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Cruz Foam: come nasce la startup della schiuma per il packaging sostenibile raccontata dal suo inventore



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John Felts, surfista e ingegnere chimico, parla a EconomyUp di “Cruz Foam”, che sviluppa una schiuma ecocompatibile composta al 70% da scarti alimentari riciclati, in grado di sostituire il polistirolo negli imballaggi. E che ha convinto anche Leonardo Di Caprio e Ashton Kutcher

Pubblicato il 11 set 2024

Luciana Maci

Coordinatrice editoriale EconomyUp



John Felts, CEO di Cruz Foam
John Felts, CEO di Cruz Foam

Cosa ci fanno insieme un surfista ingegnere chimico californiano, un docente universitario di Washington di origine italiana, Leonardo Di Caprio e Ashton Kutcher? Contribuiscono, ognuno a suo modo, a rendere il pianeta un posto migliore. Come? Partecipando a vario titolo alla startup “Cruz Foam”, ideata dall’ingegnere John Felts con il docente Marco Rolandi, e finanziata da vari investitori, tra cui i due famosi attori hollywoodiani. In particolare “Cruz Foam” produce un materiale innovativo per il mondo degli imballaggi: una schiuma ecosostenibile che può sostituire il polistirolo e che, di conseguenza, promette di rendere più ecologico il settore del packaging. Dalla fondazione nel 2017,  la società è cresciuta, ha ottenuto importanti finanziamenti e ora John Felts è arrivato anche in Italia a proporre il suo materiale innovativo. È qui che EconomyUp l’ha incontrato per ascoltare la sua storia: una storia all’insegna dell’innovazione, ma anche della passione e del sacrificio. Tanto che, agli inizi, per sopravvivere, si è trovato costretto a trovarsi un doppio lavoro come fattorino di pizze a domicilio.

Il college, il surf e il petrolio

I primi semi dell’idea di quella che, anni dopo, diventerà “Cruz Foam”, vengono gettati quando Felts frequenta il college UC Santa Barbara, in California. “Santa Barbara è proprio sulla costa, l’università stessa è letteralmente di fronte all’oceano – spiega l’imprenditore a EconomyUp – e davanti ci sono le Channel Islands, un gruppo di 8 isole, straordinari habitat naturali. Ma ci sono anche tante piattaforme petrolifere e trivellazioni offshore, che generano masse galleggianti di catrame. Ero un surfista, mi immergevo nell’oceano e finivo per riempirmi di catrame. Quando tornavo a casa, dovevo raschiarlo via dai piedi con il coltello. Quell’immagine mi è rimasta impressa e ha generato in me la spinta a fare qualcosa per i nostri mari”.

Dopo la laurea in Ingegneria chimica, John lavora per sei anni nell’industria della bonifica ambientale, collaborando con l’esercito, l’EPA (Agenzia per la protezione dell’ambiente del governo federale) e la Marina. Ma gli sforzi in questo senso gli appaiono lenti e inefficaci.

Così decide di dare una svolta alla propria esistenza e tornare sui banchi di scuola per conseguire un master in Scienze dei Materiali all’Università di Washington. È qui che incontra quello che diventerà il cofondatore di “Cruz Foam”: Marco Rolandi, esperto in materiali, biopolimeri, ingegneria elettrica e fisica. Insieme scoprono il potenziale di un biopolimero derivato da gusci di gamberi e granchi che consente di creare materiali robusti, efficaci e allo stesso tempo sostenibili.

Inizialmente tentano di sviluppare tavole da surf fatte con questo materiale. “Era il nostro interesse in quel momento – prosegue lo startupper – ma circa un anno dopo abbiamo capito di aver creato qualcosa che poteva davvero fare la differenza. La questione importante erano le plastiche oceaniche e i danni che noi tutti stavamo facendo al pianeta con le plastiche monouso, in particolare con le schiume. Senza quasi rendercene conto avevamo creato un sostituto perfetto per il polistirolo”.

È una fase in cui la startup, e John stesso, devono fare i conti con le difficoltà finanziarie. “Lavoravo tutto il giorno in un laboratorio in un seminterrato alla UC Santa Cruz, Università di ricerca internazionale della California, ma non pagavano molto. Dopo un anno ho avuto un figlio, perciò mi sono ritrovato a lavorare 10 ore al giorno per ‘Cruz Foam’ e poi andare a consegnare pizze per 4-5 ore. È  stato sicuramente uno dei momenti più difficili, ma mi è servito per andare avanti”.

In quegli anni la società innovativa ottiene un primo finanziamento di 15.000 dollari dalla “National Science Foundation” e partecipa a vari pitch e competizioni, ottenendo importi variabili tra i 2.000 e i 20.000 dollari. Nel frattempo lavora con acceleratori come Plug and Play, Alchemist, Launch, The Sandbox.

Le cose cominciano a cambiare quando “Cruz Foam” entra a far parte di un acceleratore e incubatore a Santa Cruz e i suoi membri incontrano Toby Corey, imprenditore con un passato in Tesla e SolarCity, che li aiuta a crescere.

