Note di cambiamento
Come una trasmissione rivoluzionò la radio e la musica
All’Auditorium di Roma “Per Voi Giovani”, un festival e una mostra di fotografie di Carlo Massarini, volto tv dell’innovazione. Che qui spiega perché 40 anni dopo fare quel tipo di programma sarebbe ancora rivoluzionario. Visto quel si ascolta in giro…
di Carlo Massarini
24 Giu 2013

Negli anni, al microfono si alterneranno molti dj, ognuno con le sue affinità elettive, ognuno col suo stile radiofonico: oltre a Giaccio e Fegiz, Claudio Rocchi, Raffaele Cascone, Dario Salvatori, Michelangelo Romano, Maria Laura Giulietti, Riccardo Bertoncelli, Richard Benson, Eugenio Finardi, Massimo Villa. E anche il sottoscritto. Nasce la Radio FM all’italiana, molto lontana dalla radio di adesso, appiattita su format e successi discografci. Si trasmette di tutto, e tutto insieme: musica gradevole e difficile, strumentale e cantata, in formato 3 minuti e a facciata intera. Gli ascoltatori partecipano, scrivono, si collegano via telefono, diventano una community (si direbbe adesso). L’onda rock in Italia arriva quindi dalla radio: PVG e Popoff diventano il punto di riferimento per le nuove generazioni.
E’ il big bang della musica in Italia: concerti, Festival, tour dei maggiori artisti internazionali, riviste musicali, la nascita di un mercato discografico. La creatività è d’obbligo, gli artisti fanno a gara per andare aldilà dei limiti conosciuti e la musica è senza barriere, è diversa da qualsiasi cosa ascoltata prima, e diventa parte integrante della cultura giovanile.
Sono passati 40 anni, e ovviamente è cambiato tutto: la musica, come viene distribuita e ascoltata, la società, i mezzi di comunicazione. La cosa curiosa è che fare adesso questo tipo di radio, visto quello che abbiamo intorno, sarebbe rivoluzionario. Esattamente come allora. Per questo mi piace racconatere di PVG usando il presente.