 11 milioni di visitatori, chiuderà l’anno con un miliardo di dollari di ricavi: l’offerta beauty vale 40 milioni l’anno, orologi e gioielli altri 140 milioni, mentre l’area food (dove spiccano il bar e il ristorante con chef italiani) totalizza 70 milioni e i souvenir russi 5 milioni.
Ma il vero business, quello che vale circa 750 milioni di dollari l’anno, è quello dei prodotti luxury e fashion. Che fanno gola non solo agli oligarchi russi ma anche e soprattutto ai turisti cinesi “che fanno shopping di fascia alta e che quest’anno peseranno per il 15% del totale. Negli anni ’90 erano i russi ad andare in Cina per fare shopping a basso costo: ora sono i cinesi a venire da noi, nonostante non abbiamo il tax free”. E proprio grazie alla svalutazione del rublo fanno incetta di prodotti di lusso, soprattutto quelli italiani che secondo il CEO di Gum sono i più richiesti, pagandoli meno che altrove: “In precedenza – sottolinea infatti Guguberidze – i nostri listini erano del 30-50% superiori a quelli europei, adesso alcuni brand hanno prezzi alla pari o più bassi di quelli di Londra”.
(C.D.)