Governo Draghi, sull’innovazione attacco a tre punte: che cosa pensano il premier, Colao e Cingolani

Vittorio Colao all’Innovazione tecnologica e digitale, Roberto Cingolani alla Transizione ecologica: sono i ministri a cui nel governo Draghi faranno capo gli obiettivi del Next Generation Eu. Ecco che hanno quali sono le loro idee su ricerca, innovazione e cambiamento

Pubblicato il 13 Feb 2021

Mario Draghi

Il governo Draghi sull’innovazione e la trasformazione digitale si giocherà molto. Come affronterà la sfida? Con il presidente del Consiglio Mario Draghi giocheranno all’attacco altre due punte: Roberto Cingolani e Vittorio Colao, scelti per guidare i due ministeri a cui faranno capo gli obiettivi del Next Generation EU: transizione ecologica e innovazione tecnologica e transizione digitale. È lo schema di gioco che emerge dai commenti a caldo degli analisti politici dopo che l’ex presidente della BCE ha portato al Quirinale il suo governo, che dovrebbe avviarsi verso una scontata approvazione parlamentare.

Chi segue il mondo delle tecnologie e dell’innovazione conosce bene Cingolani e Colao, il “papà” dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e il manager che ha associato il suo percorso professionale e il suo successo a una startup di nome Omnitel diventata Vodafone.

Che cosa faranno e riusciranno a fare Draghi, Colao e Cingolani è difficile prevedere, anche perché le varibili sono numerose. Un’idea, però, è possibile farsela rileggendo quel che pensano o, in altri casi, hanno fatto o pensato di fare per innovare l’Italia o le loro imprese.

Governo Draghi: la digitalizzazione necessaria e l’innovazione sostenibile

La digitalizzazione come necessità ormai consolidata con la pandemia, l’importanza di investire nelle persone e nella ricerca, l’importanza della diffusione delle tecnologie e del trasferimento tecnologico. Senza dimenticare gli investimenti in sostenibilità e nelle giovani generazioni.

Sono alcuni dei punti salienti del Draghi-pensiero in materia di innovazione e politiche innovative. Ecco alcune sue visioni e indicazioni ricavate principalmente da due interventi pubblici: il discorso a una conferenza organizzata il 13 marzo 2017 dalla Bce e dal Massachussets Institute of Technology (Mit) a Francoforte, e l’intervento ad agosto 2020 al Meeting di Rimini.

Il Draghi-pensiero su ricerca, innovazione e digitale in 7 punti

Vittorio Colao: “Più sostegno alle startup e reskilling nelle aziende”

Sostenere l’innovazione ripristinando ed estendendo le misure previste dal piano Industria 4.0, incentivando gli investimenti in sostenibilità e transizione energetica, e ampliando le misure di sostegno alle startup innovative: sono alcune delle indicazioni riguardanti l’ecosistema dell’innovazione contenute nell’ormai celebre Piano Colao, chiesto dall’ex presidente Giuseppe Conte alla task force guidata appunto da Vittorio Colao (ne facevano parte altri due ministri del governo Draghi,: Roberto Cingolani ed Enrico Giovannini)  per far ripartire il Paese dopo il lockdown causato dal coronavirus.

Presentato a giugno 2020 in occasione degli Stati Generali di Villa Pamphili, è rimasto finora sulla carta. Potrebbe essere arrivato quindi il momento per “scongelarlo”. Certamente quelle settimane di lavoro toneranno utili adesso a Vittorio Colao che deve rapidamente impostare un piano di azione per la Transizione Digitale dell’Italia.

Piano Colao: tutte le proposte per innovazione e startup (il testo completo)

Roberto Cingolani: “Le tre cose che servono per la ricerca in Italia”

La fuga di cervelli, la qualità della ricerca italiana, la necessità di un maggiore orgoglio nazionale: sono i temi toccati da Roberto Cingolani, nuovo ministro della Transizione Ecologica, in una video intervista realizzata quando era ancora direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. “Bisogna avere delle priorità, su cui metterci la faccia e i soldi”, dice Cingolani. “Vanno poi aumentati gli investimenti, certo, ma non basterà se non ci daremo anche regole internazionali per la valutazione e il reclutamento dei ricercatori “. Cingolani pone anche una domanda: “Se l’IIT ha funzionato, perché non farne un modello da replicare in altri settori della ricerca e in altri territori?”. Vedremo quale sarà la risposta, adesso che le scelte dipenderanno anche da lui.

«Così l’Italia può diventare una superpotenza dell’innovazione»

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