Caso ITATech, la versione di Sofinnova (che prenderà i soldi e aprirà un ufficio a Milano)

Graziano Seghezzi, managing partner della società francese di venture capital, in un’intervista al Corriere della Sera assicura che i soldi saranno investiti in Italia: 100 milioni (ma in quanto tempo?) «Finora abbiamo avuto un approccio opportunistico con le startup italiane». Nei prossimi mesi l’apertura della filiale

Pubblicato il 07 Nov 2017

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Sofinnova Ventures conferma che prenderà i soldi di ITATech, come aveva scritto a metà ottobre EconomyUp, e per indorare la pillola annuncia che aprirà un ufficio a Milano. In un articolo sul Corriere della Sera di martedì 7 novembre il managing partner della società di venture capital francese specializzata in investimenti nel life science, l’italiano Graziano Seghezzi, dice testualmente: “Probabilmente Sofinnova sarà fra i beneficiari di ITATech, ma assicuro che quei fondi verranno completamente reinvestiti in Italia”. Le probabilità quindi aumentano, visto che anche il presidente del Fondo Italiano d’Investimento Innocenzo Cipolletta aveva detto a EconomyUp: “È probabile che anche una parte della dotazione di ITATech finirà dentro il fondo francese”. Non è ancora ufficiale ma Seghezzi si sente in dovere di dare assicurazione sulla destinazione finale dei fondi, visto in passato così non è stato proprio per le assegnazioni del FII, 35 milioni, più di un terzo del mercato italiano del venture capital. Una vicenda su cui è intervenuto alla Camera il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

Graziano Seghezzi, managing partner Sofinnova Ventures
Il manager di Sofinnova giustifica così la scelta di ITATech. In Italia “ci sono competenze e la qualità della ricerca è molto elevata. Quel che manca è la presenza di investitori specializzati”. “Probabilmente” è vero ma forse i  soldi pubblici dovrebbero essere utilizzati non per  aggiungere a chi ha già molto  (Sofinnova gestisce fondi per quasi 2 miliardi di euro) ma per creare almeno un nuovo player nazionale o irrobustire chi è già sulla buona strada. Comprensibile quindi che dal suo punto di vista il manager di Sofinnova dica, fuori dai denti, “avete bisogno di noi”. Lo è meno come scelta di politica economica di un Governo e delle sue articolazioni opeerative.

Quanti soldi andranno a Sofinnova? Non è chiaro. Il Corriere della Sera scrive che la società francese investirà in Italia 100 milioni di euro ma non è dato sapere in quanto tempo. E per il momento non ha intenzione di dire altro. È evidente che a Sofinnova in questa fase interessa recuperare la simpatia dell’ecosistema italiano che non ha visto di buon occhio quanto accaduto finora. Per questo Seghezzi tiene quindi a ricordare che sono stati investiti 50 miloni di euro in Italia, ma negli ultimi 15 anni (quindi 3,3 miloni periodico l’anno….) e poi annuncia l’apertura di un ufficio a Milano, caricandola abilmente di particolare significato: “Finora Sofinnova ha avuto un approccio opportunistico con le startup italiane: si trovava un buon affare, ci si investitva e poi si tornava a Parigi. Ora vogliamo restare. Tenete presente che Sofinnova ha una sola sede a Parigi, quindi aprire una filiale a Milano è un passo di un certo peso”. Quando e con la guida di chi, non è dato sapere. Sofinnova avrà un approccio meno “opportunistico”, ma la strategia resterà ben salda a Parigi. (g.io.)

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