Abeltino (Google): «Ecco chi sono e cosa faranno i nostri digital evangelist»
Parte a Roma la tre-giorni di formazione dei 107 giovani digitalizzatori scelti da BigG per “insegnare” la Rete alle Pmi. La responsabile della public policy per l’Italia: “L’anno scorso la metà ha trovato lavoro, anche così si sviluppano le e-skill che servono al Paese”
di Luciana Maci
Pubblicato il 19 Lug 2014

Su 3146 richieste ce l’hanno fatta in 107: come siete riusciti a selezionare i migliori?
La selezione è avvenuta attraverso un bando pubblico pubblicato sul sito di Unimercatorum, l’università di Unioncamere. Sono stati proprio questi due soggetti a scegliere gli aspiranti digitalizzatori, prima attraverso una scrematura dei cv, poi con colloqui ad personam. I requisiti? I ragazzi, laureandi o neolaureati, hanno dovuto dimostrare di avere competenze in economia, marketing, management, comunicazione e specifiche competenze digitali, oltre alla conoscenza della lingua inglese e delle aree geografiche in cui aspiravano a lavorare. E oggi inizia la formazione.
Saranno sufficienti tre giorni di training?
Pensiamo proprio di sì. Ne approfitteremo per spiegare ai giovani il progetto e le finalità di Eccellenze in Digitale: entrare in contatto con le pmi e aiutarle nel processo di creazione dell’attività digitale. Alcune sono già in fase avanzata, altre sono del tutto assenti dal web. I ragazzi dovranno comunicare il valore di essere online. Ad arricchire la loro formazione l’incontro con i 20 ‘colleghi’ che li hanno preceduti e che hanno fatto un ottimo lavoro: sono riusciti a contattare 8.500 imprese, di cui 2.400 direttamente coinvolte in seminari, workshop e attività door to door.
Perché dai 20 dell’edizione precedente siete passati a 107?
Il successo della scorsa edizione ci ha portato a quintuplicare il numero le borse di studio, che in parte sono fornite da noi e in parte da Unioncamere. La stessa Unioncamere si è resa conto che un progetto del genere era in grado di portare vantaggi e la risposta delle aziende sul territorio è stata positiva.
In pratica cosa sarà richiesto a questi giovani da settembre?
Verranno ospitati presso le varie Camere di commercio, quello sarà il loro “ufficio”. Inizialmente si occuperanno di seminari e training gratuiti aperti a tutte le imprese del territorio iscritte alle Camere di commercio. Dopodiché potranno seguire quelle imprese che si saranno dichiarate interessate a ulteriori approfondimenti. Per esempio, se l’azienda è totalmente digiuna di digitale, potranno spiegare ai suoi dipendenti come si costruisce un sito o una piattaforma di e-commerce. Se invece ha già un suo sito, potranno occuparsi di rendere più efficace la comunicazione attraverso i social network. Per sei mesi guadagneranno 6.000 euro. I nomi dei digitalizzatori sono tutti nel nostro sito.
Visto l’interesse per l’iniziativa, qualcuno ha chiesto la raccomandazione per diventare digital evangelist?
Era un bando pubblico, è stato tutto trasparente.
Ma alla fine i digitalizzatori possono sperare di entrare a far parte del team di Google?
Nell’edizione passata più della metà dei ragazzi ha trovato lavoro. La cosa più interessante è che sono stati assunti dalle Camere di Commercio o dalle imprese presso le quali avevano fornito consulenza. Una sola persona è stata assunta da Google, ma per noi è più rilevante che siano state le imprese a volerli con loro.
Un’esperienza di questo tipo può essere considerata un primo passo verso un lavoro stabile?
Il progetto, che ha il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, si inserisce nell’ambito della campagna e-Skills for jobs della Commissione Europea. Come ha dichiarato il Commissario Ue all’occupazione, László Andor, entro il 2015 saranno 900.000 i posti vacanti in Europa nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict). E l’Italia, Paese con un elevato tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, ha più che mai bisogno di digital skills per riuscire a ricoprire parte di quei posti.