Un viaggio in barca in Alaska per trovare i fondi

Altro punto di svolta è l’ingresso nell’acceleratore Sustainable Ocean Alliance, sostenuto da Marc Benioff, fondatore, presidente e CEO di Salesforce. Qui ha un ruolo centrale un viaggio in barca in Alaska. “Sustainable Ocean Alliance era ed è un ecosistema di investitori, stakeholder, filmmaker e altre startup come noi. A un certo punto hanno lanciato questo programma: un viaggio in barca con 20 membri di altrettante startup, gli esponenti di circa 20 aziende e altri 20 stakeholder. Abbiamo navigato attraverso i fiordi dell’Alaska per una settimana. Non c’era Wi-Fi, non si potevano usare i cellulari, è stata un’esperienza fantastica. Ho creato relazioni durature che mantengo ancora oggi e lì ho incontrato il nostro più grande investitore, Tom Chi. Ci ha dato 500.000 dollari, un altro fondo ce ne ha versati 500.000, e intanto abbiamo ottenuto un finanziamento SBIR (del governo federale per progetti di ricerca e sviluppo, ndr) di 225.000 dollari alla fine del 2019. All’inizio del 2020 avevamo raggiunto una somma di rilievo, 1,2 milioni di dollari”.

“Cruz Foam” e il supporto delle star di Hollywood

Ma come si inseriscono in questo contesto i divi di Hollywood?

Michael Smith, uno dei primi business angels della startup, ha inizialmente investito 20.000 dollari e successivamente ha fondato Regeneration VC, raddoppiando il suo investimento in “Cruz Foam”. Regeneration VC ha una rete diversificata che include intrattenimento e moda. Uno dei loro consulenti strategici è Leonardo DiCaprio. Il protagonista di “Titanic” ha così deciso di investire in “Cruz Foam”. “Sono riuscito a incontrarlo personalmente” rievoca John Felts. “Il team di Leo ha creato numerose connessioni utili, dimostrando un impegno concreto e inaspettato”. Più o meno allo stesso modo è andata con Kutcher.

“Fare startup? È come fare surf”

Da esperto surfista, John paragona la gestione di una startup al surf. “Alzarsi per la prima volta in piedi sulla tavola è una sfida enorme, pari a quella in cui si avvia un’azienda innovativa. Poi, una volta in piedi, ci si accorge che non si può più tornare indietro. Man mano che vai avanti, ti trovi a dover sfidare onde sempre più grandi e scenari ogni volta diversi. Ci sono momenti in cui sei in sintonia con l’onda e la cavalchi, e altri in cui ti arriva in testa a ripetizione. Proprio come avviene nel mondo delle startup, dove i momenti difficili possono essere estremamente duri, ma i successi possono risultare straordinari.”.

“Cruz Foam” è cresciuta e ora ha varie sedi in Nord America, con il quartier generale a Santa Cruz e le operations a Chicago e in North Carolina. L’azienda ha circa 25 dipendenti e sta collaborando con grandi player come Amazon Robotics e LVMH. È una scaleup o una grande startup? “Al momento, per quanto riguarda i round di finanziamento, siamo tra la nostra serie A e la nostra serie B. Probabilmente faremo un nuovo round nella prima metà del prossimo anno. Nella mia mente sarà sempre una startup, ma sento che abbiamo superato quella fase iniziale”.

Cruz Foam: la tecnologia

“Cruz Foam”, come detto, è impegnata a sostituire le schiume convenzionali monouso offrendo prestazioni analoghe a un prezzo competitivo. L’innovativa schiuma ecocompatibile è composta per il 70% da scarti alimentari riciclati, contribuendo a ridurre i rifiuti destinati alle discariche.

L’approccio è basato su un modello scalabile e senza attriti, che consente ai produttori di materiali di integrare facilmente questa tecnologia sostenibile nelle loro operazioni esistenti. Consente infatti una transizione fluida dai pellet di plastica tradizionali a quelli di Cruz Foam.

In particolare la tecnologia permette di convertire le materie prime in pellet, che vengono poi riscaldati, estrusi ed espansi per essere venduti in vari profili e spessori, pronti per varie applicazioni.

Ogni prodotto Cruz Foam è compostabile, il che significa che nulla dovrebbe finire in discarica. Nel compost, Cruz Foam si degrada completamente in circa 100 giorni senza ecotossicità.

Tra i partner di Cruz Foam figurano aziende come AMC Industrie con sede a Parigi, Bay Cities in California, Atlantic Packaging in North Carolina e UN1F1ED2 Packaging in Massachusetts.

La plastica: un mercato (purtroppo) in aumento nell’UE

La produzione di plastica in Europa ha raggiunto i 57,2 milioni di tonnellate nel 2021. Questo equivale a 36,1 chilogrammi di plastica per persona, con un aumento del 29% rispetto al 2010. La forma più comune di smaltimento della plastica nell’Unione Europea è l’incenerimento con recupero di energia, che rappresenta il 39% dello smaltimento. Il riciclaggio costituisce il 32,5% dello smaltimento, le discariche il 25%, e il restante 3,5% è “mal gestito”, il che significa che viene disperso e finisce nei nostri ecosistemi terrestri e marini.

Ognuno di questi scenari di smaltimento ha effetti negativi sull’ambiente, inclusi l’inquinamento atmosferico, la lisciviazione chimica, le emissioni di metano e molto altro. Sono dunque necessari materiali per imballaggi alternativi che si integrino armoniosamente con i nostri ecosistemi attuali e possano essere integrati senza problemi in sistemi circolari. E “Cruz Foam” punta a offrire proprio questo.

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