Temporary Innovation Manager: ecco la nuova figura chiave in azienda nel post Covid

In periodi di incertezza come questo può essere complicato inserire full time in azienda una risorsa dedicata all’innovazione e alla digitalizzazione. La soluzione? Un Temporary Innovation Manager altamente qualificato e dedicato ad un progetto specifico. Una figura istituzionalizzata nel 2019 e sempre più necessaria

Pubblicato il 02 Ago 2021

Temporary Innovation Manager

Il Covid19 ha portato, e sta portando, profondi cambiamenti nelle vite di tutti, comprese in quelle delle aziende, nelle quali si sta facendo strada una nuova figura professionale, il Temporary Innovation Manager.

Secondo il Digital Economy and Society Index (DESI), l’indice ideato dalla Commissione Europea per monitorare i progressi in termini di innovazione e digitalizzazione delle imprese, il livello delle PMI Italiane è ben al di sotto della media europea. Si registrano notevoli ritardi in termini di infrastrutture tecnologiche, presenza online e analisi dei big data.

Trasformazione digitale in azienda: l’effetto Covid

L’emergenza legata al Covid-19, però, ha mostrato quanto sia necessario – per le aziende di ogni tipologia e dimensione – avere infrastrutture IT adeguate per garantire la continuità del business anche in caso di chiusura imprevista degli uffici. Il digitale rappresenta uno strumento fondamentale per non perdere occasioni di business, essere competitivi e, di conseguenza, sopravvivere.

Per molte aziende, in realtà, la trasformazione digitale era già in atto ben prima dello scoppio della pandemia a febbraio/marzo 2020, ma non dobbiamo pensare che per essere digitali e innovativi sia sufficiente far lavorare le risorse da remoto o fare gli incontri via Zoom. Il discorso è molto più complesso e tocca tutti i livelli aziendali, a partire dal management: sono indispensabili un approccio strategico, una visione di lungo periodo e l’implementazione di nuovi modelli di business.

Che cosa fa il Temporary Innovation Manager: un identikit

È il professionista che analizza ed implementa il percorso di trasformazione digitale, attraverso l’innovazione dei processi, dei modelli di business e dei prodotti. Si tratta di una figura manageriale altamente qualificata, alla quale viene affidata temporaneamente la gestione della crescita o dell’innovazione aziendale, con obiettivi specifici da raggiungere in un determinato periodo di tempo. In genere presenta un passato in grandi aziende, dove ha potuto maturare esperienza su processi complessi e migrazioni tecnologiche importanti.

Il Temporary Innovation Manager è, dunque, la figura chiave per la Digital Transformation. Mi rendo conto che possa essere complicato dal punto di vista economico – soprattutto in un periodo particolare come quello attuale – inserire full time una risorsa dedicata all’innovazione e alla digitalizzazione. Per questo, la soluzione potrebbe essere legata ad un Manager a tempo, altamente qualificato e dedicato ad un progetto specifico. Si tratta di una figura chiave per il futuro di ogni azienda che, ben prima del Covid-19, è stata istituzionalizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico che, già nel 2019, ha istituito un Albo degli Esperti in Innovazione Tecnologica.

Perché l’Innovation Manager può essere “temporary” e come utilizzarlo

In un mondo del lavoro segnato da una sempre maggiore flessibilità, avere in organico una risorsa con una seniority adeguata per un periodo limitato rappresenta di certo un vantaggio che nessuna azienda può sottovalutare.

La pandemia, naturalmente, ha giocato un ruolo chiave nella diffusione che definirei quasi esponenziale di questo professionista che, in realtà, avrebbe (o dovrebbe avere) un ruolo strategico anche in una situazione di normalità. Negli ultimi tempi, tra l’altro, si sono moltiplicati i bandi per finanziamenti, per PMI e media impresa, legati a Industria 4.0, Cyber Security e Formazione Digitale & Automazione. Per arrivare ad ottenere questi incentivi, però, è indispensabile avere un’analisi tecnica di un esperto che, come abbiamo visto, le aziende non hanno ed è per questo che sono indispensabili i manager a tempo che possano eseguire una mappatura processi aziendali e studiare soluzione migliore per tradurre questi elementi in processi digitali.

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Joelle Gallesi
Joelle Gallesi

Laureata in Economia e Commercio alla Bocconi nel 2003, Joelle Gallesi ha iniziato a lavorare nel settore delle risorse umane, con il ruolo di Executive Manager, presso una multinazionale inglese. Successivamente si è occupata di energie rinnovabili e telecomunicazioni, guidando i team di vendita. Dal 2016 lavora in Hunters Group, prima come Sales & Operation Director, poi come General Manager e, da gennaio 2021, come Managing Director.

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