Made in Italy
I bimbi di Simonetta vanno in Oriente ma tengono all’Italia
L’azienda marchigiana, nata come una piccola sartoria, dopo un importate aumento di capitale, continua la crescita all’estero, dove realizza il 75% del fatturato. «Ma con il suo 25% il nostro Paese resta fondamentale», fa notare il direttore generale
di Redazione EconomyUp
19 Nov 2013
Non solo: Simonetta, grazie anche alla propria expertise, oggi distribuisce brand di lusso come Roberto Cavalli Junior, Fay e Fendi Kids.
EconomyUp.it ha fatto una chiacchierata con il direttore generale Giuseppe Rossi.
Come mai questa imponente presenza all’estero rispetto all’Italia?
Simonetta è sempre stata orientata verso mercati internazionali. La grossa accellerata è avvenuta, però, negli ultimi 4 anni. E’ stata una sorta di

Nello specifico, quali sono i Paesi dove siete maggiormente presenti?
Il Medio Oriente che, tra l’altro,ha accolto benissimo gli store dedicati a Roberto Cavalli, e l’est europeo. Sono Paesi in cui i driver di crescita sono molto alti. Ad esempio sulle collezione p/e 2014 abbiamo già registrato una crescita, rispetto allo scorso anno, del 10%.
Dal punto di vista del retail, come vi state muovendo?
Abbiamo progettato un monomarca Simonetta e uno shop in shop all’interno della Rinascente. Per quanto riguarda l’estero, invece, abbiamo 35 monomarca per tutti i nostri brand. Abbiamo in apertura, poi, due nuovi shop, uno a Shangai e uno a Riccione. La caratteristica di questi retail è che seguono un format unico che adattiamo in qualsiasi location o Paese.
Avete intenzione di acquisire nuove licenze?
Al momento abbiamo gestito quelle che avevamo perché quando acquisiamo una licenza dedichiamo molte energie e risorse al brand e questo fa sì che se si vuole seguire bene le cose, non si possa lavorare con tutti. Dal 2015, però, abbiamo già in programma di riaprirci a nuove licenze.
La vostra produzione è made in Italy?
Noi produciamo in Italia il 60% dei nostri prodotti. Non facciamo produrre in Cina. I nostri fornitori si trovano in distretti storici che conoscono bene l’abbigliamento bimbo di livello: Puglia e Veneto, in particolare.
Quel 25% di mercato italiano, che cosa rappresenta per voi?
E’ fondamentale, perché è la quota per paese più alta che abbiamo. Il 75% di cui parlavo prima, infatti, è da imputare a molti paesi.